...dei 100 anni dello SS-Hauptsturmführer Erich Priebke? Resta il "Italiani dove siete????"
Cosa resta del 29 luglio 2013, giorno del compleanno dello SS-Hauptsturmführer Erich Priebke? Dopo che il rito della protesta ben preparata e pubblicizzata da tempo dai mezzi di distrazione popolare dai veri problemi, dei 9 milioni di poveri italiani per esempio, dopo che il polverone si è posato, resta solo quella frase..."italiani dove siete???" ! Solo quello! Una sentenza biblica: Noi e Voi, il classico per eccellenza, il discrimine plurimillenario, la fonte, per noi, di ogni forma di discriminazione o "razzismo", genesi di ogni reazione liberatoria. Già!
Non è che si sentisse la mancanza di conferme, ma questo è ciò che rimane! Un devastante autogol dopo decenni di oculato mimetismo, precisazioni, distinguo...tutto buttato a mare con solo 3 parole e 4 punti interrogativi!
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- La bandiera dello "stato ebraico" ben in vista e vicina la cartello
..."Ancora più chiaro nello spazzar via ogni cavillo, rivendicando il diritto ad esercitare una «doppia fedeltà» – ma è davvero doppia, o non piuttosto un'unica eterna fedeltà all'ebraismo? – era stato, sull'AJW il 5 maggio 1994, il presidente dello Zentralrat Ignatz Bubis: «Noi ebrei non possiamo essere sionisti, dobbiamo essere sionisti! È un imperativo del cuore e della ragione [...] L'amore per Sion e per i sionisti non ci impedisce [comunque] di vivere in Germania e a tal proposito non mi faccio certo dei problemi [und ich habe dabei kein schlechtes Gewissen]».
«Doppia fedeltà» mistificata anche dai termini «doppia nazionalità», «doppia solidarietà» e «doppia anima», limpidamente documentati da Ostrovsky (I) e da Seymour Hersh, come anche dalla double solidarité di Batault, dalla divided allegiance e psychical expatriation "fedeltà divisa" ed "espatrio psichico" di Lewisohn, dalla dual loyalty "doppia lealtà" di Rabbi Maybaum, dalle divided loyalties "lealtà divise" di Arrigo Levi (IV), dalle multiple loyalties "lealtà multiple" di Diana Pinto (I), dalla dual allegiance "doppia fedeltà" di Hilaire Belloc e del businessman «canadese» Ben Dunkelman, dalla dual morality "doppia moralità" e dual set of ethics – an altruistic one for themselves and a predatory one for Gentiles "due specie di morale, una altruistica per se stessi e una di sfruttamento verso i non-ebrei" di David Duke, dalla mehrfache Solidarität "solidarietà multipla" di Erwin Schmidl, dal lirico «duplice sguardo» di Amos Luzzatto. Come infine, con espressione più rozza ma certo più chiara, dal «piede in due scarpe». E a chiarire il concetto ai goyim – altro che la furbesca «retorica del "nemico interno"» mistificata dall'«italiano» Furio Jesi! – sono infatti Rabbi Agus, che rivendica «non il vecchio spauracchio [old bugaboo] della "doppia lealtà"», tante volte avanzata, ma «una singolare, metastorica lealtà a Israele, una mistica che trascende tutte le lealtà nazionali», Simon Snopkowski, presidente della Israelitische Kultusgemeinde "Comunità religiosa israelitica" bavarese, nel settembre 2001 sul n.86 del suo bollettino: «Noi tutti, esiliati, volgiamo lo sguardo alla Terra d'Israele, nostra antichissima patria, oggetto dei nostri pensieri quotidiani e meta di ogni nostra nostalgia [...] Quando si tratta dell'esistenza dello Stato di Israele, noi ebrei di tutto il mondo sorgiamo a sua difesa come un sol uomo, anche se siamo dispersi in ogni parte del mondo», e il successore di Bubis, Paul Spiegel, sulla Jüdische Allgemeine del 14 febbraio 2002: «Jeder Jude auf dieser Welt, wenn er seine Wurzeln ernst nimmt, ist ein "Botschafter" Israels, Ogni ebreo al mondo, se considera seriamente le proprie radici, è un "ambasciatore" di Israele»"...(1)
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Chiudiamo con una citazione di fonte ebraica:
“Se quest’ostilità, addirittura questa ripugnanza, si fossero esercitate nei riguardi degli Ebrei solo in un periodo e solo in un paese, sarebbe facile individuare le cause ristrette di queste collere; ma questa razza è stata, al contrario, fatta segno all’odio da parte di tutti i popoli in mezzo ai quali si è stabilita. Bisogna dunque, poiché i nemici degli Ebrei appartenevano alle razze più diverse, vivevano in contrade molto lontane le une dalle altre, erano retti da leggi diverse,governati da principi opposti, non avevano né gli stessi usi, né gli stessi costumi, erano animati da spiriti dissimili che non permettevano loro di giudicare ugualmente tutte le cose, bisogna dunque che le cause generali dell’antisemitismo siano sempre risiedute in Israele stesso e non presso coloro che le combatterono.
Questo non per affermare che i persecutori degli Israeliti ebbero sempre il diritto dalla loro parte, né che essi non si lasciarono andare a tutti gli eccessi che comportano gli odi vivi, ma per porre come postulato che gli Ebrei furono causa – in parte almeno dei propri mali”. (Fonte: bernarde lazare in “L’Antisemitisme, son histoire er ses causes”, 1884, foto sopra )
Note:
1) Citazione da "Gentile signor Gatti" di Gianantonio Valli, IX lettera, effepi edizioni, 2012. Le persone interessate all’acquisto possono ordinare il volume :
– per posta a: effepi Via B. Piovera 7/3 – 16149 Genova (ITALIA)
– per e-mail a: [email protected]
– per telefono: 010-6423334 – 338-9195220
Qui sono raccolte tutte le lettere spedite al gatti stefano, cliccare sui numeri che corrispondono a ciascuna lettera:
Lettera 1 __ Lettera 2 __ Lettera 3 __ Lettera 4 __ Lettera 5 __ Lettera 6 __ Lettera 7
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Author(s): | Olodogma |
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Published: | 2013-07-31 |
First posted on CODOH: | Sept. 27, 2017, 12:49 p.m. |
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