Carlo Mattogno, Thomas Kues, Jürgen Graf: La ricerca archeologica di C. Sturdy Colls a Treblinka

Published: 2016-06-23

.

"La ricerca archeologica di C. Sturdy Colls a Treblinka", da pag. 762 a pag.771 su, Carlo Mattogno, Thomas Kues, Jürgen Graf: I "Campi di sterminio" dell'"Azione Reinardt" , analisi e confutazioni delle "prove" fittizie, delle imposture e deglu errori argomentativi dei bloggers di "Holocaust Controversies"e critica storica, tecnica ed archeologica della storiografia olocaustica sui campi di Bełżec, Sobibór, Treblinka e Chełmno, Testo consultabile qui: http://olodogma.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/11/CAMPI-REINHARDT_ms2.pdf

[153] 5. La ricerca archeologica di C. Sturdy Colls a Treblinka

Nel 2010 cominciò a diffondersi la voce che una giovane archeologa forense britannica dell'Uni- versità di Staffordshire, Caroline Sturdy Colls, si era assunta il compito di confutare i “negatori del- l'Olocausto” localizzando le fosse comuni e le presunte camere a gas del “campo di sterminio” di Treblinka, utilizzando le «tecniche scientifiche più moderne». In un video in rete,  Sturdy Colls fece la seguente dichiarazione illuminante:

«L'archeologia forense è la raccolta di prove per uso in un caso giudiziario. Ciò può essere qualunque cosa, dall'indagine su un singolo omicidio al genocidio o a crimini di guerra. Si stenta a credere che non sia mai stata effettuata una ricerca sistematica per i sei milioni di vittime che perirono nell'Olocausto. 800.000 persone furono uccise qui a Treblinka e i loro corpi non furono ritrovati. È giunto il momento che cominciamo a cercare» 2788.

A suo tempo commentai che una archeologa forense come Sturdy Colls deve sapere che è un dato di fatto che, in casi di omicidio, gli investigatori della scena del crimine fanno del loro meglio per ottenere prove tecniche e forensi e, cosa più importante, i resti fisici della vittima. In effetti «si stenta a credere» che una indagine tecnico-forense così elementare non sia stata attuata in questo caso di (presunta) uccisione di 800.000 persone!

In questo contesto il chiacchierone oscurantista dei nostri avversari, Myers, è semplicemente sbalorditivo:

«Uno sviluppo relativamente recente tra gli scrittori revisionisti è costituito da un'intensa concentrazione sulle prove fisiche nella loro negazione; probabilmente un segno di bancarotta intellettuale, determinata dal loro fallimento nel confutare innumerevoli testimoni e documenti, nonché a fornire una spiegazione alternativa coerente e documentata del reinsediamento» (p. 331).

Mi si consenta di riformulare quest'assurdità alla luce dell'ammissione rivelatrice di      Caroline Sturdy Colls:

«Uno sviluppo relativamente recente tra gli scrittori olocaustici è il timido tentativo di interpretare male le prove fisiche nella loro negazione dei fatti; probabilmente un segno di disperazione, causata dal loro insuccesso nel confutare gli argomenti revisionistici, nonché nel fornire una storiografia coerente e documentata sulle pretese camere a gas omicide».

Il fatto che per i nostri avversari il tipo di prova più solido – cioè la prova fisica in qualunque forma – sia la meno importante, è il sintomo di un errore storiografico fondamentale. L'ignoranza e il silenzio su fatti tecnici, forensi, medici e  fisici corre come un filo rosso attraverso la storiografia olocaustica principale.

Nel gennaio 2012, più di un anno dopo le prime notizie, apparvero due interviste radio e una intervista che si concentravano sulle prime scoperte rivelate di  Sturdy Colls compiute durante una ricerca nell'estate del 2011. Sotto riassumerò i miei commenti dell'epoca sulle dichiarazioni rese da

2788 Thomas Kues, «UK Forensic Archeologist Sets Out To Refute Treblinka “Deniers”»,  in: www.revblog.codoh.

Sturdy Colls2789. In una puntata del programma radio  online dell'Università di  Birmingham  Ideas

Labi, Sturdy Colls descrisse il suo metodo come segue:

«A Treblinka usai un certo numero di tecniche non invasive, il che, come avete sottolineato molto giustamente, significa che il terreno non fu disturbato a causa della legge ebraica della sepoltura, perciò i metodi usati non implicavano alcuna forma di distrurbo del suolo o di scavo. [...]. Quanto alle tecniche che furono usate, ci fu un processo di ricerca d'archivio che incluse  la  ricerca  di  materiale documentario, la  rivisitazione di  dati  storici,  se  volete, cercando dati nuovi e valutandoli con occhi archeologici, cercando anche informazioni sulla morfologia del terreno. Poi ci fu un processo di ricerca di fotografie aeree del sito,   di fotografie terrestri, di racconti di testimoni, di piante che erano state create, ecc., al fine di istituire un archivio di informazioni, sicché quando feci la ricerca tutto ciò poteva avere valore in previsione dei miei risultati. Così sul campo ciò comportò il percorrere il terreno, così la valutazione della morfologia del terreno, l'esame topografico che usò un GPS avan- zato e una intera stazione di ricerca per tracciare le caratteristiche su una pianta del sito, ci permisero di registrare cambiamenti micro-topografici che possono essere indicativi di caratteristiche di seppellimento. E anche di valutare la visibilità di altre caratteristiche come una quantità di artefatti che furono effettivamente identificati in una parte del sito piuttosto remota. Poi passando da ciò a guardare sotto terra, usai un certo numero  di tecniche, così molto spesso è menzionato il georadar e questo fu uno dei metodi usati, ma questo fu anche avvalorato da altri metodi che rilevano altre proprietà fisiche nel suolo. Così usai anche l'esame della resistenza e inoltre una estensione di ciò permette la rappresentazione a 3 dimensioni di resti seppelliti, per  garantire che tutte le proprietà dei resti seppelliti potessero essere caratterizzati accuratamente».

Nello stesso programma ella descrisse così le sue scoperte preliminari:

«I risultati della ricerca, corroborati con informazioni storiche, hanno indicato che a Treblin- ka sopravvive una quantità di fondamenta di costruzioni proprio sotto la superficie e anche un considerevole quantitativo di macerie ovviamente strutturali che i nazisti non poterono semplicemente rimuovere dal sito e ciò conferma relazioni scritte da investigatori del dopo- guerra che commentarono la visibilità di resti artefatti, resti strutturali al campo. Abbiamo anche identificato un certo numero di fosse nel sito. Inoltre, tutte queste fosse sono state rappresentate su una mappa e corroborate con piante di testimoni e ciò è indicativo di un certo numero di probabili fosse nel sito. [...]. Sembra che qui abbiamo una situazione nella quale si  ritiene comunemente che tutte le vittime di Treblinka furono  cremate, furono distrutte senza traccia, però la ricerca ha rilevato un quadro molto più complesso delle procedure di eliminazione [dei cadaveri] usate dai nazisti. [...]. Ci sono molte fotografie e prove fisiche che abbiamo osservato sul terreno a Treblinka le quali dimostrano che questi corpi non furono ridotti in cenere, che alcuni sopravvivono [sic] come fosse comuni in senso proprio e che le ceneri delle vittime furono ridepositate nelle fosse che essi [ i “nazisti”] avevano originariamente esumato per ordine di Himmler nel 1943».

Ritornerò ulteriormente sotto sulla faccenda delle fosse scoperte a fronte delle testimonianze oculari.  Sturdy Colls concluse  l'intervista di  Ideas Lab osservando che non aveva ancora finito con Treblinka:

«L'indagine ha dimostrato che il sito possiede un enorme potenziale in termini di ciò che possiamo apprendere dall'applicazione del metodo archeologico ed essa è molto appropria- tamente la punta dell'iceberg, nel senso che si tratta della prima indagine di ciò che spero verrà in maggior misura. Spero di ritornare al sito quest'anno [ 2012] e ci saranno ulteriori

2789 Thomas Kues, «Comments on Treblinka Statements by Caroline Sturdy Colls», in:   www.revblog.co doh.com/

stagioni di lavoro sul terreno negli anni futuri. Come ho detto, al momento, come risultato delle mie scoperte, abbiamo una mappa di ciò che sopravvisse al campo. Tuttavia, per  redi- gere una mappa del campo come fu, dobbiamo fare altro lavoro, dobbiamo studiare il sito. Solo una piccola parte del sito è stata effettivamente studiata, perciò in futuro si può scoprire ancora un enorme potenziale sulla storia di questo campo».

Nel programma radio “Fosse nascoste dell'Olocausto”, trasmesso da  BBC Radio 4 il 23 gennaio

2012, alle 20,00 (ora di Greenwich), Carolyn Sturdy Colls getta altra luce sulle sue scoperte:

«Ho identificato alcune fosse seppellite [ sic] usando tecniche geofisiche. Queste sono consi- derevoli. Una in particolare è di metri 26 x 17. [...]. Stiamo parlando di un numero consi- derevole di corpi [che] potevano essere contenuti in fosse di tali dimensioni. [...]. La ricerca tecnologica non ci permette di andare a certe profondità. So che è più di 4 metri.  [...]. È una fossa considerevole. [...].  Ci sono alcune fosse, in particolare dietro a ciò che ora è l'attuale memoriale, cinque che sono addirittura in fila, di nuovo di dimensioni considerevoli, in un'area che secondo le dichiarazioni dei testimoni fu l'area principale di eliminazione dei corpi, è dietro le camere a gas,  è dove la maggioranza delle vittime che vi furono mandate vennero poi successivamente seppellite e poi dove i resti delle cremazioni delle vittime furono anche depositati».

Sturdy Colls disse anche che aveva scoperto «due specie di strutture che [...]  sembra che siano le vecchie e le nuove camere a gas di Treblinka».

Più interessante delle due interviste è un breve articolo scritto da   Sturdy Colls stessa o dalla redazione editoriale della BBC sulla base di sue dichiarazioni verbali o scritte, che fu pubblicato nel sito web della BBC il 23 gennaio 2012790Vi leggiamo:

«L'esistenza di fosse comuni era pressoché conosciuta dalle testimonianze, ma l'incapacità di fornire prove fisiche persuasive mi condusse alla domanda se potesse realmente essere vero che lì furono uccisi centinaia di migliaia di Ebrei. Sebbene siano durate solo pochi giorni, queste investigazioni del dopoguerra [nel 1945-1946] restavano gli studi del campo più completi fino a quando cominciai il mio lavoro a Treblinka nel 2010. Questo rivelò l'esi- stenza di varie fosse nel sito. Alcune possono essere il risultato di saccheggi del dopoguerra, provocati dal mito dell'oro ebraico seppellito, ma alcune fosse più grandi furono individuate in aree indicate da testimoni come dislocazione delle fosse comuni e dei siti di cremazione. Una è lunga 26 metri e larga 17 e profonda almeno quattro metri, con una rampa al limite ovest e un bordo verticale a est. Altre cinque fosse di varie dimensioni e di profondità almeno simile si trovano nei paraggi. Date le loro dimensioni e la loro posizione, si può desumere con  grande probabilità che rappresentano le aree di inumazione. [...].  Oltre alle fosse, la ricerca ha localizzato elementi che sembrano strutturali e due di questi sono pro- babilmente i resti delle camere a gas. Secondo i testimoni, queste erano le uniche strutture al campo fatte di mattoni»

Quest'articolo è illustrato con due mappe composite sulle quali i contorni delle scoperte fatte da Sturdy Colls sono stati sovrapposti ad una attuale fotografia aerea del sito dell'ex campo  e ad una fotografia aerea della stessa aerea del 1944. Nella Figura 46 ho messo queste due mappe composite una accanto all'altra, ho spostato la legenda principale e la scala e ho leggermente aumentato le dimensioni dell'immagine per consentire un confronto più facile della scala. Nella mappa a sinistra ho inoltre numerato arbitrariamente da 1 a 10 le «probabili fosse di inumazione/cremazione».

2790  «Treblinka:  Revealing  the  hidden  graves  of  the  Holocaust »,  in:  www.bbc.co.uk/news/magazine-16657363. L'articolo ha un'intestazione che termina con queste parole: «...scrive l'archeologa forense Caroline Sturdy Colls», il che dà la chiara impressione che ciò che segue sia un testo scritto direttamente da  Sturdy Colls stessa; però l'articolo non è firmato. È comunque chiaro che il contenuto dell'articolo proviene da Sturdy Colls insieme alle mappe composite.

Figura 46  Le due mappa composite di Treblinka di Sturdy Colls.

Le informazioni fornite dalle due interviste, l'articolo e le mappe ci permettono di fare le seguenti osservazioni:

1) La fossa che  Sturdy Colls menziona «in particolare» e cui attribuisce dimensioni di «26 metri per 17», cioè in totale  442 m², è molto probabilmente identica con la fossa irregolare n. 3, situata circa 25 metri a sud del grande cenotafio memoriale. Questa è chiaramente la fossa con superficie più ampia delle 10 identificate; la maggior parte delle altre sono considerevolmente più piccole.

2) Per quanto riguarda l'area della superficie, due delle trentatré fosse comuni identificate da Andrzej Kola (fosse n. 1 e 27) sono più ampie (con rispettivamente  480 e 540 m²), mentre altre 2 (n. 7 e 14) sono quasi delle stesse dimensioni (rispettivamente 364,5 and 370 m²)2791. Delle sei fosse di inumazione identificate da Kola a Sobibór, due fosse (n. 2 e 4) sono più ampie o perfino cospicuamente più ampie (con aree rispettivamente di 500 e   1.575 m²), mentre altre due fosse avevano una superficie più o meno simile (fossa n. 1 e 6, con rispettivamente 400 e   375 m²) 2792. Eppure, mentre si presume che a Bełżec fossero stati inumati 435.000 cadaveri non cremati e circa

80.000 a Sobibór, il numero presunto di corpi non cremati seppelliti a Treblinka ammonta almeno a

700.000. Non sarebbe stato più sensato che i Tedeschi, a Treblinka, avessero utilizzato fosse comuni più grandi che negli altri due campi Reinhardt?

3) I testimoni oculari Eliahu Rosenberg e Chil Rajchman, che, per quanto sappiamo, sono i soli testimoni ad aver fatto dichiarazioni dettagliate sulle dimensioni delle fosse comuni nel «campo della morte vero e proprio», menzionano fosse di dimensioni di gran lunga più grandi della fossa più ampia individuata da Sturdy Colls. Eliahu Rosenberg dichiarò nel 1947 che le fosse comuni mi- suravano metri 120 x 15 x 6, il che corrisponde ad un'area di 1.800  metri quadrati e a un volume di

9.900 metri cubi2793. Chil Rajchman scrive nella sua relazione testimoniale del 1944 che «le fosse erano enormi, lunghe circa 50 metri, larghe circa 30 e profonde alcuni piani. Stimo che le fosse potevano contenere circa quattro piani»2794. Perciò le fosse di inumazione misuravano 1.500   m² secondo Rajchman  e forse (1.500 m² × 12 m =) 18.000 m³. Ciò significa che la fossa più grande scoperta da Sturdy Colls corrisponde a meno di un terzo della superficie asserita da  Rajchman e a un quarto della superficie asserita da Rosenberg!  Come può ella sostenere seriamente che le fosse

2791 C. Mattogno, Bełżec nella propaganda, nelle testimonianze, nelle indagini archeologiche e nella storia .op. cit., p. 98.

2792 Sobibór. Holocaust Propaganda and Reality, op. cit., p. 120.

2793 Cfr. Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, op. cit., p. 138.

2794 Chil Rajchman, Treblinka. A Survivor’s Memory 1942-1943, MacLehose Press, Londdra, 2011, p. 60.

scoperte sono confermate da prove testimoniali?

[Il testimone oculare Jankiel Wiernik parlò di una fossa comune che misurava metri 100 x 25 x 15 (= 2.500  m²  e 37.500 m3) e nello stesso tempo di metri 50 x 25 x 10 (= 1.250 m²  e 12.500 m 3) (vedi sopra, punto 97), misure in entrambi i casi notevolmente più grandi di quelle della fossa più ampia di Sturdy Colls. CM].

4) Prima di stimare approssimativamente il volume delle fosse scoperte da Sturdy Colls, bisogna ricordare che le fosse più profonde identificate da Kola a   Bełżec e Sobibór (a   Sobibór la n. 3) misuravano metri 5,80, mentre la profondità delle restanti fosse era in media di 4 metri. È improbabile che le fosse a Treblinka fossero in media considerevolmente più profonde. Assumendo tuttavia molto generosamente la stima di   Eliahu Rosenberg di 6 metri (la stima di   Rajchman di circa 12 metri si può certamente liquidare come esagerazione) e assumendo ancora più generosa- mente (per comodità) che 6 metri fosse la profondità effettiva, con le pareti della fossa verticali invece che inclinate (una ipotesi ovviamente  non realistica, che è inoltre contraddetta dalla dichia- razione di Sturdy Colls che la fossa aveva una «rampa al limite ovest» e «un bordo verticale a est», il che presuppone che tre della quattro pareti erano oblique), la fossa n. 3 avrebbe avuto un volume di  (26 m  × 17 m × 6 m =) 2.652 m³. Assumendo una capacità ipotetica massima di 8 cadaveri per metro cubo, la fossa in questione avrebbe potuto contenere (2.652 x 8 =) 21.216 cadaveri. Siccome il cosiddetto documento Höfle  interpretato dal punto di vista olocaustico mostra che a Treblinka furono uccise 713.555 fino alla fine del 1942 e giacché praticamente tutte le fonti sostengono che le cremazioni non sperimentali su scala significatica non cominciarono a Treblinka fino al 1943, al campo dovettero essere inumati almeno 700.000 cadaveri. Ciò avrebbe richiesto non meno di n (700.000 ÷ 21.216 =) 33 fosse delle stesse dimensioni della fossa n. 3 (secondo la nostra generosa stima), con una superficie totale di 14.586 m² o quasi 1,5 ettari.

5) Le fosse n. 1  e 2, che insieme sembrano avere un'area di superficie di circa 600-700 m², sono situate nella parte occidentale del sito del campo, vicino alla ferrovia a scartamento ridotto inter- rotta, evidentemente al di fuori del “campo della morte vero e proprio”. Esse possono essere identiche alle fosse comuni menzionate dal testimone Abraham Kszepicki, nelle quali furono sep- pelliti durante i primi mesi di attività i corpi degli Ebrei che erano morti nel viaggio verso il cam- po2795.

6) Le quattro fosse numerate 5-8 sono situate in una fila non molto diritta e sono senza dubbio identiche alle “cinque” [sic] fosse «di dimensioni considerevoli» situate «in fila», nell'area che secondo i testimoni fu «l'area principale di eliminazione dei corpi [...] dietro le camere a gas»  men- zionate da Sturdy Colls nell'intervista della BBC. Le fosse 5-8 coprono una superficie corrispon- dente approssimativamente al 175-200% della fossa n. 3.

7) Complessivamente, le fosse 1-10 individuate da   Sturdy Colls coprono una superficie che a stento supera i 3.500 m². Assumendo una profondità media effettiva di 4 metri –  leggermente di più della profondità media delle fosse di  Bełżec (metri 3,88)  – con pareti verticali e trascurando il pro- babile allargamento del volume originario delle fosse dovuto a scavi clandestini o ad altre cause, il volume totale effettivo delle «probabili fosse di inumazione/cremazione» scoperte da Sturdy Colls in 2010-2011 sarebbe di (3.500 m² × 4 m =) 14.000 m³. Le fosse di Bełżec, come sono state iden- tificate da Kola, hanno un volume totale stimato di  21.310 m³, mentre quelle di  Sobibór  hanno un volume totale stimato di 14.719 m³.

Il volume stimato di  14.000 m³, ovviamente esagerato, avrebbe potuto contenere al massimo (14.000 m³ × 8 m³ =) 112.000 cadaveri. Così, di nuovo, queste fosse non sarebbero state sufficienti per seppellite tutti i cadaveri –  come è stato riconosciuto da  Sturdy Colls stessa. Secondo  Yitzhak Arad, a Treblinka solo «durante le prime cinque settimane di attività di uccisione» furono assas-

2795 Y. Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka. The Operation Reinhard Death Camps, op. cit., p. 85.

sinati 312.500 Ebrei2796. La documentazione del Consiglio Ebraico di Varsavia mostra che tra il 22 luglio e il 12 settembre 1942 furono deportati dal ghetto di Varsavia a Treblinka  251.545 Ebrei 2797. Inoltre, come è stato già sottolineato, il documento  Höfle dice che fino alla fine del 1942 furono deportati a Treblinka 713.555 Ebrei. A giudicare dalle informazioni addotte, le «probabili fosse di inumazione/cremazione» identificate finora avrebbero potuto contenere solo una piccola frazione di questo enorme numero di persone.

8) La dichiarazione di Sturdy Colls che «l'incapacità di fornire prove fisiche persuasive mi condusse alla domanda se potesse realmente essere vero che lì furono uccisi centinaia di migliaia di Ebrei», implica che la presenza stessa di fosse comuni sarebbe sufficiente a confutare i “negatori”. Ciò però non è corretto, perché è chiaro che a Treblinka sarebbero esistite fosse comuni di conside- revoli dimensioni anche se esso era in realtà un campo di transito. Lo storico olocaustico Dieter Pohl stima che fino al 5%  dei deportati nei campi Reinhardt perirono durante il viaggio per soffocamento, disidratazione, schiacciamento provocato da deportati presi dal panico, ecc. 2798. [Questa percentuale, rispetto alla cifra summenzionata di 713.555 deportati, corrisponderebbe a circa 35.700 vittime: CM.].

Considerando che la ricezione di trasporti a Treblinka durante gli intensi mesi iniziali di attività, a quanto si dice, fu  gestita in modo grossolano dal primo comandante del campo, il dott.  Irmfried Eberl, portando alla sosta di trasporti in stazioni intermedie – e ciò nel caldo estivo di luglio e agosto – non c'è motivo di dubitare che un certo numero di Ebrei debbano essere periti durante il viaggio da Varsavia a Treblinka. D'altra parte, il viaggio da Varsavia a Treblinka, secondo l'orario dei trasporti, durava “soltanto” 3 ore e 55 minuti, sicché per questo gruppo di deportati (corrispon- denti approssimativamente a un terzo del numero totale dei deportati a Treblinka), è molto impro- babile che il tasso di morte durante il viaggio raggiunse quello postulato da Pohl2799. Il tasso di morte durante il viaggio per trasporti provenienti da parti della Polonia più lontane e da altri paesi controllati dai Tedeschi fu probabilmente più alto di quello dei deportati da Varsavia, a causa della maggiore durata del viaggio. Ci sono anche ragioni per assumere che una piccola percentuale di deportati affetta da malattie contagiose o mentali o che erano troppo deboli per il trasporto ulteriore furono sottoposti ad “eutanasia” al campo. A ciò bisognerebbe aggiungere un piccolo numero di decessi per varie cause tra i detenuti del campo.

9) Il riferimento alla scoperta di «un quadro molto più complesso delle procedure di elimina- zione [dei cadaveri] usate dai nazisti» e di «fosse comuni in senso proprio» suggerisce la presenza di una o più fosse piene di cadaveri non cremati. Una indagine dettagliata su tali fosse potrebbe far luce sul numero effettivo di cadaveri originariamente seppellito nelle altre fosse. È anche degno di nota che  Sturdy Colls abbia usato l'espressione «probabili fosse di inumazione/cremazione», sicché una o più fosse potevano essere state usate per cremazioni e non per inumazione. Le dimensioni di una fossa di cremazione, se fosse identificata, potrebbero dare importanti indizi riguardo alla effet- tiva capacità di cremazione di Treblinka.

10) Quanto ai presunti edifici delle camere a gas, sappiamo soltanto che  Sturdy Colls ha identi- ficato due strutture di mattoni. Sulle mappe composite sono segnate non due, ma quattro strutture, la più grande delle quali sembra essere quella identificata da  Sturdy Colls come il «nuovo edificio delle camere a gas». Le altre tre strutture, di cui due sono relativamente grandi, sono situate in stretta vicinanza. Si deve supporre che una delle due strutture più grandi è stata identificata da Sturdy Colls come il «vecchio edificio delle camere a gas». Secondo il tentativo olocaustico più

2796  Idem, p. 87.

2797 Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, op. cit., pp. 275-276.

2798 D.Pohl, «Massentötungen durch Giftgas im Rahmen der ‘Aktion Reinhardt’: Aufgaben der Forschung », in: Günter Morsch, Bertrand Perz (a cura di), Neue Studien zu nationalsozialistischen Massentötungen durch Giftgas. Historische Bedeutung, technische Entwicklung, revisionistische Leugnung, op. cit., p. 194.

2799 Cfr. Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, op. cit., p. 107.

elaborato di ricostruire la pianta di Treblinka in base a fotografie aeree e a dichiarazioni di testi- moni, la pianta del 2004 di Peter Laponder2800, le sole strutture adiacenti al «vecchio edificio delle camere a gas» erano una stazione di pompaggio dell'acqua, un piccolo corpo di guardia e una torre di guardia. Eppure nella mappa composita abbiamo due ampie strutture una accanto all'altra.

Va rilevato che nessuna delle fosse o dei resti strutturali si trovano sotto l'area coperta da pietre e cemento del memoriale di Treblinka (l'area celeste nella parte sinistra della Figura 44). In una intervista che è apparsa in un giornale olandese nel 2012,  Sturdy Colls dichiara di ritenere che «la maggior parte delle fosse comuni si trovano sotto le pietre di granito»2801, il che implica che que- st'area, corrispondente a circa 1 ettaro, non è stata ancora esaminata. Si può supporre che quest'area sarà esaminata nel corso di spedizioni future, oppure sarà dichiarato che l'area non può essere esaminata a causa della copertura di cemento. Quest'ultima affermazione solleverebbe però dubbi giustificati. Una delle autorità nell'uso forense del georadar, John J. Schultz, scrive:

«Un altro vantaggio dell'uso del georadar per scoprire una fossa clandestina è che si può usare per individuare elementi seppelliti sotto  cemento o asfalto senza causare alcun danno. Questo è uno dei vantaggi più grandi dell'uso del georadar, perché ci sono opzioni di ricerca limitate quando la ricerca dev'essere effettuata su una superficie dura. Il georadar è l'opzione di ricerca preferita per questo tipo di indagine ed è stato usato con successo in vari casi per individuare le tombe di individui seppelliti sotto lastre di cemento allo scopo di occul- tarli»2802.

Altrove Schultz descrive un simile caso, in cui una tomba individuale fu scoperta sotto una la- stra di cemento usando il georadar:

«Nel dicembre del 2003 all'autore  Schultz fu chiesto dall'ufficio dello sceriffo della contea di  Orange di effettuare una ricerca col georadar in una casa residenziale. Nel caso era im- plicato un figlio che era accusato di aver assassinato suo padre 15 anni prima e di aver uc- ciso più di recente sua madre. Gli investigatori avevano ricevuto una serie di indizi che li inducevano a credere che un corpo, quello del padre, era stato seppellito sotto la lastra di cemento nel garage. Un informatore, un vicino, aveva osservato che il pavimento di cemento del garage era stato riparato; il figlio [ del padre assassinato] gli aveva detto che era stato riparato un tubo dell'acqua che perdeva. Ciò però era sospetto, perché non ci sono tubi sotto la lastra di cemento in quest'area della casa. Per di più  il figlio aveva concordato con uno specialista della pietra di rivestire l'intera superficie del pavimento del garage con pietre del fiume Chattahoochee, che è un rivestimento comune per piscine interrate e non per pavi- menti di garage. Inoltre lo specialista della pietra riferì che la metà della superficie del garage, il lato destro, era coperto da lastre di 4 piedi x  8 (1,2 x 2,4 metri) di acciaio placcato diamante. [...]. Gli investigatori della squadra omicidi credevano anche che la madre, che mancava da circa tre mesi, fosse sepolta  nel cortile posteriore della residenza. Quando gli investigatori e  gli addetti alla scena del crimine condussero la ricerca preliminare, fu notato che nel cortile posteriore erano presenti due lastre di cemento gettate di recente. Si decise di effettuare anzitutto una ricerca col georadar su una delle due lastre più piccole nel cortile posteriore. I risultati della ricerca indicarono che sotto la lastra non c'era alcuna tomba, perciò quest'area fu esclusa dalla ulteriore ricerca.  Mentre si preparava l'esame della secon- da lastra nel cortile posteriore, le forze dell'ordine ricevettero la soffiata che il secondo corpo si trovava in una seconda casa residenziale, il che fu poi confermato in serata.  Prima di ese- guire la ricerca col georadar nel garage, una carcassa di cane aveva attratto l'attenzione sul pavimento in un'area in cui la lastra di cemento era stata riparata. La pietra di Chatta-

2800 In: www.deathcamps.org/treblinka/pic/bmap9.jpg.

2801 «Massagraven in Treblinka ontdekt», in: NRC Handelsblad, 26 gennaio 2012, p. 19.

2802 John J. Schultz, «The Application of Ground-Penetrating Radar for Forensic Grave Detection», in: Dennis Dirk- maat (a cura di), A Companion to Forensic Anthropology, Wiley-Blackwell, Chichester, 2012, pp. 94–95.

hoochee e la lastra di acciaio placcato diamante che corpivano una parte del garage furono rimosse, mostrando il pavimento di cemento rappezzato. Furono effettuati molteplici trac- ciati col georadar e i dati di quest'area furono raccolti (figura 6.22). I risultati dell'area diret- tamente sotto le riparazioni mostrarono un disturbo abbastanza grande da indicare un corpo seppellito (figura 6.23). [...]. Uno scavo accurato nell'area portò alla luce uno scheletro che fu poi positivamente identificato come il padre»2803.

La figura 6.23 di Schultz (riprodotta sotto come Figura 47) mostra che la lastra di cemento in questione aveva uno spessore di circa 20-30 centimetri, ma è dimostrato che il georadar può penetrare anche lastre di cemento più spesse. Secondo una tavola che si trova in un'opera tecnica sul georadar, quando venga usato per la «determinazione dello spessore di elementi di cemento che siano accessibili solo da sopra (cioè di una piattaforma di cemento)», lo «spessore massimo che si può misurare» è di 0,5 metri usando il georadar con un'antenna di 500  MHz2804.

Figura    47  “Profili di riflessione di georadar relativi a pavimento di garage con tracciato 1 che mostra i tondini conficcati nella lastra di cemento e nessuna indicazione di corpi seppelliti, mentre il tracciato 2 mostra il punto fonte di riflessione di un corpo seppellito direttamente sotto l'area dove il pavimento è stato riparato”.

Come mostra qualunque fotografia al livello del suolo del “Cimitero simbolico”, l'area monu- mentale non è coperta da una lastra gigante, ma da un mosaico di lastre più piccole. Nella fotografia (Figura 48), che mostra una cartellina di plastica con fogli di formato A4 (210 x 297 mm) posta tra due linee di lastre di cemento, le singole lastre hanno uno spessore di circa 30 centimetri, che dovrebbe permettere una ricerca col georadar simile a quella descritta da Schultz. Inoltre tra molte di queste lastre ci sono divari da qualche centimetro a circa 10 centimetri di altezza, che corrono spesso  in  linee  più  o  meno  rette2805.  La  distanza  tra  le  “pietre  tombali”  varia  a  sua  volta

2803 Tosha L. Dupras, John J. Schultz, Sandra M. Wheeler, Lana J. Williams, Forensic Recovery of Human Remains: Archaeological Approaches, 2nd ed., CRC Press, Boca Raton (FL) 2012, pp. 150–151.

2804 Tavola 9.2 “Fields of application of nondestructive testing methods for structural investigation of concrete”, in

David J. Daniels (a cura di), Ground Penetrating Radar, 2ª ed., The Institution of Engineering and Technology, Londra,

2004, p. 405.

2805 Oltre a questa fotografia, vedi ad esempio: www.znak.org.pl/graph/invitations/mainphoto/large/Treblinka.jpg and http://4.bp.blogspot.com/-KYCILHlFFoY/UC8HhwNzNfI/AAAAAAAAALk/AJYVSYAohog/s1600/DSC00237.JPG.

considerevolmente, ma è frequentemente di 50 centimetri o più. Il tipo di carrello ad una ruota usato dal gruppo di  Sturdy Colls ha una larghezza di soli 40 centimetri 2806. Per quanto riguarda il terreno che si trova sotto le lastre di cemento, sappiamo che «le indagini geofisiche che usano sistemi di georadar riescono meglio in suoli sabbiosi secchi»2807 .

Figura 48  Lastre di cemento al “cimitero simbolico” di Treblinka. Fotografia di Simon L., ottobre 2012.

Esaminando l'ex sito del campo nel 1945, il giudice Łukaszkiewicz  notò che il suolo qui è in effetti prevalentemente sabbioso2808, il che rende il sito ideale per ricerche col georadar. Pur essendo impossibile coprire l'intera aerea monumentale con tracciati di georadar che vadano da un capo al- l'altro del monumento senza rimuovere varie “pietre tombali”, non sembra certamente inattuabile raccogliere un gran numero di profili relativamente brevi di georadar che potrebbero, almeno ap- prossimativamente, delineare i contorni di ogni fossa presente sotto le lastre. Si può soltanto sperare che questa opzione sia tenuta in debito conto, ma considerando ciò che i sostenitori dell'Olocausto hanno tutto da perdere se non scoprono le enormi fosse comuni richieste dalla versione ufficiale, possiamo aspetterci che non si asterranno molto dal pronunciare la parola “impossibilile”.

Naturalmente sono essi che hanno l'obbligo morale di dimostrare la veridicità delle loro affer- mazioni, che includono la presenza di fosse comuni di dimensioni adeguate nel sito di Treblinka. Alla fine, tuttavia, alla libera ricerca scientifica si dovrà permettere di investigare il terreno di Treblinka senza gli impedimenti di qualunque pretesa di violazioni della legge giudaica della sepoltura – violazioni che in alcuni casi non furono provocate da sondaggi e scavi di sepolture come

(panorama di fotografie).

2806 Cfr. «Treblinka – prawdę o zagładzie skrywa ziemia », in:  http://odkrywcy.pl/drukuj.html?wid=14191403 &smg4 sticaid=6f21d.

2807 Tosha L. Dupras et al.Forensic Recovery of Human Remains: Archaeological Approaches, op. cit., p. 135.

2808 Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, op. cit., p. 86.

quelle dei campi Reinhardt, come ha ampiamento mostrato Carlo Mattogno nel Capitolo 11.

Finora,  Caroline Sturdy Colls non ha pubblicato nulla di concreto sulle sue scoperte a Treblinka. In un articolo pubblicato nell'estate del 2012 che si occupa di vari aspetti sociologici e teorici dell' “archeologia dell'Olocausto”, ella dedica due pagine alla sua ricerca a Treblinka, ma non divulga nessuna informazione nuova. Vi apprendiamo comunque che «l'uso di metodi non invasivi ha aperto la via a una collaborazione a lungo termine col Muzeum Walki i Męczeństwa w Treblince [Museo della lotta e del martirio di Treblinka] e ha aperto la possibilità di scavi lontano da probabili sepolture»2809, confermando che il progetto di ricerca continua e suggerendo il futuro scavo delle strutture provvisoriamente identificate da  Sturdy Colls  come le “camere a gas”, nonché l'ulteriore individuazione di fosse in aree finora non esaminate.

Poiché sembra che  Sturdy Colls rivelerà al pubblico le sue scoperte solo gradualmente e lungo un periodo di tempo esteso – la sua tesi di dottorato è relegata al 20172810,   sebbene nel 2014 sia prevista la pubblicazione di un «nuovo libro più grande» basato sui «risultati del lavoro a Treblin- ka» 2811  – e   poiché finora abbiamo soltanto esigue informazioni per procedere, al momento   non possiamo ovviamente fare alcuna affermazione definitiva sulle scoperte. Tuttavia va notato che, secondo il sito web dell'Università di  Staffordshire, «[a Treblinka] nel 2013 sono previste ulteriori fasi [di ricerca sul] terreno»2812.

Possiamo comunque osservare con certezza che, per salvare la versione ufficiale degli eventi, Sturdy Colls  dovrà trovare un'area sotto la parte coperta del memoriale nell'ex “campo della morte vero e proprio” strapiena di profonde fosse comuni. Se vi saranno trovate solo poche fosse sup- plementari delle stesse dimensioni di quelle finora trovate, o nessuna, ciò significherà inevi- tabilmente il chiodo finale nella bara della leggenda del “campo di sterminio” di Treblinka.

[Come viene spiegato nel punto 40 del Capitolo 11, quand'anche  Sturdy Colls trovasse sotto il memoriale cementato una immensa fossa comune pari a tutta la sua estensione (circa un ettaro), neppure questa, aggiunta alle altre già scoperte, sarebbe sufficiente a contenere tutti i cadaveri presuntamente inumati a Treblinka. C.M.].

2809 Caroline Sturdy Colls, «Holocaust Archaeology: Archaeological Approaches to Landscapes of Nazi Genocide and Persecution», in:  Journal of Conflict Archaeology, vol. 7, n. 2, maggio 2012, p. 92. Sturdy Colls ha pubblicato anche un articolo in polacco che, nonostante la sua lunghezza, non presenta nulla di concreto che sia degno di commento.

  1. C. Sturdy Colls, «O tym, co minęło, lecz nie zostało zapomniane. Badania archeologiczne na terenie byłego obozu zagłady w Treblince [ Ciò che è passato, ma non è stato dimenticato: ricerche archeologiche nel terreno dell'ex campo di

sterminio di Treblinka», in: Zaglada Zydow. Studia i Materialy, vol. 8, Varsavia, 2012, pp. 82-118.

2810 In: http://etheses.bham.ac.uk/3531/

2811 «Forensic and Crime Science News 2012», in:  www.staffs.ac.uk/faculties/sciences/news_and_events/news_archi ve/forensic_science_news_2012.jsp.

2812 Idem.


Additional information about this document
Property Value
Author(s): Olodogma
Title:
Sources:
n/a
Contributions:
n/a
Published: 2016-06-23
First posted on CODOH: Jan. 20, 2020, 9:24 a.m.
Last revision:
n/a
Comments:
n/a
Appears In:
Mirrors:
Download:
n/a