Favole olocau$tiche: l' immaginario massacro “ Erntefest”... di Jurgen Graf

Published: 2014-10-23

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l' immaginario massacro “ Erntefest” 42

di Jurgen Graf

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(...) Il 24 luglio 1944 il campo di concentramento di Majdanek fu liberato dall'Armata Rossa. Tre settimane dopo, una commissione polacco-sovietica “accertò” che in questo campo erano stati uccisi non meno di 1.500.000 detenuti. Successivamente, la storiografia polacca ridusse questa cifra a 360.000 nel 1948 e a 235.000 nel 199243. Nel 2005 Thomas Kranz, direttore del settore storico del Museo di Stato di Majdanek, suscitò una minore sensazione fissando la cifra a 78.000 44. Come ho mostrato in un articolo, la cifra di Kranz è ancora troppo alta di almeno 28.000 decessi 45. Carlo Mattogno, nel libro su Majdanek, di cui è coautore con me e che apparve per la prima volta in tedesco nel 1998, giunse alla conclusione che a Majdanek perirono circa 42.200 detenuti46, cifra che potrebbe essere più bassa di qualche migliaio47. Perciò gli storici ortodossi, che ebbero a loro disposizione tutti i documenti fin dall'inizio, mentirono impudentemente e tenacemente per molte decadi,

42 La questione viene ripresa e approfondita nei punti 186-187 del Capitolo 6.
43 Jürgen Graf, Carlo Mattogno, Concentration Camp Majdanek. A Historical and Technical Study, Theses & Dissertation Press, Chicago 2003, capitolo 4.
44 Tomasz Kranz, «Ewidencja zgonów i śmiertelność więżniów KL Lublin» [La registrazione dei decessi e la mortalità dei detenuti al KL Lublino], in Zeszyty Majdanka, XXIII (2005).
45 J. Graf, «Révision du nombre des victimes de Majdanek», in: Sans Concession, n. 42-45 (settembre-dicembre 2008). Trad. ted: «Zur Revision der Opferzahl von Majdanek», in: http://juergen-graf.vho.org/articles/index/html.
46 J. Graf, C. Mattogno, KL Majdanek. Eine historische und technische Studie, Castle Hill Publishers, Hastings, 1998, capitolo 4.
47 J. Graf, «Révision du nombre des victimes de Majdanek», op. cit.

mentre due “negatori” che avevano trascorso insieme un paio di giorni negli archivi di
Majdanek, arrivarono molto vicino alla verità! Non c'è bisogno di dire che i nostri cinque oppositori preferirebbero azzannarsi la lingua piuttosto che ammettere questo fatto imbarazzante.

Tomasz Kranz, Carlo d'Inghilterra. Click...
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Dato che la sua sorprendente revisione intaccava la credibilità della storia ufficiale del campo
(ammesso e non concesso che sia mai stata credibile), Tomasz Kranz, che ovviamente voleva
limitare i danni, cercò di salvare i due pilastri centrali della leggenda del “campo di sterminio”: la menzogna che a Majdanek vi erano state gasazioni omicide (in un articolo successivo, Kranz asserì che vi furono gasati 11.000-12.000 detenuti48) e la menzogna che 17.000 Ebrei, che erano stati in precedenza impiegati in siti per la produzione di armamenti, erano stati fucilati a Majdanek il 3 novembre 1943. Lo stesso giorno, altri 25.000 lavoratori ebrei furono presuntamente fucilati in due campi ausiliari, Poniatowa e Trawniki. Inesplicabilmente, questo massacro inventato entrò a far parte della mitologia olocaustica come “Operazione Erntefest”.
Com'era prevedibile, Nicholas Terry abbraccia totalmente questa storia (pp. 233-234). Una settimana prima della pretesa fucilazione, Oswald Pohl, capo dell'Uffico Centrale Economia e Amministrazione delle SS [SS-WVHA], inviò una direttiva ai comandanti di tutti i campi di concentramento, incluso Majdanek. Egli rilevò:

«Dal nulla abbiamo creato fabbriche di armamenti che non hanno pari. Ora dobbiamo fare in modo con tutte le forze che i risultati già raggiunti siano non soltanto mantenuti, ma anche costantemente accresciuti in futuro. Poiché le officine e le fabbriche in sostanza restano quelle, ciò per noi è possibile solo conservando la forza lavorativa dei detenuti e accrescendola ulteriormente»49.

Questa direttiva mostra quanto disperato bisogno di lavoratori avesse l'industria militare tedesca, perciò come potrebbe, una persona sensata, credere seriamente che i Tedeschi ne assassinarono senza alcuna necessità 42.000 appena una settimana dopo? Inutile dire che non esiste neppure un briciolo di prova documentaria o materiale che confermi che un tale massacro sia mai avvenuto; come spesso accade, tutta la storia è basata esclusivamente su “rapporti di testimoni oculari”.
Ironicamente, la storiografia ufficiale polacca non nasconde il fatto che anche prima del presunto massacro “Erntefest” dei detenuti malati furono trasferiti a Majdanek da Auschwitz. Sotto la data del 3 giugno 1943 Danuta Czech dice:
«542 detenuti e 302 detenute provenienti da Majdanek furono trasferiti ad Auschwitz dal
campo di concentramento di Lublino-Majdanek»50.
La medesima fonte, il 25 novembre 1943, registra:
«Si ordina che all'ospedale dei detenuti e nei blocchi di convalescenza tutti i detenuti malati
di malaria debbano essere registrati. I detenuti malati di malaria vengono trasferiti nel KL
Lublino (Majdanek)»51.
Perché le SS di Auschwitz non uccisero queste “bocche inutili” mediante gasazione o iniezione letale, ma decisero invece di mandarle a Majdanek, dove essi non furono sterminati neppure lì?
Tra il 12 dicembre 1943 e il marzo 1944 trasporti di detenuti malati giunsero a Majdanek da vari
campi del Reich52. Di nuovo, nessuno asserisce che essi furono sterminati a Majdanek. A quanto pare, le cose andarono al contrario:

invece di uccidere Ebrei malati e risparmiare quelli sani, le SS risparmiarono gli invalidi e fucilarono i robusti!

Un acume veramente rivoluzionario, non è vero, Terry?

48 T. Kranz, «Massentötungen durch Giftgas im Konzentrationslager Majdanek», in: G. Morsch, B. Perz, A. Ley (a cura di), Neue Forschungen zu nationalsozialistischen Massentötungen durch Giftgas, op. cit., p. 227.
49 Archiwum Muzeum Stutthof, I-IB 8, p. 53. Traduzione e trascrizione del documento in: C. Mattogno, Auschwitz: Assistenza sanitaria, “selezione” e “Sonderbehandlung” dei detenuti immatricolati, Effepi, Genova, 2010.
50 Danuta Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945, Rowohlt Verlag. Reinbeck, 1989, p. 511.
51 Idem, p. 663.
52 J. Graf, C. Mattogno, Concentration Camp Majdanek, op. cit., p. 65.

 Nel capitolo nono del nostro libro su Majdanek, Mattogno cita le “confessioni” di Erich
Mußfeldt 53, già capo del crematorio di Majdanek, che descrisse nella prigionia polacca come gli Ebrei furono fucilati nelle tre fosse presso il crematorio54. Mattogno poi riassume la dichiarazione come segue:

«Secondo Erich Mußfeldt, l’azione iniziò alle 6 o alle 7 del mattino e terminò alle 5 del
pomeriggio, sicché durò non più di 11 ore. Gli Ebrei furono uccisi a gruppi di 10, perciò, supponendo che le fucilazioni si svolgessero contemporaneamente nelle tre fosse, le circa 17.000 vittime furono uccise in (17.000 : 30 =) 567 azioni. Ogni azione si svolse in ([11 x 3.600] : 567 =) circa 70 secondi. In questo tempo le 10 persone di ciascuno dei tre gruppi dovevano scendere nella rispettiva fossa, percorrere in media 50 metri, sdraiarsi sui corpi delle vittime precedenti ed essere fucilate a loro volta; dopo le prime esecuzioni, le vittime dovevano arrampicarsi sui corpi delle vittime precedenti...»55.

Sarebbe stato possibile? Forse, ma solo se fosse andato tutto liscio. Che peccato che Mußfeldt
non abbia detto a coloro che lo interrogarono per quanto tempo le SS e gli Ebrei si erano esercitati in questa procedura, vero, Terry?

Naturalmente l'intera storia è insensata: gli Ebrei avrebbero capito che non avevano più nulla da perdere e avrebbero tentato di fuggire o di opporre resistenza. Terry, che ha letto il nostro libro su Majdanek, ne è pienamente consapevole. Essendo suo malgrado incapace di controbattere gli argomenti di Mattogno, lo storico britannico ricorre a un sotterfugio:
«Il tentativo di Mattogno di “smascherare” i massacri nella sua brossura [sic!] del 1998 su Majdanek è piuttosto debole nella sua considerazione delle fonti disponibili. [...]. Per di più, la sua totale ignoranza/omissione dei massacri paralleli a Trawniki e a Poniatowa significa che noi lo rimanderemo semplicemente alla biblioteca [bibliografia] e agli archivi per trattare tutte le prove piuttosto che selezionarle a proprio piacimento» (p. 234).


Jurgen Graf e Carlo Mattogno a Minsk, luglio 1997

 

 

 

 

 

 

 

 

Se Mattogno ed io avessimo scritto un libro sull' “Operazione Erntefest”, avremmo indubbiamente studiato anche le prove dei “massacri paralleli”, ma il nostro tema era Majdanek, e solo uno dei suoi capitoli tratta dell' “Erntefest”. Giacché l'idea stessa che i Tedeschi avrebbero dovuto uccidere un gran numero di operai di cui avevano una disperata necessità è risibile già in via di principio, e poiché le prove citate dagli storici olocaustici in relazione alla presunta uccisione a Majdanek sono francamente assurde, né Mattogno né io ci siamo sentiti obbligati ad occuparci di Trawniki e di Poniatowa. Se la parte centrale di una storia è strampalata e inattendibile, non c'è ragione di presumere che le parti secondarie siano migliori.
Il fatto che la più grande fucilazione pretesamente perpetrata dai Tedeschi nella seconda guerra mondiale appartenga al dominio della fantasia, non significa certo che non ebbe luogo alcuna fucilazione di Ebrei o non Ebrei (nessun revisionista serio ha mai fatto un'affermazione così stravagante), ma dovrebbe far riflettere un “revisionista moderato” come Samuel Crowell, che nel suo interessante libro The Gas Chamber of Sherlock Holmes respinge la menzogna delle camere a gas, ma accetta acriticamente la pretesa che la “Germania nazista” massacrò (cioè fucilò) “milioni” di Ebrei56.

53 Il nome appare scritto anche nella forma “Muhsfeldt” o “Mussfeld”.
54 Anna Zmijewska-Wiśniewska, «Zeznania szefa krematorium Ericha Muhsfeldta na temat byłego obozu koncentracynego w Lublinie (Majdanek)» [Le testimonianze del capo del crematorio Erich Muhsfeldt sul tema dell'ex campo di concentramento di Lublino (Majdanek)], in: Zeszyty Majdanka, n. I, 1965.
55 J. Graf, C. Mattogno, Concentration Camp Majdanek, op. cit., p. 219.
56 S. Crowell, The Gas Chambers of Sherlock Holmes. Nine-banded books, Charlestown, 2011, p. xiv.

  Brano tratto da: Carlo Mattogno, Thomas Kues, Jürgen Graf , I “CAMPI DI STERMINIO” DELL' “AZIONE REINHARDT”- Analisi e confutazione delle “prove” fittizie, delle imposture e degli errori argomentativi dei bloggers di “Holocaust controversies”, marzo 2014 (ediz.stampa), pagg.14-15-16 dell'edizione a stampa, pagg.13-14-14 dell'edizione on-line.

Segnaliamo ulteriori interventi (di Carlo Mattogno) sulla pretesa fucilazione “Erntefest” si trovano alle pagg. 459÷467 dell'edizione on-line dell' opera. Cliccare qui per accedere.

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First posted on CODOH: Aug. 27, 2018, 8:25 a.m.
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