Witnesses

The orthodox Holocaust narrative rests almost exclusively on witness testimony. This section is dedicated to the critique of the witnesses and their statements in literature, media, and courts of law.



By Thomas Kues In a previous article [1] I have discussed the monthly radio broadcasts in German that the famous novelist Thomas Mann made during the war and the mentions of mass gassings of Jews made in them. Most significantly, in his speech from January 1942 the Nobel laureate in …

By Wilfried Heink In 2010 a National Geographic Documentary was shown titled Sonderkommando: The living dead of Auschwitz (produced in 2009). This featured the self-styled Sonderkommando member Henryk Mandelbaum, who was interviewed by Stanislav Motl, a Czech author and journalist. We are told in this documentary by the narrator, Chris …

By Thomas Kues On 30 June 2011 the following news item was published by PRNewswire:[1] Sixty-six years after the notorious Nazi death camp at Auschwitz was liberated and the horrific crimes of Dr. Josef Mengele were first revealed, Alexander Historic Auctions of Stamford, Connecticut (an affiliate of Alexander Autographs, Inc., …

By Carolyn Yeager   Proof that the man in the famous Buchenwald photograph is NOT Elie Wiesel. With the help of the New York Times and the U.S. Holocaust Memorial Museum, Elie Wiesel and his backers did not shy away from criminal deceit by purposely misidentifying an unknown face in this …

By Carolyn Yeager       Elie Wiesel’s father Shlomo in 1942, according to Hilda Wiesel. Is he 39 or 48 years old?           A report in the Yad Vashem Shoah Victims database by Yaakov Fishkovitz contradicts Elie Wiesel’s story about his father’s death. Yaakov (Jacob) Fishkowitz …

By Carolyn Yeager On Tuesday, January 17, 2006, Amazon.com announced that it was changing the categorization of a new translation of Elie Wiesel’s Night from novel to memoir. Amazon would also revise the editorial description of the original edition to make clear that they consider the book a memoir, not …

By Richard A. Widmann- [caption id="attachment_2027" align="alignright" width="128"] Alfred Rosenberg (1893-1946)[/caption]Recent news accounts tell how the U.S. Immigration and Customs Enforcement's (ICE) Homeland Security Investigations (HSI) have located the long-lost diary of Alfred Rosenberg.  While it is certainly surprising, to me at least, that ICE and Homeland Security spend their …

By Richard A. Widmann- [caption id="attachment_2119" align="alignright" width="150"] Henri Roques (1920-2014)[/caption] On 16 March 2014, Dr. Henri Roques died.  Roques, who was 93 at the time of his death, had spent a week in the hospital having been admitted for a double pulmonary embolism. Roques was born in Lyon on …

By Jett Rucker- [caption id="attachment_2327" align="alignright" width="150"] Jan Karski monument in Warsaw[/caption] On a bronze bench on the Georgetown University campus, looking toward White-Gravenor Hall, sits the bronze effigy of a slim gentleman holding a cane to the ground and gazing beatifically at a chessboard occupying the center of the …

Premessa di Olodogma Questo testo viene corredato di un'ampia serie di "cartoline revisioniste", per la chiara lettura del testo delle stesse si clicchi sulle foto per ottenere un forte ingrandimento delle "cartoline". di Frank Brunner Nel 1994 il regista ebreo Steven Spielberg creò il Shoah Visual History Foundation (Fondazione per …

levi primo, ex häftling 174517 di Auschwitz-Monowitz, non gradì i risultati delle ricerche storiche del Prof Robert Faurisson. Vediamole... _________↓______Testo della lettera del levi primo al Corrriere della sera______↓__________ Primo Levi Ma noi c'eravamo Dunque l'operazione è riuscita: non sono bastati i vaniloqui di Dacquier de Pellepoix sull'«Express» delIo scorso …

Sul tema presentiamo, con l’autorizzazione dell’ Autore, un brano tratto da  DIETRO LA BANDIERA ROSSA , Il comunismo, creatura ebraica, del Dr. Gianantonio Valli.   Da 414 a 417 le pagine, qui, riprodotte. Dietro la bandiera rossa, il comunismo creatura ebraica (...) ● Quanto ai Testimoni di Geova (1) (per …

Paul Rassinier, presentazione   Paul Rassinier Miklos Nyiszli, ebreo, inventore del mito dell' SS-Hauptsturmführer Dr. Josef Mengele, sedicente testimone e medico ad Auschwitz, nell'analisi storica di Paul RASSINIER, ex comunista, socialista francese,ex internato in due campi di concentramento tedeschi,Buchenwald e Mittelbau-Dora, resistente della prima ora e co-fondatore del movimento Libération-Nord, arrestato …

Fabulazioni ( olocau$tiche ) "fabulazione: In psichiatria, la capacità di inventare storie, anche ricche di particolari; tale capacità, che è fisiologica nei bambini, può assumere netto significato patologico nelle personalità mitomani (pseudologia fantastica). È concetto di rilievo in psichiatria forense, per la psicopatologia della testimonianza."  (http://www.treccani.it/enciclopedia/fabulazione/) Indubbiamente l'ebreo lieberman ha mentito!    *** (In …

Pubblichiamo, grazie alla traduzione dell' antico lettore MM , e commentiamo, un penoso articolo della stampa standard sterminazionista sui "falsi" racconti ispirati dal tema "olocau$to ebraico". Penoso perchè subdolosamente crea la categoria dei "veri racconti", che, sottoposti a severa critica e verifica tecnica, praticamente risultano ben pochi. Nessuno che descriva il modus operandi di …

Un olo-miracolato... fuoriserie (numerica) E' dell'Ottobre 2011 la "miracolosa" storia di un preteso internato ad Auschwitz, tale Denis Avey. Tale soggetto ha firmato assieme ad un giornalista della BBC un testo che sommariamente afferma..."Io, infiltrato nell'inferno di Auschwitz... La storia di Denis Avey"... Auschwitz ero il numero 220543 (poi una frasetta che centra …

...ed il NY Times lo chiama "educatore" ! A puro titolo di informazione di scribacchini, giornalai e sterminazionisti generici: in TOTALE secondo Franciszek Piper, il principale storico del Museo di Auschwitz, i prigionieri condotti nel campo, in tutto il periodo della sua attività, furono 1.300.000 !( Fonte: Franciszek Piper, Die Zahl der Opfer …

Lui/lei non scriverà mai il suo DIARIO! http://olodogma.com/wordpress/2013/07/05/0305-robert-faurisson-il-diario-di-anna-frank-e-autentico-testo/ Nè scriverà neppure Quel concetto, apertamente razzista, di '"ebrei puri" era già riecheggiato nei discorsi sulla definizione degli  "ebrei” da parte del rabbino Joachim Prinz, capo dell’American Jewish Congress, nel 1934 nel proprio libro Wir Juden…”“Ora nessun sotterfugio ci può salvare. Al posto …

  Au$chwitz... è il turno della figlia di Rudolh Höss ( Rudolf Franz Ferdinand Höß, SS-Obersturmbannführer tenente colonnello ) comandante del Konzentrationslager di Auschwitz...vediamo... tale Paolo Mastrolilli, inviato a New York su "La Stampa" del 16.09.2013, ci informa che "Brigitte ha ottant'anni e dorme ancora sotto una foto del padre e della …

La STAMPA - Maurizio Molinari : " Il sopravvissuto Elie Wiesel: smettere di negare non basta. Insegnino l’Olocausto a scuola " «Non è abbastanza, ma si tratta di un buon inizio»: così Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace e sopravvissuto alla Shoa, reagisce alle parole pronunciate dal presidente iraniano Hasan Rohani …

Olocausto Zingaro ? GLI “ESPERIMENTI” MEDICI DEL DOTTOR  MENGELE SUI GEMELLI NEL CAMPO ZINGARI DI BIRKENAU 102 di Carlo Mattogno Zingari ad Auschwitz  PARTE SECONDA 1.I “crimini” del dottor Mengele   Deportazione degli zingari, 22 Maggio 1940 , Asperg, Germania   Nel 1997 Helena Kubica, ricercatrice del Museo  di Auschwitz, ha redatto …

SMASCHERAMENTO DEL DR. MIKLOS NYISZLI  Di Ditlieb Felderer (1979)[1]  DICHIARAZIONE  Io, il sottoscritto dr. Miklos Nyiszli, medico, ex prigioniero nei campi di concentramento tedeschi, dichiaro che questo libro, che riguarda i giorni più oscuri nella storia del genere umano, è stato da me scritto in assoluta conformità alla realtà, e senza la …

. A cappello dell'articolo poniamo un breve estratto/sentenza sulla figura dell'ebreo müller filip. Sentenza emessa dal maggior conoscitore mondiale di "cose" dell'"eletta"  fabulazione olocau$tica, Carlo Mattogno. ..."La testimonianza di Filip Müller è piuttosto tardiva, risalendo al 1979. Egli descrive in questo modo i congegni di introduzione dello Zyklon B: «Die …

. Nel calendario della chiesa olocau$tica si celebrerà, il 20 Novembre 2013, il "goy" (mah!) Jan Kozielewski, alias (!) Karski Jan. Molti nomi e sigle a supporto. Vediamo dell' "oloevangelista" Karski cosa ne esce, e resta, dopo la lettura di brevi brani tratti dalla letteratura revisionista... Prima il lancio della olo-messa cantata in programma... ..."Informazione …

. 20 Novembre 2013 L'Associazione Italia-Israele di Torino promuove «una giornata di studio dedicata alla figura di Jan Karski» In data 20 novembre, “Informazione corretta” (che senso della comicità!) in rete ha presentato un articolo di Ugo Volli intitolato “Ricordare Karski”1: «Oggi si tiene a Torino, presso la fondazione Camis …

Testo fondamentale! estratto, di particolare significato, da «Israele, USA, il terrorismo islamico» , Maurizio Blondet, EFFEDIEFFE, 2005, pagine 161-171. Pubblicato da Maurizio Blondet – 21/12/2007 (http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_jcs&view=jcs&layout=form&Itemid=143&aid=1755) Così parlò Benjamin Freedman Benjamin Freedman (foto) 1890 - 1984 Uomo d'affari di successo (era il proprietario della Woodbury Soap Co.), ebreo di New York, patriota …

UN’INTERVISTA CON JOSEF GINSBURG[1] Di Eric Thomson, 1988 Josef Ginsburg, che scriveva con lo pseudonimo di “J. G. Burg”, venne a Toronto per aiutare[2] la difesa di Ernst Zündel nel Grande Processo dell’Olocausto del 1988[3], allorquando potei parlare con questo notevole ebreo antisionista e prendere ampi appunti dopo ogni colloquio. …

E' di questi giorni la notizia della condanna dell'Unità a risarcire  Francesco Storace per  la diffamazione del proprio padre. Diffamazione  scaturita da una "intervista" o qualcosa del genere" a tale limentani mario, ebreo di Roma. (10 dicembre 2013) La  giudice Chiara Palermo sentenzia... 'La notizia deve essere controllata nella sua verità reale …

. I “Sonderkommandos” di Auschwitz  Di Carlo Mattogno  Nel mio studio “Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato[1] ho scritto quanto segue: Il “Sonderkommando” dei crematori Danuta Czech spiega l’origine e il significato del termine “Sonderkommando” come segue: «Il campo di stermino creò anche un altro gruppo di persone – quelle che erano …

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di Carlo Mattogno

Giugno 2007
Prima edizione

!vanpelt,pelt,99percento,prove,assenza,ebrei,olocausto,shoah,truffa,menzogna,sinagoga,manicomio,Tra l’11 gennaio e l’11 aprile del 2000, alla Royal Court of Justice di Londra, si svolse un processo per diffamazione intentato da David Irving a Deborah Lipstadt e alla casa editrice Penguin Books Ltd, che si concluse con la sconfitta dello storico britannico. Robert Jan van Pelt fu assunto dal collegio difensivo della Lipstadt per redigere una “perizia” che egli terminò nel 1999. Si tratta del famoso The Pelt Report1. Successivamente van Pelt lo rielaborò e nel 2002 lo pubblicò in forma di libro, The Case for Auschwitz2, che divenne la nuova opera di riferimento della storiografia olocaustica su questo campo.
Van Pelt succedeva a Jean-Claude Pressac, diventato ormai un ribelle incontrollabile che, ad ogni nuovo scritto, infliggeva ulteriori colpi alla storiografia ufficiale. Pressac veniva così relegato in una sorta di purgatorio storiografico a metà strada tra l’inferno revisionistico e il paradiso olocaustico.
E questo anatema storiografico gravò su di lui fino alla morte, avvenuta il 23 luglio 2003 nel totale silenzio della stampa che prima lo aveva osannato. Per ironia della sorte, egli ricevette la commemorazione funebre dagli avversari3.
Il posto di esperto mondiale di Auschwitz doveva dunque essere assegnato ad un uomo fidato che inglobasse le tesi epurate di Pressac, senza il suo fastidioso spirito critico, in una nuova visione metafisica – immutabile e definitiva – di Auschwitz. Van Pelt, appunto.
The Pelt Report, e il libro che ne deriva, costituisce essenzialmente un indecoroso saccheggio dell’opera di Pressac, che non viene mai citato come fonte degli argomenti di cui van Pelt si è appropriato. L’intera opera si basa su due pilastri fondamentali: il corpus degli “indizi criminali” (“criminal traces“) di Pressac e le testimonianze, le quali, a loro volta, sono incentrate su quella di Henryk Tauber, al quale van Pelt attribuisce «il più alto valore dimostrativo», facendo propria l’analisi di questa testimonianza effettuata da Pressac. Van Pelt però esaspera l’importanza di questa testimonianza, che diventa il pilastro essenziale della sua struttura argomentativa, la misura di tutte le fonti, sicché anche i documenti vengono da lui addotti per dimostrare la “plausibilità” delle affermazioni di Tauber. Ciò vale anche per le altre testimonianze, che ruotano attorno a quella di Tauber al solo scopo di fornirle una “conferma”.
Questo singolare metodo è facilmente comprensibile. Le affermazioni di Tauber, dal 1945 al 1993, da Jan Sehn a Pressac, costituiscono la base indiscutibile della storiografia olocaustica su gasazioni omicide e cremazioni ad Auschwitz. Gli stessi “indizi criminali” di Pressac presuppongono tacitamente o esplicitamente le affermazioni di Tauber, e ne costituiscono per così dire una (fittizia) trasposizione documentaria.
La scelta operata da van Pelt ha un’altra motivazione ancora più importante: egli si doveva occupare di problematiche tecniche relative a cremazioni e forni crematori di cui non aveva alcuna cognizione, perciò al riguardo si è affidato ciecamente alla testimonianza di Tauber. Ma, accettando le assurdità tecniche asserite da questo testimone, e ponendole alla base delle sue argomentazioni, van Pelt ha innescato una reazione a catena che porta all’autodemolizione del suo libro.

1 Il rapporto è disponibile in: http://fpp.co.uk/Legal/Penguin/experts/Pelt/Pelt_report
2 R.J. van Pelt, The Case for Auschwitz. Evidence from the Irving Trial. Indiana University Press, Bloomington and Indianapolis, 2002.
3 J. Graf, In Memoriam Jean-Claude Pressac, in: “Vierteljahreshefte für freie Geschichtsforschung”, 7. Jg., Heft 3 & 4, dicembre 2003, pp.406-411; C. Mattogno, Meine Erinnerungen an Jean-Claude Pressac, idem, pp. 412-415; R.H. Countess, Jean-Claude Pressac: In Memoriam, idem, p. 413.

La confutazione radicale delle argomentazioni addotte da van Pelt richiede dunque tre studi specifici: uno sugli “indizi criminali”, il secondo su cremazione e forni crematori, il terzo sulla testimonianza di Tauber. Questi studi costituiscono pertanto la Parte Prima, Seconda e Terza di quest’opera. 
Rispetto a Pressac, van Pelt ha introdotto un metodo nuovo, o, per meglio dire, ha introdotto una nuova denominazione metodologica, la “convergenza di prove” (“convergence of evidence”), metodo che Pressac aveva già attuato senza dargli un nome specifico. Esso consiste in un raffronto tra documenti e testimonianze pretesamente indipendenti mirante a dimostrare che tutto “converge” nella tesi dello sterminio. La Parte Quarta analizza l’applicazione concreta di questo metodo da parte di van Pelt ed espone i gravi errori tecnici e storici che ne derivano.
La Parte Quinta, infine, esamina in modo approfondito l’origine della presunta convergenza di testimonianze. Nella “Preface and Acknowledgment” del suo libro, van Pelt ringrazia i suoi consulenti:
«Scrivendo la mia confutazione dell’affidavit di Rudolf, ebbi la fortuna di avere come collaboratori Green, Mazal, Keren, e McCarthy in conversazioni quotidiane che presto inclusero John Zimmerman, Kern Stern, Peter Maguire e Stephen Prothero»4.
In questo studio mostrerò vari esempi della competenza e dell’onestà di alcuni di questi personaggi.
Egli spiega inoltre con supponenza il suo compito al processo Irving-Lipstadt:
«Il mio compito dunque era di aiutare gli avvocati difensori Richard Rampton, Heather Rogers, e Anthony Julius a convincere il giudice che nessuno storico serio che abbia considerato le prove avrebbe serio motivo di dubitare che ad Auschwitz ci furono camere a  gas»5.
Questa arrogante pretesa fu smentita proprio dal giudice Gray nella sua sentenza dell’11 aprile 2000. Al punto 13.71 egli scrisse:
«Devo confessare che, come – immagino – la maggior parte della gente, avevo supposto che le prove dello sterminio in massa di Ebrei nelle camere a gas di Auschwitz fossero convincenti.
Tuttavia, quando ho valutato le prove addotte dalle parti in questa causa, ho messo da parte questo pregiudizio»6.
Al punto 13.73 il giudice aggiunse:
«Riconosco la forza di molte osservazioni di Irving su alcuni di questi temi. Egli fa notare a ragione che i documenti contemporanei, come disegni, piante, corrispondenza con fornitori e simili offrono poche prove dell’esistenza di camere a gas progettate per uccidere esseri umani.
Tali documenti isolati sull’impiego di gas come si possono trovare tra questi documenti si possono spiegare con la necessità di disinfestare il vestiario in modo da ridurre l’incidenza di malattie come il tifo. I quantitativi di Zyklon B consegnati al campo si possono forse spiegare con la necessità di disinfestare vestiario e altri oggetti. È anche corretto che uno dei documenti più compromettenti, cioè la lettera di Müller [recte: di Bischoff] del 28 giugno 1943 che espone il numero dei cadaveri che potevano essere bruciati nei forni crematori presenta una quantità di caratteristiche curiose le quali ingenerano la possibilità che esso non sia autentico. Inoltre, le prove fotografiche dell’esistenza di camini sporgenti dal soffitto della camera mortuaria 1 del crematorio II – lo ammetto – sono difficili da interpretare»7.
Al punto 13.74 Gray riconobbe inoltre il valore di alcuni argomenti di Irving:
«Allo stesso modo Irving ha fatto valide osservazioni su varie relazioni fornite da superstiti e funzionari del campo. Alcune di queste relazioni furono prodotte come prove ai processi del dopoguerra. C’è la possibilità che alcuni di questi testimoni abbiano inventato qualcosa o perfino tutto delle esperienze che descrivono. Irving sostenne la possibilità di impollinazione incrociata, espressione con la quale intendeva la possibilità che dei testimoni possano avere ripetuto e anche abbellito le relazioni (inventate) di altri testimoni, col risultato che si costruì un corpus di false testimonianze. Irving rilevò che parti di qualcuna delle relazioni di

4 Idem, pp. XIII-XIV.
5 Idem, p. IX.
6 http://www.nizkor.org/hweb/people/i/irving-david/judgment-13-01.html
7 Idem.

qualcuno dei testimoni sono evidentemente errate o (come alcuni disegni di Olère) chiaramente esagerate. Egli suggerì vari motivi per spiegare perché dei testimoni potessero aver fornito relazioni false, come avidità e rancore (nel caso di superstiti), paura e desiderio di ingraziarsi coloro che li avevano catturati (nel caso di funzionari del campo). Van Pelt ammise che queste possibilità esistono. Io sono d’accordo»8.
Il convincimento del giudice circa la realtà di camere a gas omicide ad Auschwitz derivava unicamente dalla presunta “convergenza di prove”, come egli dichiarò esplicitamente al punto 13.78:
«La mia conclusione è che varie categorie di prove “convergono” nel modo asserito dagli Imputati»9.
Lo scopo di questo libro è di confutare radicalmente l’impianto argomentativo intrinsecamente falso di van Pelt, dimostrando che non esiste alcuna “convergenza di prove” e fornendo a ogni storico serio che esaminerà il complesso delle prove che adduco, un fondato motivo per considerare quantomeno dubbia l’esistenza di camere a gas ad Auschwitz.

8 Idem.
9 Idem.

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