Il Dr Mirko Viola, su Liberthalia, da lezione di Virilità, di Storia e di correttezza
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Riportiamo una conversazione svoltasi altrove (http://liberthalia.wordpress.com/2014/02/16/cucciolo-di-agnelli/), il testo è parte di un post che parla di Agnelli, quello della FIAT. Riproduciamo la sola parte che vede gli interventi del Dr. Mirko Viola. Il testo completo si ha all'indirizzo riportato. L’introduzione del 3d dice…
…”Per capire la crisi economica che sta soffocando l’Italia, a volte basta guardare alla sua sedicente classe ‘imprenditoriale’: gli arroganti padroni delle ferriere, con la loro miseria morale, col loro borioso trionfalismo d’accatto…magnaccia del capitale che guardano alle forme di sfruttamento semi-schiavista del XIX secolo…È solo l’ultimo di una lunga schiera di saccenti imbecilli che, nati nella bambagia e cresciuti nel privilegio, si sente in dovere di dispensare le proprie lezioncine di vita, nella spudorata strafottenza di chi evidentemente è abituato a flatulare parole in libertà, tra schiere di plaudenti cicisbei a libro paga. Si tratta della prolifica genia di rampolli del “capitalismo” italiano, a dimostrazione che la madre dei cretini, oltre ad essere sempre incinta, non discrimina certo per censo”…
e via di questo passo, ampiamente condivisibile. Ad un certo punto della discussione interviene il Dr. Mirko Viola, alias Biomirko, che ben conosciamo. I chiarissimi, tecnici, documentatissimi interventi del Dr. Viola, l'abbondanza dei riferimenti, fanno riconoscere al comunista blogger "Devo ammettere che ne sai davvero una più del diavolo"…
"Io non entro così nel dettaglio, perché i miei approfondimenti a tanto non arrivano"... non gli resta che spiattellare sul 3d 3 vecchie foto delle fosse comuni DEGLI ALLEATI nel campo di Bergen-Belsen! La trivialità al potere! Un ottimo rientro sul WEB Mirko! ..."detto amichevolmente, tu sei un gran ‘paraculo’ perché, selezionando il registro dialettico giusto, hai saputo condurre con abilità la conversazione sui punti e sugli aspetti che più ti premeva illustrare, ritagliandoti uno spazio espositivo quanto più ottimale alla tua divulgazione.
Certo, nonostante gli sforzi, ogni tanto parte qualche intemerata “anti-giudaica”, ma da persona intelligente sai tenerla a freno, sapendo che in tal modo mai censurerei il tuo intervento. Bravo! Riconosco che ci sai fare"...
..."Confido invece di non essere tacciato di ‘pusillanimità’ o di essere a corto di argomentazioni, se non mi metto a confutare e controbattere punto per punto la considerevole mole di congetture, riferimenti, e dati da te riportati, in una costante circostanziazione delle fonti consultate, che indubbiamente contribuiscono ad incorniciare la tesi su una buona struttura di sostegno. Non saprei dire quanto solida, ma comunque ben confezionata"…
…mi natura dedit leges a sanguine ductas, nec possis melior iudicis esse metu…(…la natura mi ha dato leggi ispirate alla mia stirpe, e non potrei esser migliore per paura d’un giudice…) e vaffanculo! Copiamo esattamente il testo originale che corrediamo con foto e brevi interventi. Le 3 foto di fosse comuni di cadaveri (scattate dagli occupanti nel lager di Bergen-Belsen nel 1945) non sono postate da noi. …(Olodogma)
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Cucciolo di Agnelli
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biomirkoDice:
marzo 11, 2014 a 16:18su stormfront dicevamo le stesse identiche cose riguardo al giudeo Elkann… ottimo Sendivogius… ottimo davvero!!!
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SendivogiusDice:
marzo 11, 2014 a 18:12Eh sì, ancora qualche mese di addestramento e poi mi metto a marciare per casa a passo dell’oca, una scopa in culo e braccio teso, intonando l’Horst-Wessel-Lied.
Noto con discutibile piacere che il nostro affezionatissimo Silvio Pellico degli Identitari, riconquistata la libertà e dissequestrato il pc, è ritornato subito a trovarci, tanto grande doveva essere la nostalgia…
Però Mirko sarebbe ora di fare pace col cervello: qui si passa dall’ottimo, all’immaginario malato (io, eh!?!).
Forse sarebbe tempo di consultare uno specialista… ce ne sono di bravi anche nelle ASL, se la tariffa è fuori portata.
Ad ogni modo, sarebbe un investimento sicuramente migliore, rispetto alla parcella del tuo avvocato (specialmente se visti i risultati) e che immagino dovrà essere consultato in termini assai brevi, vista la rinnovata passione per giudei e affini.
In realtà, non pubblicando certi tuoi commenti, ti faccio un favore, evitandoti nuove grane legali, che puoi stai sicuro arriveranno presto se l’andazzo è questo…
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biomirkoDice:
marzo 12, 2014 a 10:24me ne frego delle conseguenze… la mia idea resta quella, non sono abituato a chinare il capo e non sarà una condanna ridicola per “associazione” con persone che nemmeno conosco che mi farà cambiare modo di pensare… la galera del regime democratico ha solo aumentato la mia rabbia e il mio odio nei confronti di un sistema marcio e malato che non mi fa paura.
dovrei contattare uno specialista di cosa??? mi sta consigliando un robusto lavaggio del cervello??? la sua intolleranza arriva a tanto??? e dopo cosa??? lobotomia e taglio delle mani per non permettermi di scrivere???
P.S: riguardo ai miei avvocati, mi permetta di farle notare che un processo basato sulla condanna di un’idea e non sulla condanna di atti criminali posti in essere non l’avrebbe vinto nemmeno la Bongiorno.-
SendivogiusDice:
marzo 12, 2014 a 18:05E’ questa traculenza da paranoico ossessivo, con le sue fisime e le sue fobie esasperate fino al paradosso, perennemente in guerra e in attesa di chissà quale armageddon, come una sentinella dell’apocalisse prossima ventura, che andrebbero approfondite con calma e dedizione… appunto da un bravo psicanalista (scienza giudea!?!) che ne avrebbe di ché lavorare!
E tranquillo: elettroschock, bagni ghiacciati e lobotomie, non si applicano più da tempo.
Certamente il carcere non ha giovato all’umore. E la cosa è comprensibilissima.Una parolina, da persona ignorante quale sono, sulla linea difensiva adottata… Mi par di capire che questa sia stata tutta impostata sull’insussistenza del reato associativo, nell’impossibilità di dimostrare un legame certo, con frequentazioni continuate e vincoli organizzativi, al di fuori di un forum meramente virtuale (stronzfront). E ogni sforzo difensivo è stato teso a dimostrare l’assenza di una fattispecie di reato concreta.
Dinanzi ad una ipotesi di reato tutto presunto e mai consumato, si è ritenuto potesse cadere l’intero impianto accusatorio, basato su elementi puramente indiziari e per giunta privi di reali riscontri probatori. E però si è ignorato un requisito fondamentale: una associazione a delinquere è possibile anche tra perfetti “sconosciuti” (non è necessario conoscere tutti gli aderenti), quando questi sono accomunati dalle medesime finalità penalmente rilevanti.
E voi sul fatto di non conoscervi di persona avete impostato, sbagliando, l’intera strategia difensiva, coi risultati ormai noti.
Intendiamoci: la violazione della Legge Mancino e l’apologia di reato c’erano tutte (e a suo tempo te lo avevo anche fatto notare, se ricordi); ma la contestazione di “associazione a delinquere” finalizzata alla consumazione di reati violenti ed all’organizzazione di raid punitivi (già “in preparazione”), insomma… m’è sembrata davvero una mezza (e anche più) stronzata, non foss’altro perché tra i deliri neo-nazisti e “identitari” di stronzfront m’ha sempre colpito una certa ansia ‘legalista’, nel timore di poter essere passabili di azioni penali. E certamente credo che, per quanto uno possa essere coglione, non va a mettere per iscritto su un sito internet accessibile al pubblico che si prepara ad assaltare i campi degli zingari.Certo poi, molto furbamente, ‘qualcuno’ ha rifiutato con sdegno ogni ipotesi di patteggiamento; è riuscito (da incensurato, credo) a farsi negare le attenuanti generiche; ottenere (caso più unico che raro!) la custodia cautelare in carcere e beccarsi pure un supplemento aggiuntivo per “reiterazione del reato”, perché si è messo a provocare via e_mail un bullo attaccabrighe come Pacifici, che non aspettava altro.
E nell’atto non ha colto l’opportunità di impugnare, per esempio, la pretestuosità di non poter accedere ad internet od utilizzare altri supporti informatici, in quanto “strumento di reato” finalizzato alla reiterazione del medesimo…Ma fortunatamente io non sono un esperto in materia legale.
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al seguente link: http://olodogma.com/wordpress/2013/09/20/0388-la-cartolina-con-contenuti-minatori-del-dr-mirko-viola/ troverà la CARTOLINA con “minacce e insulti antisemiti” spedita al pacifici dalla mia cella di isolamento di regina coeli… al pacifici non ho MAI inviato mail, non conosco il suo indirizzo di posta elettronica.
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….riguardo al resto le risponderò domani, adesso devo andare a fare un altro figlio
buonanotte
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biomirkoDice:
marzo 13, 2014 a 11:17non voglio entrare nel merito del processo, soprattutto perché aspetto di leggere le motivazioni della sentenza del tribunale di appello, ovviamente faremo ricorso in cassazione… con scarsissima fiducia, ma è un atto dovuto.
Però vorrei fare qualche piccola considerazione… io sono stato condannato per “violazione della legge Mancino”, durante l’intero processo gli avvocati delle parti civili e il pubblico ministero non hanno prodotto un solo reato compiuto dal sottoscritto, mi hanno condannato per un’inesistente e fantasiosa associazione ideologica a fini di discriminazione razziale (associazione che è stata smontata punto per punto da tutti i nostri avvocati) e – nel mio caso – per la diffusione di “ideologie negazioniste” (che in Italia non è reato)… nelle oltre novemila pagine del fascicolo, negli oltre due anni di intercettazioni telefoniche non emerge nulla di “criminale”… la storia dell’assalto al campo rom, che non compare nelle carte, è una stronzata buttata lì per giustificare l’arresto, ma che ha creato non pochi problemi agli imputati costretti a vivere in un ambiente carcerario in cui la presenza di zingari è costante.
Vorrei focalizzare la sua attenzione sulla cosiddetta legge Mancino che punisce i reati di odio e che lei ha citato.
Personalmente ritengo la legge Mancino un’aberrazione giuridica, una legge scritta da ipocriti, promulgata da ipocriti ed applicata da ipocriti…. nessuno andrebbe perseguito per le sue idee… ma paradossalmente questa legge dovrebbe perseguire per primi proprio gli ebrei. La legge infatti punisce ogni comportamento discriminatorio che comporti una distinzione, esclusione o preferenza basata sull’origine etnica e sulle convinzioni religiose.
Ebbene, la religione giudaica – le piaccia o meno – è fondata proprio su questi principi discriminatori…. lo dimostra la normativa rabbinica, elaborata nei secoli e ai giorni nostri ancora valida… lo dimostra la liturgia, che trasuda odio contro i non ebrei considerati “idolatri” (cristiani compresi).
Tanto per fare un esempio, ogni giorno il “pio” giudeo praticante recita una “benedizione” (in realtà una vera e propria maledizione) contro i “minim” (gli eretici, fra i quali vanno annoverati i cristiani) ed invoca Jahvè affinché essi siano distrutti al più presto.
Mi limito a riportare quanto scrive Elia S. Artom, una delle più autorevoli figure dell’ebraismo italiano, autore del volume “La vita di Israele”, la cui prima edizione risale al 1937 e che è stata più volte ristampata…. nella prefazione alla terza edizione (1975) Menachem Emanuele Artom, figlio dell’autore, precisa che l’opera è ancora vitale ed è destinata ad indirizzare nella pratica della vita ebraica.
Da questo libro apprendiamo tra l’altro che Israele è nazione consacrata, in quanto è collocato ad un grado più elevato delle altre genti… che gli ebrei, sacerdoti dell’umanità, debbono sempre costituire un’eletta minoranza in mezzo agli altri popoli… che il matrimonio con un non-ebreo è illegittimo… che nelle benedizioni quotidiane si deve ringraziare Jahvè per ciò che ha dato in più e di diverso che ad altri uomini, cioè per la qualità di ebrei…. alla fine del “shabbat”, con la quarta “benedizione”, si ringrazia Jahvè per aver distinto il sacro dal profano, la luce dalle tenebre e Israele dalle altre genti.
Israel Shahak ha scritto che la legge religiosa ebraica è esplicitamente una legge inumana… ma a quanto pare nessun magistrato… così solerte nel perseguire chi “infastidisce” gli ebrei… si è dato la pena di spedire qualche ebreo davanti ad un tribunale per rispondere del reato di odio etnico-religioso nei confronti dei non-ebrei.
Non mi soffermo sulle tantissime citazioni presenti nel Talmud sulla non-umanità dei non-ebrei, considerati gojim, alla stregua di bestie parlanti, animali su due gambe, ecc… ecc… potrà approfondire da solo l’argomento.
….in questo processo sono emersi tantissimi elementi che dimostrano la totale assurdità e faziosità di questa farsa giudiziaria intentata contro quattro cittadini italiani incensurati… per non tediarla faccio solo due esempi, ma potrei farne tantissimi:
perché dovrei pagare 15.000 euro di risarcimento (ridotti in appello a 4.800) a tre giudici di un tribunale siciliano per un “danno” scaturito da un commento fatto da un utente di stormfront (non uno dei miei tre coimputati) ad una loro “assoluzione” di un criminale? …il commento dell’utente Costantino è il seguente: “Complimenti!”… niente più di questo, una sola parola (posso fornirti lo screenshot del “commento” che – come spiegato dall’avvocato difensore dei tre giudici – cito testuale: “scardina e mina le basi della magistratura”… figuriamoci), i tre giudici si sono costituiti parte civile e io (in solido con gli altri) dovrò risarcirli, io non ero un moderatore, ma un semplice utente… dovrei essere ritenuto responsabile del commento (che nemmeno avevo letto) di un altro utente? sì… secondo i giudici sì.
Perché la comunità ebraica di Roma ha chiesto un “risarcimento simbolico” calcolato sul numero degli ebrei deportati da Roma dai “nazifascisti” nel 1943??? mia madre non era nemmeno nata nel 1943… ma io devo risarcire “simbolicamente” la comunità ebraica per le deportazioni.
…potrei continuare con le assurdità, ascoltate in aula e scritte nella sentenza di primo grado, ma mi fermo con l’ultima boiata: il giudice di primo grado ha scritto in sentenza che io ero stato sospeso da stormfront per un mese a causa del mio “radicalismo antisemita e ultrarazzista”… in realtà i precedenti moderatori mi avevano sospeso per una mia accorata difesa della politica del defunto presidente venezuelano Hugo Chavez, ritenuto “meticcio” e quindi indifendibile, per le mie simpatie per l’ex presidente iraniano (un islamico… indifendibile) e per i miei tanti scritti a favore del popolo palestinese (semiti… indifendibili)… non mi sono mai dichiarato razzista, non lo sono, tantomeno suprematista o amico del Ku Klux Klan… niente del genere, ma ero il mostro contro cui puntare il dito e quindi dovevo essere tutto questo e anche di più… la verità non è così importante in questo processo, l’importante è condannare per la prima volta delle persone per associazione virtuale… le sentenze fanno giurisprudenza, quindi in un futuro prossimo se quattro persone che non si conoscono (uno di Torino, uno di Rho, uno di Palermo e uno di Bari) condivideranno su internet un pensiero inviso ai “pupari del sistema” potranno essere condannati per associazione a delinquere… la legge Mancino permette qualsivoglia arzigogolo di fantasia, chiunque può essere accusato di “odiare” questo o quello e di diffondere l’odio… anche lei sig. Sendivogius, ma questo “piccolo” particolare è sfuggito ai più.
Cordiali saluti -
biomirkoDice:
marzo 13, 2014 a 11:58Dimenticavo… riguardo gli avvocati “incapaci”… Radaelli e Adami, i miei avvocati, si occupano da anni di “legge Mancino”… Giosuè Naso (l’avvocato di Diego Masi) è uno dei migliori in Italia, quelli nuovi di Luca Ciampaglia conosciuti in appello sono davvero bravissimi e quella di Scarpino di solito difende reati associativi “reali” (narcotrafficanti internazionali) e ottiene molte assoluzioni, non è questione di sbagliare la linea difensiva è questione che in Italia se dei giudici ti puntano il dito addosso e vogliono la condanna, non ti salva nemmeno Perry Mason.
Riguardo alle “attenuanti generiche”… rileggiti la sentenza, TUTTI abbiamo preso le attenuanti generiche… sull’uso della carcerazione preventiva da parte della procura di Roma preferisco glissare… che è meglio.-
SendivogiusDice:
marzo 13, 2014 a 19:04Che dire?!?
Ho letto con particolare interesse le tue considerazioni che, a prescindere dalla mia condivisione o meno, trovo circostanziate e ben argomentate. E, quanto meno, hanno il pregio di fare un po’ più di chiarezza sull’insieme di una vicenda che infatti andava approfondita meglio.Innanzitutto, ci tengo a precisare (e senza ironia) che NON mi permetterei mai di definire “incapaci” i legali che si sono occupati della difesa. Più che altro, da profano, mi limitavo ad esprimere delle perplessità sull’efficacia della strategia difensiva adottata… Non foss’altro perché a me la pretestuosità dell’impianto accusatorio pareva evidente fin da subito, anche senza leggere le 9.000 pagine del fascicolo di imputazione (credo manco Totò Riina abbia mai avuto un simile “attenzionamento”). Da subito, la condanna erogata m’è sembrata assolutamente spropositata, anche rispetto alle pene previste dalla stessa Legge Mancino.
Ovviamente sulla questione le nostre distanze sono siderali… Personalmente, non considero sbagliato il principio ispiratore della Legge, che non è perfetta e ha dei vulnus non indifferenti, che si prestano a pericolosi abusi interpretativi. Più perplesso mi lasciano certe modalità e dinamiche della sua applicazione…Per esempio, per entrare nello specifico del caso, “associazione ideologica” è un controsenso giuridico, che peraltro mi pare in contrasto con lo stesso Art.21 della Costituzione.
L’arresto e la custodia cautelare in carcere, su una fattispecie di reato presunta, per giunta senza flagranza e senza che nemmeno si possa ascrivere con certezza la sua consumazione, nella mia infinita ignoranza, mi pare si possa configurare come un abuso. Ovvio che chi ne subisce le conseguenze, abbia la convinzione di essere dinanzi ad un sopruso.
In quanto alle “prove” (surreali) usate per arrivare a condanna certa, debbo dire che ricorrono estremi di natura ‘kafkiana’…
E per fortuna che sono state concesse le “attenuanti generiche”..! Personalmente ero convinto del contrario, tanto abnorme mi pare la misura del provvedimento restrittivo, che consta di una serie di anomalie sulle quali invece ci sarebbe da soffermarsi eccome… Su tutte, l’uso della “carcerazione preventiva” per un reato ipotetico (o d’opinione che dir si voglia) in totale assenza di consumazione di crimini violenti e per giunta con un castello probatorio che definire ‘fragile’ è un pudico eufemismo.
Il trasferimento al carcere di Rebibbia (che non è tra i penitenziari peggiori) è forse uno degli aspetti più gravi… non foss’altro perché anche un idiota capirebbe che nei fatti, per una persona che non risiede a Roma, le visite ed i contatti coi propri familiari, se non risultano impossibili quanto meno vengono resi parecchio ‘complicati’. E devo ancora comprendere le motivazioni del trasferimento.Apprendo poi che una citazione in latino, tratta dalle “Elegiae” di Properzio (e che peraltro sono una serie di componimenti poetici dedicati alla donna amata), costituisce un atto dall’insostenibile violenza intimidatoria. Ignoravo che, in quanto tale, potesse bastare per la revoca degli arresti domiciliari e l’immediata trazione in carcere, per comprovata pericolosità sociale.
La mia impressione smaliziata e spassionata, da persona con idee e convinzioni agli antipodi?!?
Si voleva la “sentenza esemplare” per cercare l’effetto mediatico. Opportunamente, bisognava creare un “mostro” da sbattere in terza pagina: puramente simbolico e possibilmente a buon mercato… Insomma un bersaglio relativamente facile.
E chi meglio di un tizio che si firma con nome e cognome, è facilmente reperibile, ed è noto per il suo “attivismo” (pubblico)?
Il Sig. Mirko Viola rispondeva a tutti i requisiti richiesti. E infatti…Per ritornare a l’esprit des lois (e di una in particolare), ripeto quanto avevo già avuto modo di esprimere altrove:
«…i “reati d’opinione” sono una contraddizione implicita alla società libera che intenderebbero tutelare. A loro modo, rasentano nostalgie da “Stato etico”.
Sono una forma di ipocrisia semantica; rappresentano il primo tassello di una società grettamente conformista e asfissiante nel suo moralismo d’accatto, precostituito nel controllo ossessivo del linguaggio. Soprattutto, costituiscono la più odiosa delle forme di censura, perché incredibilmente subdola e pervasiva.»E questo per me ha una valenza a prescindere.
P.S: Non voglio entrare nel merito invece di certe altre osservazioni che, più che “anti-semite”, mi sembrano pervase da una “giudeofobia” dai tratti patologici.
E’ superfluo ribadire che psicopatici esaltati, fanatici rabbiosi, e integralisti (che poi sono sempre la stessa cosa) sono da sempre presenti in tutte le religioni. E massimamente nelle religioni monoteiste, quasi il “dio unico” contribuisca ad accentuare certe distorsioni morbose della mente.
Di fondamentalisti inzuppati di odio religioso, se ne possono trovare a migliaia (milioni!) in qualsiasi culto religioso… Non vedo proprio perché i fedeli di Yahweh debbano fare la differenza. Quindi davvero non capisco questa fissazione ossessiva per gli “ebrei”.
Ovviamente conosco e apprezzo autori come Israel Shahak (e pure Zeev Sternhell): ebrei, israeliani, sopravvissuti allo sterminio nazista.
Curioso che vengano citati ed apprezzati, per denunciare il solito “complotto giudaico” o comunque lo si voglia chiamare..!Insomma, ha volte ho come l’impressione tu voglia offendere la mia e la tua stessa intelligenza, nell’inseguimento di una chimera infame (l’antisemitismo), per trovare impossibili attenuanti ad una aberrazione (il nazionalsocialismo) assurdamente idealizzata.
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biomirkoDice:
marzo 14, 2014 a 10:07ok… diamoci del tu
tanto faccio fatica comunque ad esprimermi usando il “lei”… preferirei il “voi”, ma poi mi chiameresti “nostalgico”
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è evidente che abbiamo una visione del mondo agli antipodi, ma io non mi reputo e non sono un violento, non ho mai commesso atti violenti in 30 anni e passa di militanza politica, non ho mai pensato di mettere in atto “stermini” o altre nefadezze, su questo credo che anche i giudici non abbiano il minimo dubbio… ripeto: in due anni di intercettazioni telefoniche non è emerso NULLA di criminale.
…ma allora qual è il problema? me lo sono ciesto parecchie volte, soprattutto quando sono stato rinchiuso per tre mesi in una cella di isolamento a Regina Coeli (non a Rebibbia), un posto infame… otto metri quadrati di cella, finestre oscurate, pochissima luce, porta blindata sempre chiusa, venti minuti d’aria al giorno… un vero incubo per chiunque, infatti secondo il regolamento del carcere si può stare al settimo reparto (isolamento “giudiziario”) al massimo per due settimane, non di più.
Persino Rita Bernardini, che è venuta a trovarmi a Regina Coeli, ha rilevato questa “piccola” contraddizione… perché ero tenuto in isolamento? la risposta è che mi tenevano in isolamento per “protezione”… ma il reparto di “protezione” a Regina Coeli è l’ottavo… non il settimo… il settimo è solo brutalmente punitivo, ci finiscono quelli che litigano in carcere, quelli che aggrediscono le guardie… un po’ di isolamento per schiarirsi le idee prima di essere trasferiti in un altro istituto e i “nuovi giunti” in attesa di essere trasferiti ai “bracci”, i “nuovi giunti” ci restano al massimo qualche giorno.
La risposta che mi sono dato è l’unica che mi è sembrata plausibile, mi hanno trattato così per punirmi, perché ho osato pensare, dire e scrivere cose che a qualcuno danno fatidio, mi riferisco in particolare al revisionismo della shoah… gran parte dei miei interventi nel forum stormfront vertevano proprio su quello “spinoso” (ma non per me) argomento.Ovviamente non voglio entrare nel merito della questione, 455 giorni di privazione della libertà mi sono bastati, mi limito ad osservare che la repressione “democratica” è decisamente superiore a quella “nazista”… considerando il numero dei processi politici per “reati di pensiero” nell’attuale democrazia (soprattutto in germania) dobbiamo ammettere che il “bene assoluto” è più repressivo del “male assoluto” di almeno 300 volte (dati rilevati dal numero dei processi divisi per anno – posso postare le fonti).
Nel suo dramma immortale, Macbeth, Shakespeare fa dire alle streghe: “Fair is foul and foul is fair”… Bello è brutto e brutto è bello.
Ligi a questo motto “satanico”, i detentori del potere nella società mondialista hanno pervertito il senso delle parole: gli oppositori vengono incarcerati in nome della “libertà”… i libri che contengono verità scomode ed indesiderate vengono messi all’indice in nome della “tolleranza”… gli inumani embarghi alimentari nei confronti di stati non allineati ai dettami del regime mondialista che provocano decine di migliaia di morti tra i civili (soprattutto bambini) vengono mantenuti in nome dei “diritti dell’uomo”… le aggressioni criminali e proditorie della Nato e dell’Onu alla Serbia, alla Libia, all’Afghanistan e ad altri stati considerati “canaglie” vengono sempre compiute in nome della “pace”…. questo è il mondo di pace e amore che ci propinano e ovviamente io sono il “cattivo” da sbattere in galera e additare al pubblico ludibrio come mostro.
Io sono certo di una cosa: ho fatto la mia scelta…. rifiuto totalmente questa società basata sulle menzogne, sulla falsificazione sistematica della storia e sulla perversione dei valori… mi rendo altresì conto che è inutile lagnarsi dell’ingiustizia del sistema vigente… i lamenti non spingeranno i detentori del potere a cambiar rotta.
Dal mio punto di vista dovremmo lavorare per il superamento di un sistema che condanna la cultura europea e i suoi popoli ad una morte lenta ed atroce… il revisionismo storico è solo un aspetto della lotta, sarà una lotta lunga e dura e le vittime saranno numerose… tanti altri subiranno quello che ho subito io, perché come ha scritto George Orwell, in un sistema politico in cui la menzogna è norma di vita, dire la verità è un atto rivoluzionario, a proposito: la “domanda scomoda” che mi ha spalancato le porte del carcere non ha ancora ricevuto risposta… magari un giorno sottoporrò il quesito anche a te, una domanda di una pericolosità imbarazzante nell’odierna società…. ma è solo una domanda, dirai tu, già… solo una domanda
Concludo il post (scusandomi per la lunghezza forse eccessiva) citando Primo Levi:
“(…) Oggi compri e leggi i libri che vuoi, senza pericolo di venire incriminato di attività anti-italiane o di tirarti in casa una perquisizione della polizia politica. Certo non è facile sottrarsi a tutti i condizionamenti, ma si può almeno scegliere il condizionamento che si preferisce. In uno stato autoritario non è così. La verità è una sola, proclamata dall’alto (…)”.
Primo Levi ha scritto questo “inno alla libertà” nel 1976, nell’appendice di un’edizione di “Se questo è un uomo” (Einaudi, 1976 – Pag. 221), ovviamente si riferiva alla repressione del “male assoluto” fascista… ebbene, io sono stato incriminato per aver letto libri, fatto ricerche storiche e diffuso “ideologie negazioniste”… mi hanno sequestrato i libri definendoli “corpo del reato”… nel cuore della notte sono stato perquisito e arrestato dalla polizia politica proprio perchè… la verità è una sola, proclamata dall’alto….
oggi… non nel 1943!!!
…di quale “stato autoritario” parlava Primo Levi?
un saluto -
biomirkoDice:
marzo 14, 2014 a 10:39Un altro piccolo esempio sull’assurdità del procedimento, così… tanto per farti capire il livello delle accuse…. poi, se vorrai approfondire, io sono qui
I miei tre coimputati sono stati accusati di aver…………………. TRADOTTO UN LIBRO!!!
questo grave reato è stato compiuto in “associazione”, ovvero ognuno traduceva qualche capitolo… un libro definito pericoloso, razzista, vergognoso, da non leggersi, ecc… ecc… il libro in questione – venduto in tutto il mondo e liberamente scaricabile in rete (http://www.jrbooksonline.com/PDF_Books/TurnerDiaries.pdf ) – non è mai stato tradotto in italiano, i “criminali” stavano per mettere in atto il loro “disegno criminoso”… ovvero stavano divulgando i “Diari di Turner” in italiano, li hanno fermati in tempo… meno male!!!! sia mai che qualcuno legga un LIBRO del genere!!!
non è uno scherzo, è la realtà delle accuse… accuse prese MOLTO SERIAMENTE dal giudice di “prime cure” che ci ha condannato rispettivamente a tre anni (Daniele Scarpino), due anni e otto mesi (Mirko Viola)… due anni e sei mesi Diego Masi e Luca Ciampaglia… in appello le pene sono state ridotte a due anni e sei mesi (Daniele Scarpino) e due anni e due mesi (tutti gli altri)… considerati i mesi passati in carcere e i giorni di sconto per buona condotta (cinque mesi all’anno)…. praticamente la pena è già finita, per questo siamo liberi… ma siamo comunque tutti certissimi di aver subito un’assurda ingiustizia, io in particolare, visto che mi sono fatto sei mesi in più degli altri di carcere “vero” (beh… ma anche stare ai domiciliari non è propriamente uno scherzo con le guardie che vengono a trovarti di giorno e di notte).
Curiosamente nessuno dei quattro imputati ha le medesime posizioni politico-ideologiche, siamo eterogenei anche in questo, altro che “nazisti”, gli inquirenti non hanno capito un tubo degli imputati e del loro pensiero, hanno fatto – come si dice – di tutta l’erba un fascio… insomma, se avessi voluto “associarmi”… non mi sarei associato con Daniele, Diego e Luca… credimi, questo procedimento non sta in piedi nemmeno con le stampelle.
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SendivogiusDice:
marzo 14, 2014 a 18:04Per praticità e maggiore naturalezza, sono passato al “tu” perché dopo due anni di certamina virtuali mi riesce un po’ difficile perpetuare un simile formalismo allocutivo.
A tal proposito, data la solerzia investigativa, dovremo soppesare l’uso delle parole o ci scappa un secondo filone di indagine, circa la costituzione di una rete ideologica trasversale, per nuovi e terribili reati associativi consumati dietro le cupe ombre del web…!
Ironie a parte, di bene in meglio! Avevo escluso a prescindere la reclusione a “Regina Coeli”, perché si tratta di una struttura fatiscente (un penitenziario da quarto mondo!), dove solitamente vengono internati i recidivi ed i criminali violenti… Certo non gli incensurati alla prima condanna.
Ma tant’è… la nostra magistratura risente di una impostazione giuridica ripresa dal diritto canonico, per quanto riguarda il carattere propriamente “inquisitorio” del sistema repressivo: confessione-contrizione-pentimento-perdono. Sono queste le modalità implicite di “espiazione”. Se la scaletta non viene rispettata, allora subentrano modalità meramente repressive: regime di isolamento, condizioni carcerarie particolarmente infami, carattere punitivo-afflittivo nell’applicazione della condanna… sono conseguenze più o meno dirette.
Penso ci fossero due modi di uscita previsti: sperticata dissociazione con esplosione di ‘sincero’ pentimento; confessione e rivelazione dell’esistenza di chissà quale rete eversiva, con lo snocciolamento a iosa di nomi a casaccio da tirare in mezzo per nuovi filoni di indagine e per suffragare un impianto accusatorio, francamente insostenibile. In quanto all’aspetto “satanico”, m’hai fatto ritornare in mente la vicenda di Marco Dimitri; tutt’altro ambito, ma assai indicativa di certi cortocircuiti mediatico-giudiziari [QUI].Posso comprendere (e lo capisco) l’astio ed il rancore cumulato in 455 giorni di reclusione in condizioni francamente indegne.
Ma non azzarderei paragoni tra i processi e le condizioni detentive con la Germania hitleriana…
In merito ai “Diari di Turner“, ne conoscevo l’esistenza soprattutto grazie al film “Talk Radio“ di Oliver Stone, in quanto oggetto di un indicativo botta e risposta tra il conduttore Barry ed un suo ascoltatore radiofonico…
Ne ho trovato un estratto on line che riporto in parte:“Si lo conosco quel romanzo, è il prodotto di una mente illuminata… Per chi non lo conoscesse il libro inizia abbastanza cretinamente nell’anno 1991 ed è scritto come se fosse il diario di un giovane ingegnere elettrotecnico bianco e razzista che aderisce a un’organizzazione paramilitare e clandestina denominata l’Ordine.
… Allora vado bene? Ah perfetto. L’Ordine fa la rivoluzione contro il GSA (General Services Administration) e strada facendo stermina tutte le razze bastarde: neri, ebrei, omosessuali, femministe e altre minoranze di minorati. È un libro idiota, l’autore ha un chewing gum al posto del cervello ed è rimasto a livello della IV elementare.”Generalmente considerato come la bibbia razzialista del “suprematismo” bianco, il romanzetto di Pierce è un best sellers nell’ambito dei movimenti neo-nazisti USA, presso i quali circola in migliaia di copie in maniera informale e fuori da circuiti della grande distribuzione.
Abbastanza ovvio che il giudice abbia considerato la cosa come una “prova inconfutabile” a giustificazione dei provvedimenti restrittivi, circa l’ordinanza di arresto e sequestro di “materiale divulgativo”.
Poi, che io condivida la filosofia e le implicazioni ‘etiche’ del provvedimento è un altro discorso… Penso alla mia piccola biblioteca domestica, che tra le migliaia di volumi contiene non pochi “libri proibiti”: Céline (Bagattelle per un massacro; La scuola dei cadaveri); Mussolini (una raccolta dei “Discorsi”); Hitler (Mein Kampf); ma anche Sorel, Stirner, Bakunin, Trotsky, Marcos, Henry Miller, Sade, Mishima, Tsunetomo, e chi più ne ha ne metta… E non mi piacerebbe essere giudicato in base ai titoli che agitano il mio estro da bibliofilo.
A tal proposito, in merito alle destre statunitensi ed a certe tue considerazioni ‘sociopolitiche’, che sembrano fare il verso all’Iron Mountain Report, mi permetto un piccolo suggerimento di lettura come variante sul medesimo tema: “La fine della libertà. Verso un nuovo totalitarismo“ di Gore Vidal.P.S. Che il procedimento penale in cui sei stato coinvolto non stia in piedi nemmeno con le stampelle, a me è parso abbastanza evidente fin da subito. E non ho certo problemi ad affermarlo.
Forse qualcuno se ne avrà a male… Pazienza! -
biomirkoDice:
marzo 14, 2014 a 23:23qualche piccolo “appunto e spunto”:
1) nel periodo che va dal 1993 al 2009… 16 anni… il totale dei cittadini considerati di “estrema destra” messi sotto processo, perseguitati e arrestati in Germania sono stati 194.501… una media di 12.156 persone all’anno.
…i “crimini” a loro imputati sono stati sempre “istigazione all’odio razziale” e “negazione” del cosiddetto “fatto notorio” (hai capito di cosa parlo, vero?).
Nel periodo dal 1927 al luglio del 1943… 16 anni… il numero delle persone “perseguitate” dal regime fascista italiano… male assoluto per antonomasia… è stato di 5.619, una media di 351 persone all’anno.
Piaccia o meno la Germania, democratica, antifascista, “onusiana”, liberale, amica e finanziatrice di Israele, discrimina e interna per reati di pensiero 554,1 volte più del “male assoluto”.
Ovviamente posso postare le fonti… il “bene assoluto”, per quanto riguarda la cosiddetta libertà di espressione, dati alla mano, esce con le ossa rotte anche nel confronto con il periodo nazionalsocialista considerati gli anni dal 1933 al 1939.2) quel libro… i Diari di Turner… non l’ho mai letto e fino alla data del processo non ne conoscevo nemmeno l’esistenza, l’identitarismo di stampo americano non mi ha mai interessato nemmeno dal punto di vista culturale (o sottoculturale).
3) abbiamo molti testi in comune nella biblioteca, alcuni di quelli che hai citato mi sono stati sequestrati in quanto “corpo del reato” (ma la sentenza di primo grado stabilisce il dissequestro di tutto)
4) il libro di Gore Vidal è decisamente ben scritto ed è un discreto cazzottone in faccia al mondialismo criminale targato U.S.A e loro reggicoda… quello – stranamente – è ancora nella mia biblioteca, probabilmente i solerti agenti della Digos non ci hanno fatto caso, non conoscevano l’autore oppure cercavano solo “certi” testi, quindi non me l’hanno sequestrato… un libro da far leggere a chi proprio non vuole aprire gli occhi.
….comunque sono orientato verso un altro tipo di lettura, molto più noiosa, tecnica, specialistica e monotematica… ognuno ha i suoi pallini, anche se il mio “pallino” mi ha portato dritto dritto in galera.5) i due modi per “sfangarla” che hai citato – ovviamente – non li ho presi nemmeno in considerazione… ho preferito non abbassare la testa… ho scritto un po’ di lettere che sono state pubblicate sul blog dell’avv. Longo e che hanno scatenato l’ira funesta degli “eletti”, di più non potevo fare… non ho scritto, detto o fatto nulla di cui mi debba vergognare, la mia coscienza è pulita… cristallina!
un saluto
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SendivogiusDice:
marzo 15, 2014 a 00:30…E qualche contrappunto…
1) Non ho motivo di mettere in dubbio le statistiche riportate, circa la Germania, e mi fido sulla parola… Questo perché i dati inerenti i processi politici in Italia istruiti dal Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato sono sostanzialmente corretti. Ora non sono andato a verificare il dato, ma ricordo che il numero dei processati non arrivava alle 6.000 unità: una cifra piuttosto bassa se spalmata in 20 anni.
Sul caso tedesco, l’attività repressiva è ovvia e la si può considerare a suo modo una naturale conseguenza: la cartina di tornasole da esibire per la ritrovata verginità del popolo che, poverino, ha subìto il nazismo come se fosse stato una patologia esogena e nulla sapeva di quanto andavano combinando i riservisti delle Einsatzgruppen (spesso attempati nazisti della seconda e terza ora). In fondo, per aver scatenato due conflitti mondiali, condotto una guerra di annientamento ad Est ed uno sterminio nelle retrovie del fronte interno, la Germania doveva dimostrare ufficialmente il suo profondo rincrescimento per atto di contrizione (variante dei modi per sfangarla precedentemente menzionati). E in fin dei conti se l’è cavata con poco: una riammissione lampo nel nuovo consesso internazionale; nessun risarcimento per i crimini di guerra; e una pioggia di miliardi per la ricostruzione. Nel 1957, mi pare, un generale tedesco già presiedeva il comando NATO.
E curioso notare come la solerzia con la quale la Germania persegue i reati di ‘negazionismo’ si sia accompagnata per decenni all’assoluta indulgenza con la quale il Paese non ha mai perseguito i suoi criminali di guerra ed anzi, spesso e volentieri, ha disatteso indagini e richieste di arresto, fornendo coperture e protezioni istituzionali.
Ma questo è solo uno dei tanti paradossi e ipocrisie che contraddistinguono il caso tedesco.2) Personalmente, trovo molto interessante a livello sociologico (e clinico) il guazzabuglio di fanatismo religioso, millenarismo, paranoie apocalittiche, settarismo evangelico, che si impastano con l’ultra-destra ed il suprematismo dell’America bianca, analfabeta, sottoproletaria, armata fino ai denti, e visceralmente razzista…
Non foss’altro perché mi ricorda come politica e religione non dovrebbero mai andare a braccetto.3) Come un libro possa costituire “corpo di reato” è concetto che continuo a trovare estremamente curioso… Retaggio totalitario di antiche censure e variante moderna dell’Index librorum prohibitorum.
Proibire la lettura di un libro è il miglior modo per mitizzarne i contenuti.4) Credo che i funzionari della DIGOS (che solitamente sono tutt’altro che degli sprovveduti ignoranti) fossero indirizzati soprattutto alla ricerca di certi “classici”, trascurando il resto.
Per questo io credo sia sempre bene diversificare letture e contenuti e interessi.5) “i due modi per ‘sfangarla’ che hai citato – ovviamente – non li ho presi nemmeno in considerazione”…
Non ne avevo il minimo dubbio..;) Altrimenti non si sarebbe spiegato il trattamento ‘speciale’, che secondo me resta più controproducente che altro…
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biomirkoDice:
marzo 15, 2014 a 11:36Sull’assenza di “riparazioni” pagate dalla Germania, vorrei sottoporre alla tua attenzione quanto segue.
Secondo i giornalisti Roger Cohen del New York Times e J. Kummer del Welt am Sonntag, fino al 1999 le somma versata dallo stato tedesco a titolo di risarcimento per l’olocausto equivaleva circa 150mila miliardi di lire italiane…. il denaro, inizialmente destinato alle vittime, venne rigirato allo stato di Israele, ai rabbini e ad “importanti” esponenti ebraici.
Una parte – non piccola – del denaro della colpa sborsato dai contribuenti tedeschi è finito nelle tasche del “famoso” Israel Singer, l’ex capo del Congresso Ebraico Mondiale, quello stesso che fu colto da una telecamera accidentalmente accesa a dare ordini a Prodi, allora capo della Commissione UE… lo ha scoperto nel maggio 2010 la rivista “The Jewish Week”.
Il sito della repubblica Federale Tedesca teneva costantemente aggiornato il costo delle cosiddette “riparazioni”… mi risulta che adesso non lo faccia più….. molto strano soprattutto in epoca di “trasparenza”.
Alla cifra, enorme fino al 1999, ma spaventosa a tutt’oggi… dobbiamo aggiungere infrastrutture (ferrovie, navi e aerei) pagati dallo stato tedesco ad Israele, pensioni, vitalizi e una marea di altri esborsi.
Tedeschi, i cui genitori non erano nemmeno nati nel 1945, pagheranno miliardi almeno fino al 2030 a ebrei che, fino a quel momento, non sono ancora venuti al mondo.
…ma è più o meno lo stesso in tutta l’Europa, ad esempio in Francia, ogni anno, l’organismo ebraico più potente, il CRIF (Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche di Francia) convoca, in uno scenario lussuoso, circa mille “invitati” ad una cena durante la quale i più alti responsabili politici della nazione – presidente compreso – si vedono duramente rimproverare la loro inabilità a prendere severi provvedimenti contro un antisemitismo descritto come onnipresente.
Anziché protestare, gli accusati chinano il capo, acquiescenti, ringraziano e promettono di fare di più e meglio per gli Ebrei l’anno successivo.
Ti faccio un piccolo esempio: ogni viaggiatore che acquista un biglietto ferroviario in Francia versa – inconsapevolmente – il suo obolo al barone Eric de Rothschild, guardiano accreditato e cassiere della Memoria della Shoah… le ferrovie francesi (SNCF) furono complici della deportazioni nelle camere a gas “naziste” di milioni di ebrei…. quindi devono pagare, per sempre!
A tutto questo dobbiamo aggiungere gli esborsi per i musei della Shoah… gli impiegati della memoria che accompagnano le persone durante le transumanze della memoria… e poi libri, film, documentari, ecc… sono tantissimi, un numero impressionante… avevo fatto un interessante studio sul numero di pubblicazioni inerenti la shoah che vengono “partorite” ogni anno, ero rimasto sbalordito persino io.
Un discreto business… non trovi???
Tutto questo a spese dei contribuenti su cui pende il debito pubblico… in un periodo di crisi economica devastante gli stati trovano centinaia di milioni di euro per la “memoria”.
…………………………………e tu credi che “lorsignori” possano permettere che un pugno di pazzi (sprezzantemente definiti “negazionisti”) costruisca una diga per arginare questo fiume di soldi in costante aumento???? giammai!!! demonizzazione, rovina economica, aggressioni mediatiche e fisiche e carcere… questo è quello che DEVONO aspettarsi quei maledetti negazionisti che osano ficcare il naso in “affari” che non li riguardano…. guai a parlare con loro, guai a confrontarsi…. IN GALERA!!!! possibilmente per molti anni.
il motto è sempre lo stesso: “più piango e più intasco, più intasco e più piango”…. il vecchio “chiagni e futti” alla napoletana.
Vedi… qua non è questione di “antisemitismo”, usato sempre come comodo scudo… ma di semplice buon senso e di voglia di aprire gli occhi.
Il 18 febbraio 2014… si è tenuta una “tavola rotonda” nelle sale della comunità ebraica di Torino sul tema “Negazionismo, serve una legge?”.
I relatori sono stati l’ex-deputato Furio Colombo, lo storico dell’arte Paolo Coen, la filosofa Donatella Di Cesare, il rav Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena, il giurista Carlo Federico Grosso e lo storico Claudio Vercelli.
Sorvolo sugli interventi – da copione – degli illustri ospiti, ma è comunque interessante il commento dello storico Vercelli sulla questione: “(…) impossibile discutere con i negazionisti. La loro è una visione antistorica, non è possibile confrontarsi con chi pensa che la terra sia piatta”.
Consiglierei allo storico in questione la lettura dei seguenti testi:
- “I verbali degli interrogatori sovietici degli ingegneri della Topf. Le dichiarazioni di Kurt Prüfer, Karl Schultze, Fritz Sander e Gustav Braun su “camere a gas” e forni crematori di Auschwitz: analisi storico-tecnica”.
Effepi, Genova, 2014, 206 pagine con 11 documenti.
– I “campi di sterminio” dell’Azione Reinhardt analisi e confutazione delle “prove” fittizie, delle imposture degli errori argomentativi dei bloggers di “Holocaust Controversies”.
1141 pagine, 3730 note, 700 titoli di bibliografia
– Le camere a gas di Auschwitz. Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali” di Jean-Claude Pressac e sulla “convergenza di prove” di Robert Jan van Pelt.
Effepi, Genova,2009, 715 pagine, con 51 documenti, 2510 note
– Auschwitz: assistenza sanitaria, “selezione”e “Sonderbehandlung” dei detenuti immatricolati.
Effepi, Genova, 2010, 335 pagine, con 60 documenti, 747 note
– I forni crematori di Auschwitz. Studio storico-tecnico con la collaborazione del dott. ing. Franco Deana. 2 vol.
Effepi, Genova, 2012, 1211 pagine, con 300 documenti e 370 fotografie, 715 note.
Migliaia di pagine completamente e volutamente ignorate e NON confutate dalla storiografia cosiddetta ufficiale… in quelle pagine si trovano moltissime affermazioni sulla “terra piatta”.
….e la chiudo con questo argomento…. per ovvi motivi… considerato che NON siamo in un paese libero e che qualsiasi affermazione volta a confutare la versione “standard” del cosiddetto olocausto potrebbe essere considerata “odio razziale” e quindi punibile in base alla legge Mancino.
Concludo con una citazione di un autore che apprezzi, Israel Shahak (ex-deportato, uno che in un campo di concentramento c’era stato davvero e conosceva la differenza tra realtà storica e fandonie sioniste) ma che viene considerato dai suoi stessi correligionari un “ebreo antisemita” oppure un “ebreo che odia se stesso”, la citazione in questione è stata pubblicata il 19 maggio 1989 sul settimanale di Gerusalemme Kol Ha’ir, il link al pezzo originale lo trovi qua: http://www.nogw.com/download/2005false_holocaust.pdf
(…)
Non condivido l’opinione di Haim Baram, secondo il quale il sistema educativo israeliano sarebbe riuscito a inculcare una “consapevolezza dell’Olocausto” nei suoi allievi (Kol Ha’Ir 12.5.89). Non è consapevolezza dell’Olocausto, ma piuttosto mito dell’Olocausto o perfino falsificazione dell’Olocausto (nel senso che “una mezza verità è peggio di una bugia”) ciò che è stato inculcato.
(…) -
biomirkoDice:
marzo 15, 2014 a 15:08Ti cito:
” (…) In fondo, per aver scatenato due conflitti mondiali, condotto una guerra di annientamento ad Est ed uno sterminio nelle retrovie del fronte interno,(…) ”
…è ovvio che abbiamo una differente visione della storia, ma sarebbe interessante approfondire l’argomento, magari non in questo 3d… ma se scriverai qualcosa a riguardo sarei felice di partecipare alla discussione…. -
SendivogiusDice:
marzo 15, 2014 a 20:48Pubblico perché apprezzo sempre chi suffraga un’opinione, certificando le fonti con documenti confutabili e non viziati da deformazioni meramente ideologiche.
So già che tale scelta, sul medio e lungo periodo, potrebbe essere potenzialmente foriera di grane per entrambi… E penso proprio che ne sopravviveremo..:)
Mettiamola così, quando mi riferivo ai risarcimenti di guerra, intendevo i danni materiali ai Paesi occupati. E con la firma del Trattato di Londra, i debiti tedeschi furono stracciati con un semplice tratto di penna.
La Grecia, che subì un’occupazione brutale, alla fine conflitto non vide il becco o quasi di un quattrino; in compenso, 60 anni dopo è il piccolo paese ellenico sul banco degli imputati, sbranato vivo dai “rigoristi” teutonici. Ma lo stesso potrebbe dirsi per i territori della ex Jugoslavia, per la Polonia e per il piccolo Belgio…
I Russi pensarono bene di risarcirsi da soli, con tanto di interessi!
Per dire, l’Italia si è vista riconsegnare le riserve auree saccheggiate dai depositi della banca nazionale soltanto nel 1958 e solo dopo una lunga serie di sollecitazioni, senza che peraltro il governo di Bonn abbia mai preso in esame l’ipotesi di corrispondere un qualche interesse per l’indebito trattenimento.
Ovviamente, e la storia è nota anche se non troppo strombazzata, il discorso cambia completamente nel caso della Shoah…
Il problema, macroscopico ed insolubile, del “revisionismo” è che concentra i suoi sforzi sui numeri dello sterminio, nella negazione del medesimo. A me la contabilità mortuaria interessa poco: siano stati 6.000 o 6 milioni i cittadini europei di religione ebraica trucidati dai nazisti (ed i loro alleati), resta comunque un omicidio di massa ed un crimine contro l’umanità. Aberranti restano le dinamiche “scientifiche” e organizzative con cui questo fu pianificato e pervicacemente applicato.
Se la Storia, per sua stessa natura, è “revisionismo” costante nell’aggiornamento e confutazione delle fonti, il “negazionista” si propone più che altro un obiettivo ideologico che quasi sempre coincide con la riabilitazione postuma di qualcosa di indifendibile. E ciò non giova certo alla sua credibilità.
Dunque a me non interessa il numero dei forni e delle camere a gas; quali effettivamente fossero in funzione e quali no; quale la loro reale “efficienza”… Per me resta un abominio il solo fatto di averle potute concepire. E come tale non merita alcuna indulgenza.Poi, con debita prudenza, passando al dopoguerra, si potrebbe dire che l’entità dello sterminio, in tutta la sua abnormità, è stato trasformato in un unicum al quale nulla può essere (sbagliando) comparato. Certamente, con finalità più o meno politiche (ed economiche), non è stato scevro anch’esso da strumentalizzazioni… Per i campi di concentramento, oltre agli ebrei, ci passarono anche oppositori politici, omosessuali, rom, testimoni di Geova, prigionieri di guerra… Ma in molte associazioni della memoria organizzata (evito di fare nomi) ciò viene spesso e volentieri fatto passare in secondo o terzo piano, quando non volutamente eluso. Poco noti, in tal senso, sono stati gli sforzi di far passare il concetto di “genocidio” come una peculiarità unica ed esclusiva dell’Olocausto (ebraico). Ciò a portato per esempio, in determinati ambienti, a respingere l’attribuzione del termine, allo sterminio degli Armeni ad opera dei “Giovani Turchi” durante la prima guerra mondiale.
Si potrebbe dire che garantire la specificità unica dell’Olocausto, oltre ovviamente a tutelarne la doverosa memoria e monito, sia stata utilizzata da taluni in modo non del tutto disinteressato… Premere sul senso di colpa degli europei, prima ancora di essere foriero di vantaggi economici, per esempio, potrebbe essere utilissimo in ambito geo-politico ed internazionale a giustificare l’esistenza di uno Stato etnico (forse il più razzista dai tempi dell’apartheid sudafricano): uno Stato trapiantato abusivamente in un territorio non suo, con un’economia inesistente o quasi (nessuna economia potrebbe sopravvivere ad uno stato di guerra permanente), che si regge artificialmente sulle rimesse del governo statunitense (e sulle sue forniture militari) e sugli indennizzi (pro aeternitate) europei…
Il marchio d’infamia, dispensato con una certa generosità, di “anti-semita” può tornare molto utile, quando si prova a denunciare le costanti violazioni del diritto internazionale, delle risoluzioni dell’ONU, oltre agli abusi di un’occupazione illegale, degli espropri, delle distruzioni insensate, delle deportazioni e degli arresti mirati, degli “omicidi selettivi” e del mancato rispetto dei diritti umani… E no, non sto parlando della Russia dello zar Putin.
Il mantenimento della Memoria è un rispettabilissimo proposito che va perpetrato e tutelato. Certe interessate incrostazioni che ne distorcono il nobile fine, andrebbero rimosse o quantomeno indicate come tali. E quanto di solito avviene nei confini dello stesso Israele ad opera di una sinistra vivace e fortemente critica, in opposizione alla destra parafascista del Likud.
Per me è sempre una questione politica; “razza” e religione mi sono del tutto indifferenti.P.S: Non so se dedicherò mai qualcosa al secondo conflitto mondiale, ma in tal caso la conversazione resterebbe aperta come sempre…
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biomirkoDice:
marzo 15, 2014 a 22:45(…)
Se la Storia, per sua stessa natura, è “revisionismo” costante nell’aggiornamento e confutazione delle fonti, il “negazionista” si propone più che altro un obiettivo ideologico che quasi sempre coincide con la riabilitazione postuma di qualcosa di indifendibile. E ciò non giova certo alla sua credibilità.
Dunque a me non interessa il numero dei forni e delle camere a gas; quali effettivamente fossero in funzione e quali no; quale la loro reale “efficienza”… Per me resta un abominio il solo fatto di averle potute concepire. E come tale non merita alcuna indulgenza.
(…)La storiografia non condanna e non assolve, si limita ad analizzare i fatti asetticamente, ci sono le prove materiali, documentali e dopo… le prove testimoniali, questa è la “gerarchia” delle prove.
Uno studio storiografico serio non si basa su giudizi morali, etici, estetici o politici… si analizzano gli accadimenti per capire cosa è realmente successo.
Con il tuo metro di giudizio io condanno la democrazia per le stragi compiute in nome della stessa… ma non è questo il punto, non mi interessa minimamente condannare o assolvere, mi interessa la verità, mi interessano fatti che si possono provare.
Per carità… ognuno è libero di credere in ciò che vuole, può credere persino allo sterminio programmato e alle camere a gas omicide “naziste”… l’imposizione di questa verità è brutale, 34 storici francesi hanno messo la pietra tombale su qualsiasi dibattito sulle “camere a gas” in questo modo:
“Non bisogna chiedersi come, tecnicamente, un tale massacro di massa è stato possibile. È stato tecnicamente possibile perché è avvenuto. Tale è il punto di partenza obbligato di ogni ricerca o inchiesta su questo argomento. Questa verità, ci spettava semplicemente di ricordarla: non c’è e non ci può essere alcun dibattito circa l’esistenza delle camere a gas”
(pubblicato su Le Monde, il 21.02.1979)
…e se lo dicono 34 eminenti storici, chi siamo noi per metterlo in dubbio???
L’esistenza delle camere a gas omicide è quindi un fatto certo, un “fatto notorio” (come recita il codice penale tedesco) che non ammette confutazione, un dogma al quale tutti DEVONO credere per legge… ma un piccolo, trascurabilissimo (per l’universo mondo) particolare “leggermente” imbarazzante rimane: NESSUNO al mondo ha mai fornito una sola prova di una avvenuta gasazione!
TUTTO è affidato ai racconti… non a caso si cita sempre la “memoria” e non la Storia documentata!
Qualsiasi storico che si azzardasse a porre dubbi verrebbe immediatamente ostracizzato ed escluso dal consesso scientifico con perdita del lavoro, persecuzione, aggressioni fisiche e arresto…. fine delle conferenze strapagate sui nazidemoni, dei libri editi in tutto il mondo e del prestigio nella comunità scientifica…. quindi proprio come molti “nazisti” che hanno preferito “confessare” quello che voleva l’accusa in cambio di una pena ridotta piuttosto che affrontare il patibolo dicendo la verità, così gli storici attuali ripetono pappagallescamente tutte le informazioni che il sistema permette di divulgare…. d’altronde anche loro tengono famiglia.
Negare o ridimensionare gli altri genocidi rientra nella libertà della ricerca storica… ma per la shoah il discorso è diverso, la shoah va oltre la ricerca, è un “fatto notorio”, inconfutabile, metafisico, quindi è “normale” fare una legge che punisca la sua negazione\ridimensionamento… degli altri “genocidi” non frega un cazzo a nessuno… ti risulta che qualcuno sia mai stato arrestato per aver negato lo sterminio degli Armeni??? o per aver ridimensionato lo sterminio degli aborigeni australiani compiuto dai coloni inglesi? o le altre migliaia di stermini o presunti tali che hanno costellato la storia dell’uomo? no… nessuno avrà mai problemi se volesse approfondire “altre” questioni, cercare prove, ordini, responsabilità o non responsabilità…. la storia si presta a revisioni se emergono nuovi elementi.
…..ora, una persona normale – non importa di quale posizione ideologica – dovrebbe chiedersi: come mai la Shoah è l’unico avvenimento nella storia dell’umanità che non ammette confutazione critica?
Ogni stato belligerante ha avuto la deportazione forzata e la vita nei lager nonchè tutti i soprusi annessi…. nulla di “anomalo” in quel senso, ne consegue che se la deportazione fu un delitto… lo fu per tutti.
La deportazione degli ebrei non si può negare, nessuno lo ha mai messo in dubbio… come non si può negare la deportazione dei Boeri attuata dagli inglesi, o le “purghe” staliniane nei Gulag (sistema rimasto attivo fino al 1970 circa)… o la deportazione a Coltano di circa 35.000 (trentacinquemila) ex combattenti della Repubblica di Salò (sui crimini ai danni dei prigionieri fascisti perpetrati dai guardiani della Novantaduesima Divisione Buffalo della V Armata USA si sta ancora indagando), oppure – che so – non si possono negare le deportazioni dei civili americani giapponesi (donne e bambini inclusi) rinchiusi – con motivazioni esclusivamente razziali – nei campi di concentramento di Tule Lake (California), Minidoka (Idaho), Manzanar (California), Topaz (Utah), Jerome (Arkansas), Heart Mountain (Wyoming), Poston (Arizona), Granada (Colorado) e Rohwer (Arkansas)…. moltissimi giapponesi non fecero ritorno da quei campi (tutti muniti di forni crematori ), quindi i governanti statunitensi misero in atto un piano di sterminio nei confronti dei civili giapponesi residenti negli USA??? ovviamente no, ma per Harry Truman – e per molti “democraticissimi” americani di quel periodo storico – i giapponesi erano bestie immonde, selvaggi, si posizionavano – forse – un gradino sopra agli altri esseri considerati “subumani” da gran parte degli americani: i negri…. con l’aggravante che i giapponesi erano nemici, i negri no.
Mi fermo, ma potrei continuare con gli esempi di deportazioni diventando oltremodo prolisso e noioso.
I “negazionisti” (il termine non mi piace affatto e lo metto sempre tra virgolette) negano che quelle che sono state presentate come camere a gas omicide lo fossero in realtà.
Il “crimine” del Nazionalsocialismo, UFFICIALMENTE, si può identificare nei seguenti postulati:
1) Decisione dello “sterminio” degli ebrei
2) ORDINE di “sterminio” degli ebrei
3) Pianificazione dello “sterminio” degli ebrei
4) Costruzione delle macchine dello “sterminio”
5) 6.000.000 di ebrei “assassinati”
I revisionisti mettono in discussione i 5 punti sopradescritti… e vengono arrestati… tutto qua.-
Click per ingrandire - Questo recentissimo testo di Mattogno, Kues e Graf è davvero un lavoro imponente…. è una risposta motivata ad alcuni critici ed è un testo che difficilmente troverai recensito, nessuno vuole che tu legga certe cose (per questo l’autore ha deciso di “regalarlo” e metterlo in rete in pdf)… se hai tempo e voglia buttaci un occhio, è un testo per “iniziati” ma vale comunque la pena leggerlo.
http://olodogma.com/wordpress/wp-content/uploads/2013/11/CAMPI-REINHARDT_ms2.pdf
L’opera di 1141 pagine con 3730 note e una bibliografia di quasi 700 titoli, sarà stampata a breve in formato 17×24 cm in due volumi non divisibili…. la tiratura sarà limitata e buona parte della stessa è già prenotata. Un testo che è un invito agli storici di professione e a tutte le varie Pisanty e Foa e relativi caudatari a trovarvi una sola, e dico una sola “bestialità” … se ne guarderanno bene!!!
Buona lettura…. se ti va, ovviamente.
Un saluto.
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biomirkoDice:
marzo 15, 2014 a 23:49Sempre riguardo alle cosiddette “riparazioni”… il Congresso ebraico mondiale reclama ancora soldi … all’inizio alla Grecia ma in realtà li chiede alla Germania. Ecco cosa si legge sul loro sito il 4 marzo (traduzione rapida):
il CJM esorta la Germania a sanare la controversia a proposito dell’Olocausto degli ebrei.
NEWYORK- Il Congresso ebraico mondiale ha chiesto oggi alla Germania di risolvere la questione sollevata dalla comunità ebraica greca di Salonicco che reclama indietro il riscatto di diversi milioni di dollari pagati agli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. “Sicuramente il governo tedesco, che ha virtuosamente risolto [sic] cosi tante rivendicazioni delle vittime dell’Olocausto, troverà una soluzione per questa rivendicazione, che la comunità ebrea di Salonicco in Grecia reclama da decenni e che è largamente documentata”, ha dichiarato il presidente del Congresso ebreo mondiale Ronald S. Lauder. “Poiché il presidente tedesco Joachim Gauck sarà in visita ufficiale in Grecia questa settimana, è venuto il momento di mettere fine a questo episodio.
Questa rivendicazione della comunità ebraica di Salonicco, che è ora all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, risulta dagli avvenimenti del 1942, quando le autorità naziste ridussero in schiavitù circa 10.000 uomini ebrei costringendoli a lavorare su progetti stradali e ferroviari in condizioni insalubri. Per ottenere la loro liberazione, la comunità pagò 1,9 miliardi di dracme (ossia circa 61 milioni di dollari) al comandante nazista della Macedonia, Max Merten. Molti di quegli uomini sono morti in seguito a brutalità, e la maggior parte degli altri fu deportata insieme a gran parte degli altri ebrei di Salonicco verso Auschwitz, dove morirono. Circa il 90% dei 50.000 ebrei di Salonicco furono assassinati dai nazisti. La comunità ebraica di Salonicco cominciò a denunciare presso i tribunali greci nel 1997, ma il processo fu rigettato dalla Corte Suprema di quel paese nel 2013 per incompetenza del tribunale. Quest’anno la comunità ebraica ha citato in giustizia la Germania davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma il ministero delle finanze tedesco ha rigettato la richiesta.
fonte: http://www.worldjewishcongress.org/en/news/14490/wjc_urges_germany_to_resolv e_greek_jewish_holocaust_disputeosservazioni:
Fino al 1997 non si era sentita la necessità di chiedere risarcimenti.
Ciò è molto strano in quanto i risarcimenti vanno ai “sopravvissuti”, quindi era interesse chiedere soldi quando il numero dei sopravvissuti era… naturalmente… molto più grande.
Richiesta irrazionale, qualcosa non torna.
Ancor più strano che del fiume di soldi versati dalla Germania dal 1952 ai sionisti , come riparazioni, NON SIA arrivato nulla agli ebrei greci.
“Le vittime del nazismo residenti in Occidente hanno ottenuto fin dal 1949 indennizzi per 100 miliardi di marchi pagati dalla Germania federale, mentre la Germania est non aveva mai offerto simili risarcimenti”… fonte: http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1997/08/20/Esteri/OLOCAUSTO-BONN-NEGOZIATO-PER-INDENNIZZO-A-EBREI-ORIENTALI_103500.php
….e ancora:
“Abbiamo perseguito questo obiettivo dal 1951 attraverso negoziati con il governo tedesco che prevedono pagamenti direttamente ai singoli sopravvissuti e sovvenzioni alle organizzazioni di assistenza sociale che servono i sopravvissuti“… fonte: http://www.claimscon.org/about/
…”“ogni treno in Israele è tedesco; le navi sono tedesche così come l’elettricità e una gran parte dell’industria.. senza contare le pensioni individuali pagate ai sopravvissuti.. In certi anni l’ammontare di denaro ricevuto dalla Germania supera l’ammontare totale di quello raccolto dalle comunità ebraiche nel mondo, due o tre volte tanto.”…
Fonte: Intervista a Nahum Goldmann da Le Nouvel Observateur del 25.10.1976
“I hardly exaggerate. Jewish life consists of two elements: Extracting money and protesting”
(esagero appena, la vita dell’ebreo consiste di due elementi: raccogliere denaro e protestare”
Fonte: Nahum Goldmann, Ex‑Presidente del WJC World Jewish Congress nl suo libro “The Jewish Paradox.” athenäum, Frankfurt 1988, p. 77 vedi: http://israelect.com/reference/WillieMartin/Q-1.htm
…ora che si siano per tutti questi anni dimenticati dei “61 milioni di dollari” pagati è incredibile, impensabile. Perchè sbucano fuori solo nel 1997?
su Auschwitz e l’industria dell’olocausto preferisco evitare commenti, per ovvie ragioni.
Domanda: ma non ti fanno girare un po’ le palle???
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SendivogiusDice:
marzo 16, 2014 a 22:52La “storiografia” non è una scienza clinica. Lo storico non è un chirurgo, che si limita ad incidere la parte interessata dall’operazione disinteressandosi di tutto il resto, escludendo spesso e volentieri il fattore umano.
Uno studio storiografico, appurato il fatto storicamente rilevante e preso in considerazione l’evento, ne circostanzia le dinamiche, ne studia gli effetti, ne ricerca i dettagli, ne evidenzia le implicazioni… E ciò comporta sempre una serie di valenze, siano esse “politiche” ed eventualmente “etiche”.
Diversamente, se si nega il fatto (tipo il genocidio nazista) in quanto tale, perché non ci piace, perché costituisce una realtà scomoda, perché è controproducente per la propria visione ideologica… allora la Storia cessa di esistere (e con essa il suo studio) perché tutto può essere negato, manipolato, minimizzato. In questo modo, le prove stesse diventano strumentali e dunque inutili.Costruzione tipica del “revisionista”: l’Olocausto è un’invenzione sionista, per giustificare l’esistenza di Israele e attingere alla cuccagna dei risarcimenti pro capite, gonfiando il numero delle vittime. I lager, le camere a gas, i forni crematori, sono tutti falsi strumentali volti a sostenere una grande impostura.
Di conseguenza, qualsiasi prova addotta in merito, siano esse testimonianze dirette, materiale fotografico e documentale, filmati d’epoca, verbali d’istruttoria e quant’altro, sono tutti il frutto di un’unica falsificazione su vasta scala.
Di questo passo, si potrebbe negare che gli USA abbiano mai sganciato la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, perché i livelli di radioattività non sono poi tanto diversi dal resto del Giappone e perché le patologie tumorali non hanno avuto un’incidenza così radicale, come ci si sarebbe aspettato in una contaminazione nucleare.
Oppure potrei negare l’esistenza dei gulag staliniani (o dei Lao Gai cinesi), non so, perché Solgenitsin mi sta antipatico, o magari non ne apprezzo i richiami mistici ed il nazionalismo populista, e quindi non riconosco alcun valore documentale al suo “Arcipelago Gulag”, a maggior ragione poiché non è strutturato come un saggio rigorosamente storico.L’esistenza delle camere a gas, la politica eliminazionista del nazismo, il suo antisemitismo viscerale e morboso, la sua volontà di sterminio, è un fatto notorio, documentato e circostanziato. Ma per quante prove ed elementi si possano addurre, il “negazionista” per l’appunto continuerà sperticatamente a rifiutarne l’esistenza. Al massimo, data l’evidenza delle prove empiriche, si concede l’esistenza della realtà concentrazionaria: campi di transito per il raggruppamento provvisorio ed il successivo reinsediamento in nuovi territori di ripopolamento. Perché questa mi pare di capire sia la tesi prevalente. Come se le deportazioni coatte di massa non siano di per se stesse già un crimine.
E infatti qui non si tratta di approfondire e studiare per esempio la portata e la natura dello sterminio, dell’entità del genocidio tentato, come nel caso specifico degli Armeni, o degli aborigeni australiani (e dei nativi americani). La differenza tra revisionismo e negazionismo è basilare: il “negazionista” nega infatti che la Shoah sia avvenuta e basta. Ogni suo sforzo è teso a questo. E la dimostrazione a prescindere di una tesi aprioristica, per motivi politici ed ideologici, non è “uno studio storiografico serio”.
Per questo, nonostante 1200 pagine siano una lettura impegnativa anche per il sottoscritto, vedrò di riuscire a leggere anche il tomo suggerito a me che “iniziato” proprio non sono. Tuttavia, non garantisco nulla circa la tenuta dei miei limiti di sopportazione di un bel figurino come Carlo Mattogno. Certo Adolf Hitler, che nella sua lucida follia non può essere rimproverato di essere stato incoerente, mai avrebbe avvallato una politica di sterminio su scala continentale, scientemente organizzata e messa in pratica dagli apparati militari della burocrazia tedesca. Nel suo Mein Kampf la “questione ebraica” è infatti affrontata in termini assolutamente lusinghieri, con costanti preoccupazioni umanitarie. Come dire, se “eccessi” vi furono, fu un incidente di percorso dovuto allo zelo di singole unità, troppo stressate dall’esposizione al fronte di guerra; insomma si tratterebbe di incidenti di percorso, “danni collaterali”.
E Cristo è morto di freddo!Tornando al tema dei risarcimenti e connessi, “non ti fanno girare un po’ le palle?”
No, non più di quanto non ne facciano già il clero e la casta ecclesiastica, che drenano miliardi abusando della credulità popolare, speculando sulla paura della morte, e pretendendo di avere ragione pure quando stuprano bambini. Un oceano di abusi, contro la goccia di qualche furbacchione.
È interessante piuttosto notare come per sostenere una confutazione vengano presi a supporto, con abbondanza di riferimenti, moltissimi esponenti della cultura ebraica o comunque ad essa riconducibile, a dimostrazione e conferma di come la società israeliana sia un’entità vitale e dinamica, capace di produrre al suo interno i prodromi di una critica serrata e intelligente, senza sconti per nessuno. E di quanto ci sia molto da imparare da un popolo che, forse non a torto, si definisce “eletto”. -
biomirkoDice:
marzo 17, 2014 a 11:15…mi permetto di dissentire sul giustificazionismo accollato al cosiddetto “negazionismo”, moltissimi revisionista della Shoah non hanno nulla a che vedere con le teorie hitleriane o con l’antisemitismo (ma più corretto sarebbe parlare di antigiudaismo) in senso lato.
…anzi, a dirla tutta sono piuttosto pochi i revisionisti “nazionalsocialisti”… il padre del revisionismo storico della Shoah, Rassinier, era un socialista membro della resistenza francese, è stato internato in 2 lager tedeschi ed è stato pluridecorato…. Faurisson è un liberale vecchio stampo, non ha alcuna simpatia “nazista”… Ginsburg è comunista oltre ad essere ebreo, Shamir, Atzmon, Cole, Felderer… sono tutti ebrei che NULLA hanno a che vedere con il nazionalsocialismo… lo stesso Mattogno si è definito “radicale”, per intenderci: vota Pannella… per non parlare di Moffa o Saletta, comunistissimi e acerrimi nemici delle teorie hitleriane!!!
Riguardo alla prove… mi dispiace, ma non ce ne sono, al limite Robert Van Pelt ha ipotizzato una fantasiosa “convergenza” di prove, ma non ha retto di fronte all’analise revisionista, vedi: http://studirevisionisti.myblog.it/2012/05/15/auschwitz-la-falsa-convergenza-di-prove-di-robert-jan-van-pe822f5e594e26ac31814f9c854f20242d/
L’argomento è piuttosto complesso, in più di vent’anni ho letto e studiato TUTTA la letteratura scientifica inerente lo sterminio, mi riferisco a Pressac, Van Pelt, Hilberg e altri (persino i nostrani e trascurabili Pezzetti, Foa, Fiano, Rotondi, Pisanty, ecc…) e tutta la critica alla stessa (Graf, Rudolf, Mattogno, Faurisson, ecc…).
I primi ne escono con le ossa non solo rotte… ma polverizzate!!!
Dai… perché non fai un bell’articolo sull’argomento??? il dibattito che ne potrebbe scaturire nel tuo blog sarebbe oltremodo interessante, per la prima volta ci potrebbe essere un confronto storico su posizioni assolutamente agli antipodi, una “lectio magistralis” sulla tolleranza e la libertà di confronto e dibattito, saresti un vero pioniere.
Potresti – che so – iniziare confutando questi dati “negazionisti” di fonte ebraica che NEGANO lo sterminio di sei milioni di ebrei:
“Statistiche sull’Affiliazione Religiosa”, del libro del Senato Americano “A Report of the Committee on the Judiciary of the United States Senate”:
1940: numero di ebrei nel mondo: 15.319.359.
1950: numero di ebrei nel mondo: 15.713.638.
L’Annuario Mondiale (“World Almanac”) 1938, numero di ebrei nel mondo: 15.688.259
New York Times (direttori e proprietari del giornale sono sempre stati di “eletta” estrazione)
1948: numero di ebrei nel mondo: fra i 15.600.000 e i 18.700.000
Ebrei nel mondo PRIMA della seconda guerra mondiale:
- The National Council of Churches, USA 1930………….15,0 Mill
- Jewish Encyclopedia, USA 1933………………………….15,6 Mill
- World Almanach (Jewish Committee 1939) ……………15,6 Mill
Ebrei nel mondo DOPO la seconda guerra mondiale:
- World Almanach (American Jewish Committee, USA)
- 1945 ………………………………………….. …………………..15,19 Mill
- 1946 ………………………………………….. …………………..15,75 Mill
- 1947 ………………………………………….. …………………..15,69 Mill
- 1948 ………………………………………….. …………………..15,50 Mill
- 1949 ………………………………………….. …………………..15,50 Mill
- New York Times, 1948 ………..da 15,7 a 18,60 Mill
- National Council of Churches, USA, 1951………15,31 Mill
NOTARE come tutti i dati siano di fonti ebraiche.
…………………….adesso fammi rientrare tu i sei milioni mancanti, buon lavoro.
ovviamente è una piccola provocazione, ma quei dati sono veri e facilmente verificabili… qualcosa non torna.
Sperando e auspicando un tuo “articolo” sulla questione, per il momento ti saluto…. con le nostre divagazioni abbiamo ampiamente superato il 3d “Cucciolo di Agnelli”.-
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biomirkoDice:
marzo 17, 2014 a 13:39Ultimissima considerazione, cito un tuo passaggio che reputo decisamente interessante.
“Di questo passo, si potrebbe negare che gli USA abbiano mai sganciato la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, perché i livelli di radioattività non sono poi tanto diversi dal resto del Giappone e perché le patologie tumorali non hanno avuto un’incidenza così radicale, come ci si sarebbe aspettato in una contaminazione nucleare.
Oppure potrei negare l’esistenza dei gulag staliniani (o dei Lao Gai cinesi), non so, perché Solgenitsin mi sta antipatico, o magari non ne apprezzo i richiami mistici ed il nazionalismo populista, e quindi non riconosco alcun valore documentale al suo “Arcipelago Gulag”, a maggior ragione poiché non è strutturato come un saggio rigorosamente storico.”
….più o meno è quello che avevano scritto altri eminentissimi bloggers qualche anno fa in un’altra piattaforma di discussione, la domanda era semplicissima: potete mostrarmi una fattura, una ricevuta, un ordine d’acquisto o qualsiasi altro documento riferibile alla costruzione, manutenzione o progettazione delle famose camere a gas hitleriane?
le risposte erano di questo tenore, copio da fonte:
“[…] il mestiere dello storico è di cercare documenti e interpretarli, in mancanza, esistono altri modi probanti per sostenere delle tesi. Chi mette in dubbio l’omicidio di Giulio Cesare solo perché non ci sono documenti scritti dei cospiratori. E su Gesù? Quali documenti esistono, a parte i Vangeli scritti decenni dopo? Molti documenti dei nazisti esistono, a parte Bad Arolsen, bisogna andare a cercare tra le numerose pubblicazioni, quelle dove se ne trova menzione; un lavoro da specialista. Tuttavia immagina che tra 60 anni uno storico faccia un’indagine sulla mafia Italiana; quante fatture pensi che troverà? […]”
….e ancora:
“[…] forse nessuno ha trovato le fatture per le camere a gas, così come nessuno ha trovato fatture per l’acquisto dell’esplosivo di Piazza Fontana, o di Piazza della Loggia […]”.
Che dire? Un bambino di quinta elementare avrebbe saputo dare risposte meno sceme. Oppure sarebbe stato zitto, che è pur sempre una strategia dialettica migliore della ciarla quando proprio non si sa che cosa rispondere…. pur di non accettare l’evidenza della bufala,i bloggers in questione sono disposti a mettere in dubbio l’esistenza di Cesare, dello stragismo italiano, di Gesù Cristo e dell’universo mondo…m uoia Sansone con tutti i filistei: se l’olocausto non era vero, allora nulla è vero e l’intero tessuto della realtà non è che una kantiana illusione.
Peccato che su Cesare – a differenza delle camere a gas naziste – esistano montagne di documenti storici, compresi un paio di ponderosi scritti autobiografici di cui non mi risulta che qualcuno, fino ad oggi, abbia messo in dubbio l’autenticità.
Certo, potrebbe provarci il blogger in questione, con una minuziosa ricerca che vendichi l’inesistenza dello sterminio ebraico confinando anche il povero Cesare nel limbo delle mitologie popolari. Così impara! Date le argomentazioni e la metodologia adoperata, comunque, dirò che non sono troppo ansioso di conoscere i risultati di tale indagine.
Sulla reale esistenza della figura storica di Gesù il dibattito storico ferve da anni, senza che nessuno abbia dovuto subìre, solo per questo, censure, intimidazioni, carcerazioni, insulti e cazzotti nel grugno…. ciò è indice del triste declino mediatico del noto predicatore palestinese, spodestato dal suo Golgota da un nuovo, prepotente messia collettivo: l’intero popolo giudaico, sacrificatosi sulla croce dello Zyklon B per purificare l’umanità dai suoi peccati. E’ questa… oggi… la sola religione rimasta, la cui apostasia è punita con l’emarginazione, il biasimo sociale e la carcerazione previo passaggio dinanzi all’autorità del Santo Tribunale dell’Inquisizione Sionista…. ed io ne so qualcosa
Sulla mafia e lo stragismo possediamo anche più documenti di quelli che ci piacerebbe leggere…. poiché io sono persona accondiscendente (oltre che pigra) dirò che sono disposto a riconoscere l’esistenza della mafia e delle stragi di piazza anche senza bisogno di passare trent’anni in archivio…. basta però che non si esageri.
Ad esempio, se qualcuno mi venisse a raccontare che la mafia possiede enormi strutture industriali costruite allo scopo di sciogliere nell’acido migliaia di persone alla volta, a ritmo incessante, qualche documento vorrei vederlo prima di smettere di ridere…. e se mi si dicesse che lo stragismo di piazza ha provocato sei milioni di morti, forse avrei bisogno di qualche indagine approfondita prima di prendere per buona una simile panzana…. ma “qualcuno” non ha alcun bisogno di approfondire… si beve e digerisce qualunque idiozia e se qualcuno prova a farlo desistere, la reazione è solitamente d’inusitata ferocia: si prende in ostaggio Cesare, Provenzano, Cossiga e Gesù Cristo e si minaccia di farli fuori con un colpo alla nuca se il mondo intero non accetterà di mettere documenti e fatti sullo stesso piano delle loro chiacchiere…. stesso discorso vale per la bomba atomica che hai citato tu, la “forma mentis” è la medesima.
…..ma ci sono abituato, nessuno può battere in chiacchiere un sostenitore della “realtà” dell’Olocausto…. chiacchiere e retorica sono gli unici strumenti che egli ha a disposizione ed è naturale che li maneggi bene, ma per metterlo a tacere c’è un metodo infallibile: chiedergli di esibire fatti e documenti.
Allora lo si vedrà annaspare in sofismi da due lire, minacciare di annichilire il creato e infine darsi a una fuga precipitosa e non farsi mai più vedere… e non mi riferisco solo ai bloggers apprendisti storici che ho incontrato nel corso degli anni, personalità ben più insigni dello “sterminazionismo” sono state messe in fuga dalla semplice, elementare richiesta di una prova tangibile.
Ad esempio Raul Hilberg, il più noto tra gli studiosi dell’olocausto, autore di “La distruzione degli ebrei d’Euroa”, il testo su cui si è fondato ogni successivo discorso sullo sterminio “nazista”… nel 1985, al primo processo contro Ernst Zundel tenutosi a Toronto, Faurisson non fece altro che porre a Hilberg una domanda di piana banalità: dove sono, signor Hilberg, le due ordinanze citate nel suo libro con cui Hitler avrebbe ordinato lo sterminio degli ebrei? Hilberg balbettò frasi sconnesse per una mezz’oretta, si esibì in capriole sugli specchi di acrobatica precisione, poi dovette ammettere di non avere la minima prova dell’esistenza di quei documenti.
Ci fece una figura da cioccolataio, ma ebbe almeno la creanza di cancellare ogni riferimento a quelle ordinanze nelle edizioni successive del suo libro e di non accettare mai più un invito di Faurisson a un pubblico dibattito…. era un falsario, mica uno stupido.
Ciò che i “bloggers” che cianciano di olocausto non sanno (e non sapranno mai, visto il loro rifiuto di leggere ciò che non avalla le loro teorie) è che l’inesistenza delle camere a gas, in passato, è già stata a un passo dall’essere accettata dagli storiografi…. non in tutto, ovviamente, ma almeno per tre quarti abbondanti.
Infatti, fino al 1960, gli studiosi ritenevano che esistessero camere a gas in tutti i campi di concentramento nazisti…. centinaia di testimoni avevano visto in azione questi mirabolanti marchingegni di morte a Oranienburg, a Buchenwald, a Bergen-Belsen, a Dachau, a Ravensbrück, a Mauthausen e avevano denunciato il loro utilizzo da parte dei tedeschi in molti tribunali, compreso quello di Norimberga. Non solo…. in molti casi erano stati gli stessi ufficiali tedeschi ad ammettere l’esistenza di camere a gas in questi campi e perfino a spiegarne, sia pure in modo contraddittorio e confuso, il funzionamento.
Per Ravensbrück, ad esempio, il comandante del campo Fritz Suhren, il suo secondo Johann Schwarzhuber e il medico del campo, dr. Percy Treite, descrissero per sommi capi la camera a gas e il suo funzionamento: la camera a gas avrebbe avuto le dimensioni di 9×4,5 metri e sarebbe stata situata a cinque metri dai forni crematori.
Senonché queste testimonianze contraddicevano quelle dei “sopravvissuti” del campo, i quali, a loro volta, si contraddicevano tra loro.
Per avere un’idea del casino che ancora oggi regna sull’argomento, cito le parole di questo sito NON revisionista:“L’esatta procedura delle gasazioni non può essere ricostruita con assoluta certezza a causa delle divergenze tra i rapporti dei diversi testimoni. Vi è la stessa incertezza riguardo le dimensioni della camera a gas. Alcuni testimoni, come lo Schutzhaftlagerführer SS-Hauptsturmführer Johann Schwarzhuber, […] affermano che le dimensioni erano di 9×4.50 metri. Alcuni ex prigionieri affermano che erano di 4×6 m”.
[ The exact procedure of the gassings cannot be reconstructed with absolute certainty because of the variance in the reports of the different witnesses.
There is still some uncertainty about the size of the gas chamber. Witnesses, such as the Schutzhaftlagerführer SS-Hauptsturmführer Johann Schwarzhuber, who had relevant experiences from his former job at Auschwitz-Birkenau, stated that the size of the gas chamber measured 9 x 4.50 m. Former prisoners declared that the size was 4 x 6 m. (fonte: http://www.deathcamps.org/gas_chambers/gas_chambers_ravensbrueck.html) Olodogma]
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Le contraddizioni erano tali che la studiosa francese (NON revisionista) Olga Wormser-Migot nella sua tesi “Système concentrationnaire nazi, 1933-1945” giunse alla conclusione che le camere a gas di Ravensbrück e quelle austriache di Mauthausen (per le quali esistevano le “confessioni” del comandante Franz Ziereis) non erano mai esistite, ma la svolta avvenne nel 1960 con la famosa dichiarazione di Martin Broszat.
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Broszat era, dal 1955, un collaboratore dell’Istituto di storia contemporanea di Monaco (nel 1972 ne divenne direttore)…. l’Istituto si era adoperato più di ogni altra istituzione per dimostrare la realtà delle camere a gas naziste.
Eppure nel 1960, in una celebre lettera spedita il 19 agosto al settimanale “Die Zeit”, Broszat annunciava ai suoi allibiti connazionali che non era mai esistita nessuna camera a gas in tutto il territorio dell’ex Reich. Le camere a gas, spiegava Broszat, dovevano ritenersi esistite solo in alcuni “punti speciali, prima di tutto (?) in alcune località della Polonia, tra le quali Auschwitz-Birkenau”. Broszat ammetteva implicitamente che centinaia di testimonianze e di “confessioni” dei comandanti nazisti sulle camere a gas non polacche erano da ritenersi inattendibili o estorte…. ma non spiegava, invece, perché mai avrebbero dovuto essere considerate valide, a questo punto, le testimonianze e confessioni relative ai campi polacchi.
Dopo il 1960, Broszat non tornò mai più sull’argomento…. né i suoi collaboratori diedero mai spiegazioni di quella strana lettera. Se lo avessero fatto di certo Broszat non sarebbe diventato dirigente dell’Istituto nel 1972. Le lobby non perdonano chi mette in dubbio i dogmi del sacro olocausto e poi non rinnega… o perlomeno tace e lascia dimenticare.
Del resto i “testimoni” e i “rei confessi” dell’olocausto vengono presi sul serio solo se confermano la versione ufficiale…. quelli che la negano vengano perseguitati e zittiti.
Paul Rassinier, che ho citato nel precedente intervento, fondatore del revisionismo sull’olocausto, era appunto un ex deportato (prima a Buchenwald, poi a Dora) rimasto invalido al 95% a causa delle sofferenze e delle torture subìte durante la prigionia.
La sua testimonianza venne raccolta nel libro “La menzogna di Ulisse”, che fu la pietra fondante del movimento revisionista.
Ulisse rappresentava… con palese metafora… l’uomo che aveva sopportato mille sventure nel suo pellegrinare e tornando a casa aveva raccontato un monte di stronzate…. Rassinier era stato distrutto dal nazismo, dunque era difficile definirlo un simpatizzante hitleriano….. il Partito Socialista Francese, in cui Rassinier militava da tutta la vita, quando nel 1951 lo espulse in seguito alla pubblicazione del suo libro, non lo definì affatto “nazista”, lo cacciò e basta, come fanno le persone che vogliono liberarsi di un pericolo senza riflettere troppo. Anche quell’Israel Shahak che apprezzi era un ex deportato a Bergen Belsen…. celebre la sua lettera sulla perpetua falsificazione dell’olocausto… Shahak era ebreo ed ex deportato, ma questo non lo salvò dalle solite accuse di antisemitismo…. cito, infine, l’ufficiale tedesco Thies Christophersen, che prestò servizio ad Auschwitz e descrisse la sua esperienza nel libro La menzogna di Auschwitz.
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“Durante il periodo in cui fui ad Auschwitz, non notai la minima evidenza di gasazioni di massa”, scriveva Christophersen. Ovviamente il suo libro fu sequestrato e ne fu vietata la pubblicazione in Germania…. Christophersen fu linciato dai media, condannato a un anno di carcere per “insulto allo Stato” e “oltraggio alla memoria dei defunti”, quindi costretto all’esilio dalle continue aggressioni e dalle minacce di ebrei fanatici…. fuggì in Danimarca, Belgio e Svizzera…. la Germania continuò a inviare a questi paesi richieste di estradizione, per poterlo processare, fino al 1997, anno in cui egli morì all’età di 79 anni.
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Testimoni e pentiti sono utili a “lorsignori” solo finché avallano le menzogne…. quando si rifiutano di farlo, sono ignorati e trattati da traditori, non importa quale sia stata la loro vicenda umana, la loro appartenenza religiosa o politica…. diventano tutti nazisti e antisemiti, anche se si tratta di ebrei ex-deportati come Shahak o di antifascisti per formazione e cultura come Robert Faurisson.
……………..ma è tutto molto ovvio, banale addirittura: con l’olocausto è in gioco la sopravvivenza del “popolo eletto”, nonché il pretesto con cui Sion può legittimarsi a sterminare interi popoli senza che la comunità internazionale possa osare esprimere il proprio orrore…. quindi non si può andare tanto per il sottile.
Quelli che “negano” sono tutti nazisti, ignoranti, cretini e antisemiti…. come certi pappagalli da blog hanno ben presto imparato a gracchiare.
Spero di averti dato qualche piccolo spunto di riflessione.
Chiedo scusa per la prolissità… un saluto.
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SendivogiusDice:
marzo 17, 2014 a 19:52detto amichevolmente, tu sei un gran ‘paraculo’ perché, selezionando il registro dialettico giusto, hai saputo condurre con abilità la conversazione sui punti e sugli aspetti che più ti premeva illustrare, ritagliandoti uno spazio espositivo quanto più ottimale alla tua divulgazione.
Certo, nonostante gli sforzi, ogni tanto parte qualche intemerata “anti-giudaica”, ma da persona intelligente sai tenerla a freno, sapendo che in tal modo mai censurerei il tuo intervento.
Bravo! Riconosco che ci sai fare.Confido invece di non essere tacciato di ‘pusillanimità’ o di essere a corto di argomentazioni, se non mi metto a confutare e controbattere punto per punto la considerevole mole di congetture, riferimenti, e dati da te riportati, in una costante circostanziazione delle fonti consultate, che indubbiamente contribuiscono ad incorniciare la tesi su una buona struttura di sostegno. Non saprei dire quanto solida, ma comunque ben confezionata…
D’altronde, come da te riconosciuto, e per quanto io apprezzi le divagazioni, siamo ampiamente oltre il 3d originario…
Tuttavia, siccome mi divertono i paradossi, mi permetto solo una piccola osservazione, perché il “revisionismo” con i suoi procedimenti di negazione e controconfutazione è un’arma a doppio taglio, che può essere utilizzata indistintamente da entrambe le parti a confronto…
Per esempio, mettendo in discussione la presunta autorevolezza di Paul Rassinier, ‘revisionando’ la sua biografia.
Nel paese che fu il più anti-semita d’Europa (la Francia), il movimento socialista fu costantemente permeato da sentimenti anti-ebraici (i banchieri, i capitalisti, la finanza..) che spesso e volentieri sfociarono in aperto anti-semitismo.
Per dire, Fourier (tra i massimi esponenti del “socialismo utopico”) e Pierre Henri Leroux (sansimonista a cui si deve l’invenzione stessa del termine “socialismo”), del loro antisemitismo non fecero mai mistero. Alphonse de Toussenel, che di Leroux fece il suo mentore, scrisse una simpatica opera dal titolo assai evocativo: “Les Juifs roi dell’époque”. Tanto che Edouard Drumont, il fondatore della “Lega nazionale antisemita di Francia”, pescò a piene mani dall’opera di Toussenel.
La sinistra rivoluzionaria e operaista di ispirazione blanquista era in molti casi apertamente anti-semita…
Superfluo dire è in Francia che si sviluppa la prima forma di “socialismo nazionale” e che molti tra anarco-sindacalisti, socialrivoluzionari e radicali, costituiranno una fetta considerevole del boulangerismo prima e del governo collaborazionista di Vichy poi.
Sull’argomento esiste una vasta letteratura; su tutti:
Michele Battini, “Il socialismo degli imbecilli” (2010)
Michel Focault, “Socialismo e razzismo“.
Ma soprattutto lo storico israeliano Zeev Sternhell che, per i tuoi gusti, sono sicuro apprezzeresti… Qualche titolo?
“La destra rivoluzionaria. Le origini francesi del fascismo (1895-1994)”. Corbaccio, 1997
“Né Destra né Sinistra“. Dalai, 2007
“Contro l’Illuminismo. Dal XVIII secolo alla guerra fredda“. Dalai, 2007
“Nascita d’Israele. Miti, storia, contraddizioni“. Dalai 2002.Personaggi come Jacques Doriot e Marcel Déat dovrebbero dirla lunga su certo “socialismo” francese e indirettamente sulla militanza a ‘sinistra’ dello stesso Paul Rassinier, i cui trascorsi resistenziali con relative decorazioni sono certificati da lui solo e sulla sua parola. Tanto per rimanere nell’ambito delle “prove” certe e loro confutazione.
In quanto a Robert Faurisson, che con Rassinier condivideva oltre agli studi le medesime frequentazioni con vecchi collaborazionisti della fascistissima Action Francaise, come l’intraprendente Maurice Bardèche, ricordo più che altro la notevole figura di m… (ci siamo capiti) quando s’incamponì nel voler dimostrare la falsità del diario di Anna Frank e le sue consulenze tecniche affidate a sedicenti esperti e millantatori di titoli universitari inesistenti come il presunto “ingegnere” Leucther…Perché non dedico una serie di pubblicazioni sull’argomento?
Perché io non ho competenze così approfondite, per potermi cimentare su un tema tanto monumentale. E da persona ignorante sono consapevole dei miei limiti: ne supra crepidam sutor iudicaret.
Detto tra noi, le mie preferenze e passioni storiche sono indirizzate prevalentemente al periodo tardo-imperiale, con una certa propensione per il V e VI secolo. Quindi puoi immaginare..:)
In quanto a “tolleranza” (brutta parola!) e libertà di confronto… be’ credo di essere persona di ampie vedute… -
biomirkoDice:
marzo 18, 2014 a 15:52qualche piccolissimo appunto:
- Diario di Anna Frank: pur avendolo letto con interesse, non ha alcuna valenza dal punto di vista revisionista, non si fa menzione delle camere a gas o del presunto “sterminio”.
Di contro, l’uso che si è fatto e si fa tutt’ora di questo testo ha suscitato il mio interesse dal punto di vista storico-culturale e sociologico.
Vedi ad esempio: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-08/germania-giovane-idee-nazista-103012.shtml?uuid=AaPYSX2D
Copio e incollo:
Una condanna esemplare: una ragazzina con idee naziste è stata condannata a leggere il “Diario di Anna Frank”. Secondo la Bild online, la 16enne, il cui nome di fantasia è Lisa, avrebbe imbrattato con svastiche e rune delle SS circa 33 cartelloni del partito di estrema sinistra tedesco, la Linke: “In realtà non so proprio cosa fossero le SS…”, ha dichiarato la giovane al tribunale di Kassel, Germania centrale, dove è stata processata con l’accusa di avere utilizzato i simboli nazisti vietati dalla Costituzione.
Cosa si fa con una ragazzina così? Si chiede indignato il tabloid di Springer. Il giudice Reinhardt Hering ha avuto un’idea saggia e cioè sospendere il processo contro Lisa, a patto che la “piccola nazista” si compri “Il diario di Anna Frank”, lo legga e scriva un tema sul libro, il tutto in 10 giorni, con la speranza, appunto, che impari qualcosa sugli orrori del nazismo. “Lo scopo del diritto per la tutela dei minori – ha commentato un portavoce del tribunale – non è punire, ma educare“.
(…)
tre piccole considerazioni:
1) “piccola nazista” è un’affermazione che presuppone una formazione politica ideologica della ragazza, SMENTITA dalla stessa che non conosce nemmeno le SS… quindi una affermazione senza base.
2) Si sospende il procedimento contro la giovane a patto che – obbligatoriamente – COMPRI il libro della Frank… l’industria dell’olocausto per legge!
3) “con la speranza che impari qualcosa dagli orrori del nazismo” … dove si trovi la descrizione degli orrori non si capisce, visto che la Frank ha conosciuto il lager di Auschwitz il 6 Ottobre 1944, quando il “diario” era già stato scritto (si presume).
Margot ed Anna furono colpite dalla scabbia e ricoverate in un reparto apposito e NON furono gasate come prevede la storiografia conformista, come mai???
Trasferita poi il 28 Ottobre a Bergen-Belsen, dove… ci raccontano… morì di tifo esantematico nel marzo 1945. Quindi il diario NON può DOCUMENTARE NULLA di “sterminio” e quindi di orrore!
In questa storia esiste un involontario lato comico… la ragazzina tedesca sbombolettatrice è stata CONDANNATA a leggere il “diario” della Frank… si riconosce come una condanna leggere tale testo!molto interessante, non trovi???
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Che sia un falso o meno mi interessa poco, anche se basterebbe guardare le foto dei manoscritti originali per capire che le calligrafie sono di mani differenti… solo un cieco non lo vedrebbe, ma i “periti di parte” hanno stabilito che differenti calligrafie sottintendono differenti stati d’animo
qui una foto delle pagine in questione: http://olodogma.com/wordpress/wp-content/uploads/2012/10/anna-frank-diariodue-calligrafie1.jpg … la conclusione della perizia calligrafica è stata accettata dagli “storici” senza batter ciglio… e ci mancherebbe altro, avere qualche dubbio sull’originalità e genuinità di tale testo sacro equivarrebbe a scavarsi da soli la fossa… lo storico che paventasse anche solo un leggero scetticismo verrebbe immediatamente gettato nel girone dei dannati antisemiti!!!!
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Ultimo appunto sul diario di Anna Frank… il padre Otto – banchiere – non è fuggito in Olanda a causa delle persecuzioni “naziste”, ma perchè inseguito da un mandato di cattura per bancarotta fraudolenta… ma su questo aspetto – curiosamente – si preferisce glissare…. rovina l’immagine!!!
- Riguardo a Leuchter il “millantatore”, meglio non aprire il barattolo sui titoli dei sedicenti “esperti di olocausto” osannati dalla storiografia ufficiale, ci sarebbe da ridere… solo per fare due piccoli esempi, tra i maggiori esperti dello sterminazionismo italiano ci sono Valentina Pisanty – una semiologa con tesi di laurea sulle favole per bambini (cappuccetto rosso in particolare) e Donatella Di Cesare, professoressa di filosofia… per non parlare degli “esperti” internazionali… Pressac, van Pelt, Hlberg, ecc… meglio stendere un pietoso velo.
Comunque il Rapporto Leuchter – di cui tanti sproloquiano, ma che nessuno ha mai letto – è considerato superato dai revisionisti dal punto di vista tecnico-metodologico riguardo all’impiego dell’acido cianidrico… ben più circostanziato e pertinente è il successivo Rapporto Rudolf… ma non ti posto il link altrimenti dici che uso il tuo sito per fare proselitismo -
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- Paul Rassinier: interessante quello che dici, lo ha sostenuto anche Nadine Fresco, una storica francese diventata famosa esclusivamente per i suoi virulenti attacchi a Rassinier… attacchi dovuti principalmente al fatto che Rassinier “negava” le camere a gas e quindi era un “antisemita” a prescindere da tutto…. ovviamente si è dato ampio spazio alle tesi della Fresco, cercando di spostare il dibattito sul “personale”, una cortina fumogena alzata per oscurare quanto scritto da Rassinier… personalmente non mi interessano i trascorsi “politici” di Rassinier, ma solo quello che ha scritto… era comunque membro del partito socialista francese ed è stato espulso dallo stesso dopo la pubblicazione del suo libro… è stato internato nei campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau-Dora non di certo con l’accusa di furto, questi sono dati inconfutabili che persino la Fresco non si è azzardata a mettere in discussione.
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Ho letto il suo libro anni fa… è un libro interessante, ma contiene tantissime inesattezze, è stato scritto nel 1950 e quindi non è nemmeno lontanamente paragonabile agli studi più recenti, quel libro è solo l’inizio… il revisionismo della shoah era ancora in fase embrionale.
La locuzione latina finale ti rende onore e non lo dico con ironia… la uso spessissimo anch’io quando tratto argomenti che esulano le mie competenze.
Continuerò a seguirti con il massimo interesse.Un saluto paraculesco!!!
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SendivogiusDice:
marzo 19, 2014 a 19:01Devo ammettere che ne sai davvero una più del diavolo…
Io non entro così nel dettaglio, perché i miei approfondimenti a tanto non arrivano. E dunque rischierei di sembrare approssimativo, oltre che presuntuoso.
Non conoscevo la polemica Rassinier-Fresco, sostanzialmente perché ignoravo completamente chi fosse Nadine Fresco; almeno fino a quando non me l’hai nominata.Sul Diario di Anna Frank, non credo serva un perito calligrafico (ma ne conosco di bravissimi) per ‘sospettare’ che le due scritture appartengano a mano diverse… Peraltro, la “calligrafia adulta” è quasi identica alla mia. Ma è probabile che il diario, in fase di stesura, abbia subito degli adattamenti o delle trascrizioni in corsivo da parte del padre Otto.
In editoria si chiamano revisioni di stampa e non ci trovo niente di strano.
A proposito di papà Otto, che più che “banchiere” lavorava come impiegato nell’agenzia di cambio della famiglia… Strano che nel 1929, in piena iperinflazione, con la svalutazione incontrollabile del marco, un’agenzia che si occupa di cambiare valute possa fallire. Quantomeno curioso che Otto Frank aspetti quattro anni per scappare in Olanda, dopo la presunta “bancarotta”.
Chissà mai perché nel 1933 un ebreo tedesco, potendoselo permettere, avrebbe dovuto lasciare l’amena Germania nazionalsocialista…
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E comunque trovo il provvedimento giudiziario da te segnalato, molto cretino… non perché ci sia qualcosa di male a leggere il Diario di Anna Frank (alla ragazzina “nazista” non nuocerà di certo), ma per le medesime osservazioni da te sollevate: il diario di Anna tratta in maniera del tutto secondaria, se non marginale, la realtà del nazismo e certo per ovvi motivi temporali non può parlare della deportazione nei lager. E’ forte il sospetto che il giudice il diario non l’abbia mai nemmeno sfogliato. Ma in quanto a sentenze fondate su paradossi incongruenti, e la capziosità surreale degli elementi di condanna, tu ne sai senza dubbio più di me…
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Personalmente, avrei trovato molto più appropriato la lettura de “L’Amico ritrovato” di Fred Uhlman. Ma naturalmente la mia è solo un’opinione estemporanea.
A la prochaine fois
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biomirkoDice:
marzo 20, 2014 a 12:35…mah… guarda, se fossi un giudice e volessi far provare il vero orrore ad una ragazzina, le imporrei di leggere le favole dei fratelli Grimm… oppure – che so – altri libri di fiabe orrorifiche tipo “la Notte” di Eli Wiesel o il non plus ultra dell’horror fantasy: Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia… un libro di totale fantasia in cui la fisica, la chimica e il semplice buon senso, lasciano spazio al truculento e al granguignolesco, ovviamente minaccerei la stessa agitando le manette se solo si azzardasse a leggere le motivatissime confutazioni revisioniste a quegli autori… la ragazzina si deve spaventare, deve essere terrorizzata, deve avere i conati di vomito appena pensa alla svastica, mica deve ragionare… quindi oltre alla lettura di uno di quei sacri testi (eviterei assolutamente Primo Levi… visto che nel suo “capolavoro” si parla di diritti per gli internati e cure per quelli ammalati… ABOMINIO!!! NEGAZIONISMO!!!) per dare alla criminale un’infarinatura letteraria, concluderei l’opera facendo fare alla piccola deviante “nazista” una bella transumanza ad Auschwitz – il golgota dell’olocaustianesimo, il gran mattatoio ebraico – la porterei nella “camera a gas” originale, ma costruita nel 1948 dai polacchi (come ha ammesso a David Cole l’allora direttore del museo di Auschwitz, Franciszek Piper)… dove milioni di ebrei sono stati zyklonbtrattati e la obbligherei a piangere facendo atto di contrizione… al ritorno dovrà scrivere un tema sugli orrori nazisti e sullo sterminio di sei milioni più IVA di ebrei…. questo è quello che farei se fossi un giudice democratico e infatti questo è quello che fanno di solito… la piccola nazistella sbombolettatrice se l’è cavata con una “pena” lievissima rispetto a molti altri suoi coetanei olo-miscredenti.
……….ma il libro dell’ebreo Uhlman no… è troppo difficile da capire per una ragazzina, non riuscirebbe a cogliere appieno l’orrore, a quell’età hanno bisogno di un robusto lavaggio del cervello a base di camere a gas, camere a vapore, stermini di massa, fosse fiammeggianti, forni crematori, vagoni con la calce viva, macine per uomini, ecc… ecc…per capire l’antisemitismo in senso lato avranno tempo, la storia di un “nazista” che si ribella ad Hitler e viene ucciso e ritrova così l’amicizia e il rispetto del suo amico ebreo fuggito dalle leggi razziali è poco cosa… i giovani virgulti con malsane simpatie “naziste” vanno nutriti con robuste dosi di sangue, con le stragi, con i massacri di massa, con il gas… prima si instilla l’orrore, si agisce con un leverino sul cervello e dopo – ma solo dopo – si fanno i ritocchini con i best-sellers tipo quello che hai citato (ma a mio giudizio ce ne sono di migliori) e con i filmetti di Spielberg.
Shalom!
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biomirkoDice:
marzo 20, 2014 a 15:26azz… dimenticavo il povero Otto, quando si controllano le date e i dati il poveretto viene “elegantemente” sputtanato
le tue informazioni sulla vicenda sono un po’ superficiali, facciamo chiarezza.
Otto Frank e suo fratello Herbert lavoravano presso la “Frank Bank” di Francoforte fondata dal padre… certo, si occupavano ANCHE di cambio valuta… ma la banca d’affari dei Frank non era certo un baracchino cambiavalute come quelli che ci sono a Chiasso.
Herbert venne arrestato nel mese di aprile dell’anno 1932 per irregolarità nella disciplina de commercio dei titoli esteri… reati commessi nel 1931… la “Michael Frank Bank” venne chiusa nel marzo del 1933… poco dopo che Hitler divenne cancelliere del Reich (30 gennaio 1933).
Herbert fu messo sotto processo per frode… suo fratello Otto lo rappresentò al processo, Herbert non si presentò mai.
Tirava una brutta aria anche per Otto… quindi prima che venisse emesso un ordine di cattura anche nei suoi confronti prese un treno (agosto del 1933) e fuggì in Olanda raccontando alla sua famiglia che se ne andava definitivamente dalla Germania perché Hitler aveva preso il potere…. sua moglie Edith e le sue figlie rimasero a Francoforte fino al dicembre 1933 prima di raggiungere Otto ad Amsterdam.Otto Frank abbandona la Germania PRIMA che venisse emanata qualsiasi disposizione contro gli ebrei e soprattutto – cosa strana – a ridosso dell’accordo di trasferimento (Havaara) tra gli ebrei tedeschi e il Terzo Reich, firmato il 25 agosto del 1933, accordo che favoriva l’emigrazione con i propri averi.
[Su tale accordo si consiglia di consultare questi 2 links: http://olodogma.com/wordpress/2013/03/30/0186-adolf-eichmann-consigli-ebraici-judenratil-revisionismonegazionismo-dellebrea-arendt-hannah-l-olocausto-israel-lobby-e-pierluigi-battista/ ---- http://olodogma.com/wordpress/2012/11/26/0071-arendt-hannah-e-la-collaborazione-ebraica-con-l-ss-obersturmbannfuhrer-adolf-eichmann/ , Olodogma]
Gli zii materni e la nonna di Anna – ebrei “puri” anch’essi – non emigrarono dalla Germania fino al 1938… loro non avevano paura dei nazidemoni??? come mai???
La motivazione sulla “fuga” descritta da Anna Frank nel suo diario a pag. 5 “(…) e siccome siamo ebrei puri emigrammo in Olanda (…)” appare misera, funzionale a coprire ben altre motivazioni, di certo meno nobili e ideali: “FRODE IN COMMERCIO DI TITOLI ESTERI”.
Senza considerare che molti storici (di sicuro antisemiti) stanno indagando su rapporti intrattenuti dal padre Otto con la Wehrmacht e le varie organizzazioni fasciste e nazionalsocialiste olandese durante i primi anni della sua permanenza ad Amsterdam.Comunque prendi con le molle queste informazioni perchè hai di sicuro ragione tu… la fuga del padre Otto – povero cambiavalute fallito a causa di Hitler – era dettata esclusivamente dall’odio nei confronti degli “ebrei puri”… tutto il resto sono solo chiacchiere di quei cattivoni antisemiti, il padre di una santa mica può essere un truffatore… non scherziamo!!!
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SendivogiusDice:
marzo 20, 2014 a 18:47Ahi! Ma come? Eravamo partiti tanto bene, abbiamo proceduto meglio, per poi virare così bruscamente verso la solita invettiva ‘giudeofobica’? Mi pare, e l’hai dimostrato, tu possa fare molto di meglio…
Insomma, va bene la revisione critica, ma non credo sia tutto riconducibile alla c.d. “industria dell’Olocausto”, riducendo l’intera questione ad una mera partita di giro da convertire in pronta cassa, in nome della più vile pecunia. Altrimenti siamo ben oltre i più classici (e desolanti) stereotipi anti-semiti… Manca solo l’accenno alla perversa libidine dei giudei ed il corollario sarebbe perfetto.Siccome non credo agli esseri angelicati, non tendo ad idealizzare (e per contro demonizzare) popoli, categorie, persone, religioni…
Adesso non è che mi metto a confutare la biografia imprenditoriale di Otto Frank ed il suo eventuale casellario giudiziario… In tutta sincerità, non è che la cosa mi interessi molto.
Al contempo, non sono così ossessivo da leggere tutta la letteratura e le pubblicazioni sull’Olocausto… Una eccessiva poliedricità di interessi mi porta ad essere irreparabilmente incostante. Quindi non potrei mai interessarmi in maniera totale ed esclusiva di un solo argomento. E ciò comporta dei limiti oggettivi alle mie competenze.
Però non liquiderei in maniera così brutale l’opera di Shlomo Venezia, o di Eli Wiesel o lo “Schindler’s List” di Spielberg (che per me costituisce un capolavoro cinematografico e non solo), tenendo sempre ben separato il giudizio sugli Autori, nella distinzione tra persona ed arte. Altrimenti non potrei apprezzare in modo assoluto “Viaggio al termine della notte” (forse uno dei libri più belli che abbia mai letto), a prescindere da Monsieur Destouches.…Wa ‘alaykum as-salām
P.S. Le fiabe dei Fratelli Grimm sono bellissime!
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biomirkoDice:
marzo 21, 2014 a 00:15“Viaggio al termine della notte” l’ho riletto al sesto raggio a San Vittore, concordo sul fatto che sia davvero un capolavoro.
Qualche considerazione su Venezia & Wiesel… sul film di Spielberg non mi soffermo nemmeno… è stato ampiamente confutato, ma se vuoi posso “illuminarti” senza alcun problema.1 – Shlomo Venezia
…il libro del Venezia contiene inesattezze storiografiche (e non solo) al limite del ridicolo.
In un’intervista al Giornale Shlomo Venezia affermò quanto segue:
“(…) Sì, ma la prima notte mi adibirono a questo crematorio all’aperto. Intorno c’era uno scolo in pendenza dove si raccoglieva l’olio che colava dalla pira. Dovevo raccattarlo e ributtarlo sui cadaveri per farli bruciare più in fretta. Lei non ha idea di che combustibile sia il grasso umano (…)”
…e nel suo libro:
“(…) Le fosse erano in pendenza; il grasso umano prodotto dai corpi che bruciavano colava lungo il fondo fino a un angolo, dove era stata scavata una specie di conca per raccoglierlo. Quando il fuoco minacciava di spegnersi, gli uomini prendevano un po’ di grasso dalla conca e lo versavano sui corpi per ravvivare la fiamma. Una cosa del genere l’ho vista solo qui, nelle fosse del Bunker 2 (…)”
(Sonderkommando Auschwitz, p. 77)
La storiella del magico “grasso collante” ha ricevuto la sua sanzione ufficiale da F. Müller, che l’ha ricamata in modo molto minuzioso. Secondo lui, tuttavia, le presunte “fosse di cremazione” erano provviste di due canaletti larghi 25-30 cm che, dal centro della fossa, correvano in pendenza lungo l’asse centrale e sboccavano in due buche più profonde nelle quali si raccoglieva il grasso umano liquido, che veniva raccolto con un secchio e gettato sul rogo.
Queste storielle sono insensate per il fatto che la temperatura di accensione degli idrocarburi leggeri che si formano dalla gasificazione dei cadaveri è di circa 600°C… la temperatura di accensione dei grassi animali è di 184°C… perciò in un tale impianto il grasso umano brucerebbe immediatamente.
Anche perché la temperatura di accensione del legno stagionato è di 325-350°C.
Inoltre, se – per qualcuno dei tanti miracoli di cui sono costellate le vite dei “sopravvissuti” del “Sonderkommando” – il grasso umano liquido avesse potuto colare attraverso le fiamme sul fondo della fossa, scorrere sulle braci ardenti e defluire nelle fosse di raccolta laterali, Venezia, insieme a F. Müller, avrebbe dovuto attingerlo sul ciglio di una “fossa di cremazione” in cui c’era un immenso rogo che bruciava ad una temperatura minima di 600°C… risultao: ustionato a morte!!!
Senza considerare il fatto che il KL Auschwitz è costruito su una falda freatica… ad una profondità variabile tra i 30 cm e i 120 cm (oggi come negli anni ’40) si trova l’acqua… resta da spiegare come fosse possibile scavare “fosse di cremazione” che si sarebbero allagate subito…. e infatti NESSUNO al mondo è ancora riuscito a spiegare questo miracolo considerato che l’acqua non brucia.
“(…) Alcuni sostengono che le SS portassero maschere antigas, ma io non ho mai visto tedeschi portarne, né per versare il gas né per aprire la porta (…)”
(Sonderkommando Auschwitz, p. 87)
da gasatore professionista (posso fornire materiale e luogo) invito chiunque a ripetere le medesime azioni descritte da Shlomo Venezia, ovvero entrare in una stanza satura di acido cianidrico, lavorare senza maschera antigas e uscirne vivi.
….Il fatto che a Shlomo Venezia la “memoria” sia tornata nel 1992 è davvero curioso, inspiegabilmente, non ha fatto alcuna dichiarazione ufficiale, non ha reso alcuna deposizione giurata, non ha partecipato ad alcun processo contro i suoi persecutori: non al processo Eichmann di Gerusalemme (aprile 1961-maggio 1962), non al processo Auschwitz di Francoforte (dicembre 1963- agosto 1965), non al processo Auschwitz di Vienna contro F. Ertl e W. Dejaco (gennaio-marzo 1972)… non ha contribuito alla condanna dei suoi carcerieri, né ha illuminato gli storici sul presunto processo di sterminio ad Auschwitz.
Perché?
Ti risparmio la sua testimonianza sui “camini fiammeggianti”, sull’acido cianidrico che – secondo lui – è più pesante dell’aria (nemmeno lo sforzo di leggersi la scheda tecnica del prodotto), sui camini incrostati di carne umana che lui puliva scarnificandosi l unghie e sulla bambina di due mesi attaccata al seno materno che è sopravvissuta nella “camera a gas”… tutto questo – e molto altro – lo puoi trovare nel suo libro…. se invece hai voglia di usare la testa e capire fino a che punto Shlomo Venezia ha falsificato la storia, potresti leggere la confutazione alla “testimonianza unica” di Shlomo Venezia ad opera di Carlo Mattogno a questo link: http://vho.org/aaargh/fran/livres8/CMVENEZIA.pdf
Nessuno si è mai avventurato nel tentativo di “smontare” quanto affermato da Mattogno sul Venezia.2 – Eli Wiesel
sul fatto che Wiesel sia solo un impostore ci sono davvero pochi dubbi e potrei tranquillamente motivare la mia affermazione, ma vorrei soffermarmi sulla “testimonianza oculare” che ha fatto piangere milioni di persone e che troviamo nel suo libro “La Notte” a pag. 37\38.
Piccola premessa: nel libro La Nuit, nel 1958, egli non fa parola delle camere a gas, però… attenzione… le camere a gas appaiono all’improvviso nella versione tedesca, Die Nacht zu begraben, Elischa, traduzione di Curt Meyer-Clason, pubblicata dalle edizioni Ullstein; ogni volta che nel testo originale appariva il termine “forno crematorio”, Meyer-Clason traduceva con “camere a gas”.
Wiesel non ha dunque potuto vedere le camere a gas, non più di quanto ne abbia sentito parlare, altrimenti le avrebbe certo menzionate.
In mancanza delle camere a gas, Wiesel ha visto qualcosa di molto peggio, ma che… a parte lui… nessun altro essere vivente ha visto:
Copio e incollo la fantasia wieseliana:
(…) Non lontano da noi delle fiamme salivano da una fossa, delle fiamme gigantesche. Vi si bruciava qualche cosa. Un autocarro si avvicinò e scaricò il suo carico: erano dei bambini. Dei neonati! Sì, l’avevo visto. L’avevo visto con i miei occhi… Dei bambini nelle fiamme. […]. Ecco dunque dove andavamo. Un po’ più avanti avremmo trovato un’altra fossa, più grande, per adulti. […]. Continuammo a marciare. Ci avvicinammo a poco a poco alla fossa da cui proveniva un calore infernale. Ancora venti passi. Se volevo darmi la morte, questo era il momento. La nostra colonna non aveva da fare più che una quindicina di passi. Io mi mordevo le labbra perché mio padre non sentisse il tremito delle mie mascelle. Ancora dieci passi. Otto. Sette. Marciavamo lentamente, come dietro un carro funebre, seguendo il nostro funerale. Solo quattro passi. Tre. Ora era là, vicinissima a noi, la fossa e le sue fiamme. Io raccoglievo tutte le mie forze residue per poter saltare fuori dalla fila e gettarmi sui reticolati. In fondo al mio cuore davo l’addio a mio padre, all’universo intero e, mio malgrado, delle parole si formavano e si presentavano in un mormorio alle mie labbra: Yitgaddàl veyitkaddàsh shemé rabbà…Che il Suo Nome sia elevato e santificato…Il mio cuore stava per scoppiare. Ecco: mi trovavo di fronte all’Angelo della morte… No. A due passi dalla fossa, ci ordinarono di girare a sinistra, e ci fecero entrare in una baracca (…)”.
Nota mia: cazzo …che culo!!!!
Oltre che storicamente infondata (non esiste alcuna prova di quanto asserito da Wiesel), la storia è anche assurda: se Elie Wiesel si fosse realmente avvicinato fino a due passi da una vera “fossa di cremazione”, che – per assolvere la sua funzione – avrebbe dovuto avere una temperatura minima di 600°C, si sarebbe ustionato mortalmente…. senza considerare il discorso della falda freatica di cui ti parlavo prima, aggiungo che il campo di Auschwitz era fotografato due volte al giorno dall’aviazione alleata, le foto sono consultabili… in nessuna foto si vedono “fosse” ardenti.
La scena dell’autocarro che scarica bambini in una “fossa di cremazione” fa parte anch’essa dell’armamentario propadandistico del dopoguerra…. fu illustrata da David Olère in un quadro del 1947 che poi è servito di ispirazione per i “testimoni oculari” successivi (proprio come moltissimi altri suoi quadri).
Il racconto di Elie Wiesel è dunque falso e assurdo… ma è anche chiaramente pretestuoso: se egli e suo padre erano stati “selezionati” per il lavoro, perché furono portati in prossimità della “fossa di cremazione”?
Per scoprire il “terribile segreto” di Auschwitz e svelarlo ad altri detenuti in altri campi? Si tratta – evidentemente – di un banale artificio per poter giustificare una “testimonianza oculare” orrida e puramente fittizia.
Anche su Wiesel mi fermo… ma potrei continuare ancora per molto.“Mettere in dubbio o negare la Shoah significa offendere la Memoria delle vittime. Invito queste persone a visitare lo Yad Vashem e a studiare la documentazione che là è depositata. Con tutte le prove documentali e testimoniali che sono emerse e con la tragica contabilità dei deportati uccisi nessuna persona che sia in buona fede può sollevare dubbi sulle dimensioni della Shoah. Mettere in dubbio quella che è stata una delle più grandi tragedia dell’umanità non è qualcosa di sostenibile. Questi negazionisti vogliono screditare il lavoro dei familiari dei deportati e degli storici. Un lavoro, quello dei testimoni, molto difficile. C’è da chiedersi perchè i negazionisti vogliano colpire la Memoria di chi ha sofferto e quale sia la loro reale intenzione: Così facendo ridimensionano le colpe del nazismo”.
(Renzo Gattegna – presidente UCEI)
l’affermazione del Gattegna è davvero interessante per svariati motivi…. è curioso vedere che una ricerca storica che dovrebbe essere finalizzata a trovare errori o inesattezze, in questo caso “offende” i morti, ma se al contrario a 10 morti ammazzati ne aggiungiamo 10.000 o 5.999.990 non si offende nessuno… nemmeno quei 10 morti ammazzati il cui ricordo verrà diluito nei sei milioni insieme al motivo della loro morte…. quello del presidente dell’UCEI è un modo davvero strano di intendere la storiografia, non trovi???
Gattegna fa riferimento alla documentazione dello Yad Vashem, ma preferisco glissare sulla questione perchè giocare con quell’istituto mi ha portato in carcere, ma se sei interessato alla questione puoi leggere qui: http://olodogma.com/wordpress/2013/03/17/0162-il-dr-mirko-viola-e-la-fabbrica-dei-morti-come-lievitarecertificare-il-numero-dei-morti-ebrei-lolo-espediente/
Il buon Renzo parla di “prove testimoniali”… a quali si riferisce??? a quelle di Shlomo Venezia??? sto già ridendo… oppure a quali??? quelle riguardanti la “sostanza nera di Sobibor”??? le “camere a vapore di Treblinka”??? oppure la stanza a “martello pneumatico” (Hammerluft) col soffitto che schiaccia i prigionieri??? le fosse di incinerazione a cielo aperto verso le quali si incamminavano i prigionieri??? le camere elettriche??? il bagno elettrico??? la macina per uomini??? la fabbrica di grasso per macchine (che si discosta dalla testimonianza sul sapone di Wiesenthal)??? le docce a gas??? i tamponi di HCN tenuti sotto il naso dei bambini??? le “ampolle piene di liquido velenoso” lanciate nella stanza manco fossero fialette puzzolenti??? oppure la più incredibile di tutte le testimonianze: losterminio attraverso LA BOMBA ATOMICA??? (processo di Norimberga – 21 giugno 1946 – il procuratore generale americano Jackson cita la BOMBA ATOMICA come sistema di sterminio usato dai Nazisti in un “villaggio provvisorio” nei pressi di Auschwitz)… il Gattegna dovrebbe farci capire quale testimonianza ritiene più attendibile… tu quale ritieni più attendibile???
….ma il buon Renzo si supera alla fine, quando sostiene che i revisionisti – così facendo – ridimensionano le colpe del nazismo, eccolo qua il vero dramma: il crollo dei numeri, la mancanza di ordini di sterminio, le gaskammern omicide che non si trovano, lo sbugiardamento dei maggiori testimoni oculari (da Shlomo Venezia fino ad Elie Wiesel passando attraverso tutti i vari olosalariati professionisti) portano a rivedere il complesso di accuse contro la Germania… questo è inevitabile.
…ma un grosso problema – nel contempo – è che le varie “revisioni” hanno conferito la patente di falsario a tutti i vari sacerdoti dell’olocaustianesimo… e per lorsignori tale “patente” è inaccettabile.
Personalmente mi sono avvicinato al revisionismo olocaustico NON per offendere la memoria delle vittime – ci mancherebbe – o per un inveterato “antisemitismo” (a dirla tutta gli ebrei mi sono pure simpatici)… ma per il gusto di conoscere il VERO e sputtanare il FALSO…. ma questo ti sembra poco???Credo di averti rotto fino all’inverosimile… vero??? ma sono convinto che apprezzi qualche informazione in più… al limite buttale in pattumiera
Concludo facendoti sorridere: “Manca solo l’accenno alla perversa libidine dei giudei ed il corollario sarebbe perfetto”.
Poteva mancare l’ebrea “pura” Annelies Marie Frank, detta Anne o Anna, in salsa lesbo? No, assolutamente!… et voilà… adesso che l’ideologia mondialista si è pienamente realizzata e ci vuole tutti omosessualisti convinti… eccoci servita l’icona ebraica per eccellenza in versione lesbica.
L’industria dell’olocausto ci informa che con le carte mai pubblicate (con quale calligrafia saranno scritte? quella infantile? o quella da persona adulta?) si è finalmente colmata la lacuna omosessualechissà quante copie si venderanno con questa Anna in versione gay politicamente corretta
info: http://www.culturagay.it/biografia/44vabbè dai… direi che può bastare… che dici??? ma se mi darai altri spunti… giuro che ti porterò allo sfinimento…
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SendivogiusDice:
marzo 21, 2014 a 19:07Ok! Hai fatto il tuo show.
Sono persona dall’infinita pazienza e apprezzo sempre i supplementi di ‘informazione’.
Come già detto, a me non interessa la contabilità mortuaria: siano stati 100, 10.000, o dieci milioni, a me interessa il fatto quanto tale in tutto il suo abominio.
Ovviamente, tutti i tuoi sforzi sono indirizzati nel circostanziare l’insussistenza del “fatto” in quanto tale.La politica eliminazionista del nazismo, i lager, gli einsatzgruppen, i sonderkommando, sono le infinite varianti di un enorme inganno funzionale alla “industria dell’Olocausto”. Siamo dunque dinanzi al più grande e riuscito complotto di massa mai realizzato da mente umana. Per renderlo possibile ci voleva una intelligenza luciferina… E chi meglio poteva riuscirci se non i “giudei”, esseri infernali per antonomasia?!?
Ne devo dedurre che la famiglia di Eli Wiesel per esempio sia morta per causa assolutamente naturali. Ovvero, non essendoci un certificato di morte rilasciato da un medico legale che attesti data, orario e luogo del decesso, papà Wiesel sia a tutt’oggi vivo, imboscato chissà dove, per supportare con la sua scomparsa la grande impostura.I casi Eli Wiesel e Shlomo Venezia: non sono così ossessivo da leggere TUTTA la letteratura sull’Olocausto.
Quindi non entro nel dettaglio. Immagino che, come avviene in tutte le pubblicazioni, ci siano state delle “libertà stilistiche”; chiamiamole così…
Nel caso di Shlomo Venezia e del suo prolungato silenzio potrei parlare di “trauma da rimozione” e chock psicologico: succede quando vieni caricato su un treno merci, pigiato in una carrozza da bestiame, per poi essere scaricato in un lager… Alcuni impazziscono per molto meno. Primo Levi si suicidò perché non resse all’ossessione del ricordo, nel terrore di non essere creduto.Naturalmente, non poteva mancare il grande ‘must’ del revisionismo: tempi e temperature di cremazione, sapendo che la quasi totalità delle persone, oltre ad ignorare le più elementari nozioni di chimica, solitamente (e per fortuna!) non trascorre il suo tempo a sciogliere cadaveri al forno.
Altresì, mi chiedo da ignorantissimo come abbia fatto l’umanità per millenni a forgiare metalli, senza fondersi con essi date le temperature di fusione.
E certamente è curioso come un Paese dalla preponderante industria metallurgica come la Germania fosse privo della tecnica necessaria a realizzare fosse impermeabilizzate per la cremazione… Insomma, i Romani hanno costruito il Colosseo sopra un lago intorno al 70 d.C., e gli ingegneri tedeschi non sapevano coibentare una buca fino a 70 anni fa?!?!?Invece, di ‘sta cosa delle Hammerluft (con relativa spremuta di cadaveri) e della “bomba atomica” (!?) non avevo mai sentito parlare prima… Cosa ne penso?!? Ovvio che, se confermata, si tratterebbe di una puttanata senza eguali.
Io di una simile bufala non ho rinvenuto traccia degna di nota; in compenso ho trovato questo:“Se mettiamo insieme solo le storie che provengono dal banco degli imputati questo è l’affresco che emerge: il governo di Hitler sarebbe composto da un numero 2 che non ha mai sospettato il programma di sterminio [...] da un numero 3 che era solo un innocente uomo di mezzo che trasmetteva gli ordini come un postino [...] da un ministro degli esteri che sapeva poco di affari esteri e niente di politica internazionale [...] da un ministro degli interni che non sapeva nemmeno quello che era successo all’interno del suo ufficio, ancora meno all’interno del suo dipartimento, e assolutamente niente della Germania in generale [...]. Se si dovesse affermare che questi uomini non siano colpevoli, sarebbe come dire che non c’è stata nessuna guerra, che non ci sono stati assassini, che non c’è stato nessun crimine.”
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biomirkoDice:
marzo 22, 2014 a 00:10…ma io non volevo fare uno “show”, non credo che stia leggendo qualcun’altro oltre a noi due, io lo considero un semplice scambio di battute fra due persone che hanno idee “leggermente” differenti.
Sulla “stanza a martello pneumatico” e sulla “macina per uomini” potrei fornirti tranquillamente più informazioni, sono alcune delle tante testimonianze oculari fornite sotto giuramento… testimonianze che tu – evidentemente – non conosci, ma se ti interessa… basta chiedere!!!
Che ti posso dire??? Noto con sommo dispiacere che lo stomaco di un credente digerisce anche i sassi… ma i FATTI – e non le chiacchiere – restano.
Non esistono ordini scritti… non esistono “macchine per lo sterminio” adibite allo scopo… non esiste una pianificazione dello sterminio o un budget per lo stesso… purtroppo per gli olocredenti non si trova negli archivi del Terzo reich la minima prova che le autorità tedesche avrebbero auspicato, organizzato e perpetrato un massacro programmato di ebrei…. niente di niente, ma esistono le storie, tantissime storie… che con la Storia – quella con la S maiuscola – non hanno nulla a che fare…. sto per scrivere qualcosa che probabilmente ti farà incazzare e non credo che “approverai” la pubblicazione, ma tant’è… mi sto divertendo a risponderti e devo ammettere che mi offri tantissimi spunti interessanti di discussione.
Quello che ogni “bravo democratico” deve assolutamente fare è ficcarsi in testa che il Male assoluto è incarnato dal “nazista” ed il Bene assoluto dalla sua vittima ebraica…. questa è la base di ogni discussione sul nazionalsocialismo e sulla Shoah.
Ogni “bravo democratico” dovrà portare la buona parola, annunciando ai quattro venti che il popolo eletto di Yahweh, in virtù del fatto che è il migliore di tutti, è stato sempre e ovunque odiato, perseguitato, sterminato, senza ragione alcuna, in seguito ad un complotto planetario ordito fin dalla notte dei tempi da dei cattivi…. intrinsecamente perversi…. contro i poveri ebrei, intrinsecamente inoffensivi.
Ripetiamo insieme: “Dobbiamo essere vigili poichè il ventre che ha partorito la bestia immonda è ancora fecondo”.
Per poter rispondere alle critiche di cui sono oggetto gli ebrei, va detto che gli antisemiti sono stupidi al punto di credere ad un complotto ebraico…. in verità, i meno stupidi fra di loro non lo dicono perché sanno che i complotti sono la risorsa dei deboli… gli ebrei sono forti e quindi non hanno bisogno di alcun complotto, ricoprono gli incarichi e tengono le redini.
Riprendendo le parole dello stesso Raul Hilberg, quelli che credono fideisticamente nella Shoah dovranno dire che l’Olocausto è stato preparato, messo a punto e portato a termine senza alcun ordine (nè di Hitler nè di nessun altro), senza un progetto, un organismo creato a questo scopo, senza istruzioni scritte, senza preventivo di spesa, senza niente…. ma è avvenuto spontaneamente, grazie ad un fenomeno di creazione collettiva dal nulla sopravvenuta in seno alla vasta burocrazia tedesca.
Ripetiamo insieme la sacra verità del sacro dogma: “L’Olocausto è stato preparato, messo a punto e portato a termine dalla vasta burocrazia tedesca grazie ad un incredibile telepatia mentale, ad una trasmissione del pensiero consensuale e questo in seguito ad uno stato mentale, ad una tacita comprensione, ad una consonanza, ad una sincronizzazione”.
Non dimentichiamo di rendere omaggio al professor Raul Hilberg per questa spiegazione segnata nell’ambito del buon senso
Ai miracoli ed ai milioni di miracolati ebrei dobbiamo ovviamente credere in maniera incondizionata… se ci dovessero raccontare che un giorno a Lourdes è avvenuto un miracolo… che il giorno dopo ce ne sono stati dieci ed il giorno dopo ancora cento miracoli, scoppieremo a ridere a ragion veduta, ma se in ambito olocaustico ci accorgiamo che col tempo il numero dei miracolati che reclamano indennizzi non cessa di aumentare, ripetiamo insieme: “se riguarda la Shoah, più ci sono dei miracolati, più il miracolo si è avverato”
Scarteremo dalle nostre menti la tentazione di entrare nei cavilli e di affermare: “se un sopravvissuto ebreo è la prova vivente di qualcosa, è proprio quella che non c’è stato alcuno sterminio ebraico… una simile massa di miracolati non è più un miracolo ma la prova più evidente che i tedeschi non hanno avuto alcuna politica di sterminio degli Ebrei”.
Quando i sopravvissuti sono nati ad Auschwitz o si sono trovati ad essere dei bambini ad Auschwitz, stupiamoci di questi miracoli.
Davanti alle sante reliquie dell’Olocausto ci inchineremo e obbligheremo tutti ad inchinarsi.
Andando in pellegrinaggio nei luoghi santi… ad esempio ad Auschwitz, il luogo del più grande massacro ebraico della storia trasformato in circo Barnum, non vedremo nè vere camere a gas, nè veri resti di camere a gas… ad Auschwitz-I ci verrà mostrata una “camera a gas” ma è più farlocca dell’oro finto, però noi credenti non faremo caso a questa “sottigliezza”…. vedremo montagne di scarpe, di occhiali o di capelli appartenuti a “gasati” oppure delle saponette presumibilmente fatte col grasso dei nostri fratelli e sorelle ebrei…. in modo pio allontaneremo dalle nostre menti l’idea che, in tutti i paesi dell’Europa in guerra, nei campi così come fuori dai campi, la carenza di viveri, la penuria di medicinali, il blocco dei rifornimenti, la distruzione portata dai bombardamenti alleati… obbligavano in Europa al recupero di ogni sorta di materiale divenuto prezioso, nonché alla sua riparazione, rimessa a nuovo o riciclaggio e che i capelli, per esempio, erano utilizzati nell’industria tessile…. dimenticheremo – o faremo finta di dimenticare (non ha importanza) – che le saponette, dopo una perizia, si sono rivelate delle normalissime saponette…. ci berremo di tutto e di più.
All’Holocaust Memorial Museum di Washington ci inchineremo davanti alla migliore testimonianza che esiste circa l’esistenza delle magiche camere a gas: sopra ad un mucchio di scarpe più o meno scalcagnate o riciclate, sta scritto a caratteri cubitali: “Noi siamo gli ultimi testimoni”… le scarpe parlano.
Se in questo grande museo sprovvisto di ogni rappresentazione scientifica di una qualsiasi “camera a gas” nazista, intravediamo delle latte di Zyklon B…. con tutte le nostre forze resisteremo alla tentazione di credere che i tedeschi le impiegavano per un uso normale (quello di un prodotto, a base di acido cianidrico, inventato dallo scienziato Haber verso il 1922 per uccidere gli insetti parassiti dell’uomo, in particolare le pulci, veicolo di tifo)… ci metteremo in testa che i tedeschi se ne servivano per uccidere gli ebrei, perchè alla fine conviene dare un giudizio soltanto in relazione agli ebrei inevitabilmente votati allo sterminio.
Per oro colato, è il caso di dirlo, prenderemo gli allucinanti racconti dei nostri venditori ambulanti professionisti che fanno il giro delle scuole, licei, collegi e altri luoghi di formazione per olocreduloni.
Scopriremo senza stupirci minimamente che nell’evocazione di questo passato, la Memoria è superiore alla Storia, il romanzo storico allo studio scientifico, il teatro e la finzione cinematografica alla semplice realtà materiale….. dobbiamo credere, fortemente credere, assolutamente credere!!!
…e come buoni olo-credenti, noi onoreremo le migliaia di falsificazioni che sono state commesse dai magistrati (da Norimberga a giorni nostri) e dagli storici…. sia loro resa gloria!
Senza di loro l’intero edificio della Grande e Pia Menzogna dell’Olocausto crollerebbe… Noi dobbiamo solo credere e divulgare, Yahweh ce ne sarà grato, altrimenti, secondo la parola di Davide, ci castigherà con frecce spinose e braci di ginestra.
Riguardo alle parole del procuratore capo del processo farsa di Norimberga, Robert Jackson, che hai citato… vorrei ricordarti che lo stesso procuratore è stato accusato di faziosità politica da alti giudici americani che si sono resi conto della vergogna di tale processo… il Giudice Capo della Corte Suprema americana Harlan Fiske Stone – ad esempio – definì tale processo una truffa e scrisse:
“Il Procuratore Capo americano Jackson è fuori a partecipare alla festa di linciaggio di alto livello a Norimberga. Non mi importa quello che fa ai nazisti, ma odio vederlo a capo di un tribunale e di un’azione giudiziaria secondo la legge non scritta, questa è una truffa un po’ troppo ipocrita secondo le mie idee”.
fonte: Alpheus T. Mason, Harlan Fiske Stone: Il Pilastro della Legge (New York: Viking, 1956), pag. 716
La parte dell’arringa del procuratore Jackson che hai citato è ridicola sotto ogni punto di vista e non rappresenta la realtà dei fatti, nemmeno processuale…. a ‘sto giro sei tu che mi deludi, ma ti concedo il beneficio del mancato approfondimento della “questione”, mettiamola così: ti sei bevuto tutto, ma proprio tutto, quello che i “vincitori” ti hanno propinato, con qualche piccolo “distinguo” e dubbio dovuto al fatto che hai ancora un cervello che funziona e sei una persona con la mente aperta.
Persino il presidente Kennedy, riguardo a Norimberga, ha affermato: “La costituzione degli Stati Uniti, che non consente l’introduzione di leggi retroattive, non è una raccolta di parole soggette a libera interpretazione: è il fondamento della nostra giustizia. E’ cosa disgustosa che a Norimberga si sia venuto meno ai nostri principi costituzionali per punire un avversario sconfitto. (…) Un processo tenuto dai vincitori a carico dei vinti non può essere imparziale perché in esso prevale il bisogno di vendetta. E dove c’è vendetta non c’è giustizia”…
(John F. Kennedy,1956)
Fonte della citazione: John Kennedy, Ritratti del coraggio (Gaffi, 2008).
…e ancora: ”Norimberga fu il giudizio dei vincitori sui vinti.
Non servì principi giuridici, ma gli interessi delle potenze che lo organizzarono, quelle che avevano sconfitto la Germania.
Spero che di Norimberga si perda il modello”
(Renzo De Felice, Rosso e Nero, 1995)
….ma lo scandalo spregevole di Norimberga non fu solo questo, il vero schifo è che la colpevolezza degli imputati era presupposta a priori:
“Il verdetto precedette il processo e i documenti furono addotti per sostenere una conclusione già stabilita”
Fonte: A.J.P. Taylor, Le origini della seconda guerra mondiale. Bari, Laterza – 1975.Per giungere più facilmente alla conclusione “Prestabilita”, furono creati per l’occasione nuovi strumenti giuridici aberranti, come gli articoli 19 e 21, i quali sancivano che il Tribunale di Norimberga non era legato alle regole della dimostrazione e che non doveva richiedere la prova dei “fatti generalmente noti”.
In pratica questi articoli autorizzavano gli accusatori a riferire come fatti certi le storie più assurde o le menzogne più artefatte, come nel caso del massacro di Katyn perpetrato dai Sovietici, che fu attribuito spudoratamente ai Tedeschi… i Sovietici non si limitarono alla semplice affermazione della menzogna di Katyn, ma addussero a sostegno di essa “più di cento testimoni“, “perizie medico-legali”, “documenti” e “elementi di prova“, tutti rigorosamente falsi.
Inoltre i difensori dovettero scegliere i documenti della difesa tra quelli preselezionati dagli accusatori al solo scopo di dimostrare la colpevolezza degli imputati… un vero schifo.Per questo mi hai un po’ deluso citando il procuratore di quella vergogna che hanno chiamato “processo”…. eppure eri partito così bene…
Ti saluto con simpatia sperando che tu non te la sia presa… a volte la mia ironia è un po’ pesante, me ne rendo conto… ma, come ha scritto il grande Maurice Barrès: “il senso d’ironia è una grande garanzia di libertà.”
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RataplanDice:
marzo 22, 2014 a 18:36“ Se la mia teoria della relatività si dimostrerà corretta, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono un cittadino del mondo. Se la mia teoria si dimostrerà falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono un ebreo. “
Ah… si è vero. è questione di metri quadrati, metri cubi, di tecnologie delle uccisioni, ma allora chissà perchè venivano in ogni luogo occupato: censiti, marchiati, ghettizzati, rastrellati casa per casa, infine se non uccisi in sito “portati” in località amene, isolate e segrete (Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Auschwitz-Birkenau, Lublino/Majdanek). Chissà perchè tanta gente rischiò la propria vita pur di salvarli, nascondendoli agli aguzzini o aiutandoli a fuggire altrove…
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biomirkoDice:
marzo 23, 2014 a 12:30rataplan… ebbene… nessuno storico revisionista ha mai negato le deportazioni… TUTTI gli ebrei – a torto o a ragione – venivano considerati NEMICI della Germania… figuriamoci se mi permetto di negare o giustificare le deportazioni, come già ripetuto la storiografia non sviluppa giudizi morali o etici, si limita ad analizzare i fatti… asetticamente.
Non è questione di metri quadrati, di metri cubi o di tecnologia delle uccisione… perché nulla di quanto asserito dai testimoni oculari è avvenuto realmente, il gestore di questo sito ha parlato di un presunto “complotto” giudaico paventato dai “negazionisti”… è vero il contrario, i revisionisti non parlano di complotto giudaico… nessuno lo ha mai fatto nei modi in cui Sendivogius ha riferito… questa stronzata è stata loro appiccicata addosso dai sedicenti esperti di olocausto (come ad esempio la Pisanty), l’argomentazione si riduce a un volgare trucco: la creazione di un falso obiettivo da colpire trionfalmente al posto di quello vero…. “I negazionisti sono dei complottisti, quindi dicono stronzate”.
La realtà è molto più complessa e non si può ridurre a sterili battute sulla cattiveria dei “nazisti”… il problema vero per tutti gli olopropagandisti è che i revisionisti hanno analizzato TUTTE le testimonianze oculari e hanno studiato approfonditaente i luoghi e le metodologie del presunto sterminio di massa compiuto dai “nazisti” e sono giunti alla conclusione che tale massacro non c’è MAI stato.
Prendiamo il caso di Auschwitz…. delle centinaia e centinaia di testimonianze su questo campo soltanto una decina o meno sono assunte dalla storiografia ufficiale come “prova” del presunto sterminio in massa (quelle dei membri del Sonderkommando e quelle di Höss e di qualche altra SS del campo).
Le centinaia e centinaia di testimonianze indirette parlano del presunto sterminio soltanto per “sentito dire”, come ben sanno TUTTI gli storici olocaustici… comunque è interessante analizzare la genesi storica e lo sviluppo letterario delle testimonianze relative allo sterminio ebraico, a partire da quando – per restare in tema di Auschwitz – il campo di sterminio veniva collocato dai testimoni a Rajsko anziché a Birkenau… e le uccisioni, venivano eseguite mediante il già citato “martello pneumatico” (Hammerluft), il “bagno elettrico” dotato di “camere elettriche”, il nastro trasportatore elettrico, le docce a gas, le bombole o bombe o ampolle di acido cianidrico, le fosse di gasazione,…. passando poi alla “Degasungskammer” omicida, deformazione delle “Begasungskammer”, le camere di disinfestazione ad acido cianidrico progettate nell’edificio di ricezione (Aufnahmegebäude)…. le quali, insieme agli impianti di doccia e disinfestazione dei Bauwerke 5a e 5b di Birkenau costituirono la base della storia dei Bunker di Birkenau…. per finire con il rapporto Vrba-Wetzler, questa volgare impostura che fu redatta non già su informazioni del cosiddetto Sonderkommando dei crematori, bensì all’insaputa di esso da una cellula del movimento di resistenza clandestino del campo.
Questo rapporto (smentito in ogni suo punto) è servito poi da base per i lavori della Commissione di inchiesta sovietica che cominciò la sua attività nel febbraio 1945…. le cui conclusioni, filtrate attraverso la Commissione di inchiesta polacca (il giudice Jahn Sehn) che subentrò ai sovietici qualche mese dopo, costituiscono il nucleo essenziale della storia delle camere a gas omicide di Auschwitz
Successivamente il processo Belsen (17 settembre – 17 novembre 1945) e il processo Tesch (1° marzo-26 aprile 1946) confermarono e diffusero in Occidente il quadro propagandistico delineato dai Sovietici e perfezionato dai Polacchi, sicché già nell’immediato dopoguerra tutte le accuse sulle camere a gas erano già note a tutti.
La teoria della “cospirazione giudaica mondiale” è soltanto un misero espediente per eludere questi problemi fondamentali…. per capire il livello di annaspamento degli storici in campo olocaustico, ecco un divertente “esercizio” che è costato mesi di lavoro e di studio, questo è il quadro storico ricavato unendo tutte le testimonianze – fornite sotto giuramento – sulla prima gasazione omicida avvenuta ad Auschwitz… sono VOLUTAMENTE messe tutte insieme per evidenziare le “piccole” discrepanze…. tutte le testimonianze sono state fornite pochi anni dopo il fatto, sono state rilasciate dai testimoni sotto giuramento e sono state considerate attendibilissime dalla commissione giudicante.
Ecco a voi il “quadro storico” che si può ricostruire in base alle testimonianze riguardo la PRIMA GASAZIONE avvenuta ad Auschwitz:
Un giorno, tra la primavera del 1941 e il novembre-dicembre del 1942, ad Auschwitz, nel vecchio crematorio o nello scantinato del Block 11, oppure a Birkenau, fu eseguita la prima gasazione di persone.
Alcune testimonianze menzionano la data esatta: il 14 agosto o il 15 agosto, il 3-5 settembre o il 5-6 settembre o il 5-8 settembre o il 9 ottobre 1941.
La gasazione fu eseguita dopo l’appello serale, durante la chiusura dei blocchi (Blocksperre), in modo che nessun detenuto potesse vedere ciò che avveniva, oppure in pieno giorno, davanti agli occhi dei detenuti oziosamente sdraiati al sole.
Già in precedenza le finestre dello scantinato erano state murate, o ricoperte di terra, o riempite di sabbia o sbarrate con assi di legno.
Nel seminterrato del Block 11 furono rinchiusi soltanto prigionieri di guerra russi, che erano solo ufficiali, o ufficiali e sottufficiali, o soldati semplici, o partigiani, o commissari politici, oppure non erano affatto russi, ma polacchi, o erano prigionieri russi e detenuti polacchi.
Le vittime della prima gasazione di Auschwitz furono 60 o 200 o 400 o 500 o 600 o 680 o 700 o 850 o 1.473 prigionieri russi e 100-150 o 190 o 196 o 200 o 220 o 250 o 257 o 260 o 300 o 400 o 1.000 detenuti polacchi.
Quel che è certo, comunque, è che il loro numero totale fu di 200 o 300 o 320 o 350 o 500 o 696 o 800 o 850 o 857 o 980 o 1.000 o 1.078 o 1.400 o 1.663.
I detenuti malati erano stati selezionati nei blocchi ospedale dal dott. Schwela o dal dott. Jungen oppure dal dott. Entress.
Questi malati furono portati nelle celle del Block 11 dagli infermieri oppure dai detenuti della compagnia di punizione.
Palitzsch da solo o insieme a un SS soprannominato “Tom Mix” o insieme a un altro chiamato lo “strangolatore”, oppure Breitwieser gettarono nel corrodoio o nelle celle tre barattoli di Zyklon B in tutto, oppure 2 barattoli in ogni cella.
Lo Zyklon B fu introdotto attraverso la porta o attraverso la presa d’aria di ventilazione (Lüftlungsklappe) o attraverso aperture al di sopra delle porte delle celle.
La gasazione fu eseguita nelle celle o in una sola cella o nel corridoio o nella “camera a gas” e le porte delle celle erano state chiuse ermeticamente oppure divelte.
Le vittime morirono immediatamente oppure erano ancora vive dopo 15 ore.
I cadaveri furono evacuati il giorno dopo o la notte dopo o 1-2 giorni dopo o 2 giorni dopo o 3 giorni dopo o il quarto giorno o il sesto giorno, esclusivamente da infermieri, per l’esattezza oltre 20 o 30 o 80, oppure esclusivamente da 20 detenuti della compagnia di punizione.
Il lavoro durò un giorno intero o una notte intera o 2 notti o 3 notti.
I cadaveri furono svestiti nel corridoio del Block 11, o nel cortile esterno, oppure non furono svestiti affatto. I cadaveri delle vittime furono portati al crematorio e cremati, oppure portati a Birkenau e inumati in fosse comuni, oppure parte cremati e parte inumati.
…..il “quadro storico” che appare è paragonabile al livello di precisione degli storici olocaustici…. ZERO ASSOLUTO!!!
….Rataplan, concludo informandoti che i KL di Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Auschwitz-Birkenau, Lublino/Majdanek non erano affatto località amene o segrete… venivano GIORNALMENTE fotografate dall’aviazione alleata e periodicamente visitate dalla Croce Rossa internazionale.un saluto
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Fabio D.Dice:
marzo 23, 2014 a 15:07Mirko, Mirko, Mirko, stai sempre “sul pezzo”, nevvero? noto con sommo piacere che il carcere non ti ha cambiato: ironia pungente e cultura, informazioni e spiegazioni. Per chi non ti conosce questa mole di informazioni può apparire spropositata, ma chi ti conosce sa bene che questa è solo la punta dell’iceberg, sono ben altre le discussioni che ti hanno visto impegnato. E’ sempre un piacere leggerti e spero che quest’ennesimo confronto non ti crei ulteriori problemi con chi ben conosci, ma far cambiare te è come tentare di scalare l’everest a piedi nudi, impossibile. Sendivogius e gli altri forse non sanno che stanno discutendo con una delle poche persone che sono riuscite a confutare nel merito Carlo Mattogno, mi ricordo ancora quel tuo interessante intervento sul sito di Poggi in cui dimostravi che i riscaldatori accesi possono innescare una deflagrazione in un’ipotetica camera a gas, una spiegazione che mi ha lasciato a bocca aperta, soprattutto dopo aver letto il parere ultratecnico di Carlo Mattogno discordante con quanto affermi tu. Spero di vederti quanto prima dal vivo, so che tu e Gianantonio Valli state organizzando qualcosa, corretto? Per il momento ti saluto, ma smettila di scrivere qua, si capisce che stai giocando al gatto col topo, il revisionismo è argomento troppo serio e servono mezzi culturali per dibattere con un revisionista del tuo livello, mezzi culturali che qua dentro latitano.
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biomirkoDice:
marzo 23, 2014 a 16:30Sendivogius, per terminare questa nostra simpatica diatriba, vorrei che tu commentassi questa breve intervista rilasciata dal “diavolo” Carlo Mattogno, ci terrei molto ad un tuo parere… sono convinto che anche tu la pensi esattamente come me almeno su un punto, ovvero che nessuna censura e nessun divieto debbano essere posti alla ricerca storica a prescindere da qualunque orientamento politico od ideologico. Una società, come quella attuale, che dichiara di basare la sua ragion d’essere sulla difesa dei diritti umani e civili e che, al contrario, impedisce con ogni mezzo la ricerca della verità e che persegue con ferocia chi esprime idee non allineate al sistema dominante, rimanda al pensiero di un grande intellettuale del recente passato, Eric Arthur Blair alias Gorge Orwell, splendidamente espresso in un suo celebre aforisma:
CHI CONTROLLA IL PASSATO CONTROLLA IL FUTURO, CHI CONTROLLA IL PRESENTE CONTROLLA IL PASSATO.
Gli studiosi revisionisti… alla luce dei risultati dei loro studi “sul campo” e dell’analisi della enorme documentazione tuttora esistente negli archivi delle nazioni che hanno ospitato i lager e delle varie testimonianze dei sopravvissuti (troppo spesso accettate acriticamente)…. sono giunti alla conclusione che non vi fu alcuno sterminio deliberatamente pianificato dai nazisti ai danni degli ebrei internati e – quindi – i presunti strumenti di morte come le camere a gas, in realtà non siano mai esistite (a parte quelle adibite alla disinfestazione). Queste “inaccettabili” posizioni hanno causato la reazione di tutte le organizzazioni mondiali ebraiche, dell’establishment accademico “ufficiale” e, soprattutto, dei governi di molte nazioni occidentali come Germania, Austria, Francia, Canada, Australia, Svezia (e numerose altre) che hanno promulgato leggi che vietano, espressamente, la pubblicazione e la diffusione delle teorie revisioniste e puniscono, con pene detentive, gli autori e gli editori responsabili. In Italia è depositato un disegno di legge che, a breve, istituirà il reato di “negazionismo” per cui sarà previsto un lungo periodo di detenzione nelle patrie galere.Ecco l’intervista a Carlo Mattogno
- Qual è la sua formazione culturale?
Ho effettuato studi classici, poi filosofici, biblici e storici.
- Da dove nasce l’interesse per quel determinato ambito storico?
Negli anni Settanta incappai quasi per caso nel libro di Paul Rassinier “La menzogna di Ulisse”, che esponeva tesi all’epoca inusitate e apriva nuovi orizzonti storiografici; da quella lettura nacque in me l’interesse per ciò che divenne il revisionismo storico.
- Si è accostato alle sue ricerche già, in qualche maniera, “orientato” in senso revisionista o è arrivato alla sua attuale visione in seguito ad un graduale processo di scoperta della verità?
Ovviamente in precedenza non potevo aver alcun orientamento revisionistico, perché Rassinier fu il fondatore di questa scuola storiografica e prima di lui c’era il vuoto. Maurice Bardèche, che gli viene spesso affiancato come co-fondatore del revisionismo, ma soltanto per la sua qualifica di “fascista dichiarato”, era in realtà ciò che oggi si direbbe un “riduzionista”, in quanto accettava in toto i dogmi fondamentali di Norimberga. Successivamente mi procurai altri libri di Rassinier, ma lo stimolo maggiore a dedicarmi a questo genere di studi mi venne da due autori le cui opere valevano all’epoca come classici della letteratura olocaustica: Léon Poliakov e Gerald Reitlinger; tali opere mostravano chiaramente le lacune storiografiche – ereditate dai processi dei tribunali militari del dopoguerra – riguardo a “camere a gas” e ordine di sterminio e conferivano maggiore credito alle tesi di Rassinier. Da allora intrapresi con maggiore decisione la via del revisionismo, che senza dubbio comportò – e comporta tuttora – un graduale processo di scoperta della verità o di accertamento dell’esattezza storica, i cui primi acerbi frutti apparvero alla metà degli anni Ottanta.
- Ritiene effettivamente imminente, in Italia, l’approvazione del testo (o di un altro testo) della proposta di Legge attualmente presente in Parlamento in tema di “negazionismo”? E se, una volta promulgata, tale Legge considerasse penalmente perseguibili i contenuti delle sue opere, come si comporterebbe?
Sebbene, nel panorama europeo, ad esclusione forse della Gran Bretagna, gli ambienti culturali italiani siano i più recalcitranti ad accettare una legge contro il “negazionismo”, in quanto negatrice della libertà di opinione e di ricerca storica, è probabile che si dovranno alla fine piegare ad una direttiva europea, magari accompagnando la proposta con una adeguata, eclatante azione “antisemitica” (profanazione di cimiteri ebraici o simili), che servirebbe a creare il giusto clima di isteria per vincere le resistenze delle persone pensanti.
- La formulazione di una simile legge non sarebbe semplicissima, già per il fatto che i nostri parlamentari non hanno alcuna cognizione della questione, per non parlare dei loro consiglieri in campo storico. Uno dei problemi più ardui sarebbe l’esatta definizione di ciò che sarebbe illecito “negare”, ossia, in pratica, la definizione di “Olocausto” o “Shoah”, con tutti i problemi connessi. Ad esempio, sarebbe reato “negare” le “camere a gas” di Majdanek? O l’ “ordine del Führer”? O il numero (attualmente) ufficiale delle presunte vittime di Auschwitz? E in base a quali criteri? E la legge sarebbe retroattiva? Come sarebbero considerati tutti i libri revisionistici pubblicati finora?
È chiaro che se i nostri politici volessero fare una canagliata, sul modello di quelle tedesca o francese, non dovrebbero crucciarsi oltremodo su queste problematiche, ma il risultato sarebbe, appunto, una canagliata, lapalissiana, evidente a tutti, un riconoscimento ufficiale di incompetenza, incapacità e impotenza storiografica. I revisionisti vengono a volte assimilati a sostenitori che la terra è piatta. Come ha rilevato il mio amico e collega Jürgen Graf, questi sostenitori esistono davvero e hanno perfino una loro organizzazione, la Flat Earth Society, e il loro sito web, ma a nessuno è mai venuto in mente di promulgare una legge contro i “negazionisti” della sfericità terrestre: perché allora sarebbe necessaria una legge contro il “negazionismo” olocaustico? Forse perché i suoi propugnatori non sanno più dove sbattere la testa per confutarlo?
Se la legge antirevisionistica fosse promulgata, il mio comportamento dipenderebbe dalla sua formulazione. La cosa potrebbe avere anche un risvolto positivo: l’opportunità di dibattere in aula sul revisionismo, ossia di fare un processo pubblico all’Olocausto, un devastante effetto boomerang che i propugnatori della legge, convinti che il revisionismo dica solo bestialità storiche e quindi del tutto impreparati a contrastarlo seriamente, non si aspettano e neppure immaginano.- Quali sono, se esistono, i suoi rapporti con l’establishment accademico nazionale ed internazionale?
Il mondo accademico è condizionato dagli stolidi pregiudizi creati dai nemici politici e ideologici del revisionismo e propalati da una vasta schiera di caudatari mediatici e da pseudostudiosi e conosce perciò soltanto una parodia deforme delle tesi revisionistiche; ciò evidentemente comporta per noi una ghettizzazione che si fonda esclusivamente sull’immagine che tale mondo ha del revisionismo. Il problema è appunto quello di una falsa immagine che, per ignoranza e malafede, viene scambiata per realtà. E, a quanto pare, le 3.500 pagine che ho scritto soltanto su Auschwitz nei miei dieci studi principali dedicati a questo campo non valgono neppure a scalfirla.
- Quali sono, se esistono, i suoi rapporti con il mondo ebraico nelle sue varie componenti?
Non ho alcun rapporto con ambienti ebraici.
- Ha mai ricevuto minacce, insulti, provocazioni?
No. Ciò probabilmente ha a che vedere col profilo che si tiene o con la “visibilità” che si vuole avere, ma anche con ciò che si dice.
- Esistono campi ancora inesplorati o poco considerati dal revisionismo?
Rispondo intendendo “campi” alla lettera e in senso figurato. Nel primo caso, abbiamo preso in esame i campi di concentramento più importanti nell’economia della storiografia olocaustica, vale a dire Majdanek e Stutthof (pretesi “campi di sterminio” ausiliari). Tutti gli altri, da questo punto di vista, hanno una valenza molto marginale.
L’unico aspetto storico non ancora trattato in modo approfondito è l’attività degli Einsatzgruppen nei territori orientali occupati dai Tedeschi.- Di che cosa si sta occupando in questo periodo?
Appunto degli Einsatzgruppen.
- Alla luce della attuale situazione politico culturale (italiana ed internazionale) conserva ancora una forte spinta motivazionale a proseguire la sua opera (contro corrente)?
La mia motivazione non dipende dalle contingenze politico-culturali, consistendo principalmente nella gratificazione derivante dalla consapevolezza di apportare un contributo valido e positivo alla ricerca storica (anche se non è apprezzato) e dal piacere di castigare l’arrogante ignoranza di studiosi e oppositori improvvisati, pisantyani, blateranti, gli unici che si trovano in circolazione.
- Tanti anni di studi, ricerche e polemiche hanno cambiato qualcosa in Lei a livello profondo?
Per quanta importanza si voglia attribuire a queste ricerche e per quanto intensamente si possano condurre, si tratta pur sempre di storia, che, come tutte le discipline consimili della cultura moderna, è qualcosa di affatto esteriore rispetto al centro vitale della personalità.
- E’ convinto che, prima o poi, si riesca a scalfire, se non ad abbattere, il muro eretto a difesa della versione ufficiale sull’olocausto?
Si tratta di una eventualità estremamente improbabile. Com’è noto a tutti, qui non si tratta di una mera questione storiografica, ma entrano in gioco fortissimi interessi esterni, interessi politici, ideologici, pseudoreligiosi perfino, e coloro che li curano sono molto potenti e hanno il totale controllo dei mezzi di informazione, ad esclusione di internet, almeno per ora.
- Ritiene possibile e/o probabile che, grazie alla diffusione (soprattutto in rete) delle tesi revisioniste un sempre maggior numero di persone stiano, malgrado tutto, mutando le proprie opinioni sul tema olocaustico? E se si, in che misura?
Questo è un dato di fatto; in che misura avvenga, è difficile da accertare, ma c’è senza dubbio una lenta crescita.
- Che idea si è fatta di un fenomeno complesso come il Nazionalsocialismo?
La mia idea al riguardo non ha alcuna importanza e non ha alcuna influenza sugli argomenti storico- tecnici contro “campi di sterminio” e “camere a gas”. Ciò, tra l’altro rende ridicola la pretesa di certi decerebrati vidalnaquetiani che lanciano accuse di “nazismo” a destra e a manca, come se ciò fosse una confutazione di tali argomenti. Come se, ad esempio, la balordaggine del “testimone oculare” di Auschwitz Dov Paisikovic – che la cremazione di un cadavere nei forni di Bireknau richiedeva quattro minuti – diventasse sacrosanta verità per il semplice fatto di essere messa in evidenza da un “nazista” dichiarato, o, per fare un altro esempio, scomparisse il fatto che i detenuti malati di malaria venivano trasferiti da Auscwhitz-Birkenau a Lublino-Majdanek perché l’aria era più salubre.
- Chiunque abbia letto anche una minima parte della sua vastissima produzione storiografica ed abbia, altresì, cognizione della letteratura “ufficiale” sugli stessi argomenti, non può non notare l’abissale dislivello esistente, a suo favore, in termini di accuratezza delle fonti documentali e di precisione puntuale dell’esame del materiale a disposizione. Cosa prova, uno studioso come Lei, di fronte al paradosso di non veder riconosciuto universalmente il valore della sua opera, sia a livello personale sia “pro veritate”?
Ciò vale soprattutto in modo eclatante per gli studiosi olocaustici italiani, il cui livello di conoscenza non dico del revisionismo, ma perfino dei cardini della letteratura olocaustica, è di una mediocrità sconfortante. E parlo anche di docenti universitari di storia contemporanea! Ma anche gli studiosi stranieri, per quanto riguarda gli aspetti specifici che ci interessano in particolare (“campi di sterminio” e“camere a gas”) non si trovano in una situazione migliore. Ad esempio, su Auschwitz ho pubblicato volumi interi dove l’apice della letteratura olocaustica europea e americana registra ancora articoletti di poche pagine. Il fatto che non venga riconosciuto il valore scientifico dei miei studi non mi turba affatto, perché sono consapevole che ciò dipende unicamente da pregiudizi e interessi ideologici e politici.
- Se dovesse aiutare un giovane a capire quello che accadde, realmente, ad Auschwitz in quegli anni, cosa gli direbbe?
La prospettiva proselitistica, didascalica o professorale non mi appartiene; sull’argomento ho scritto molteplici studi: chi è interessato alla questione, non ha che da leggerli. Poi, eventualmente, sono pronto a dare delucidazioni e a rispondere a domande o obiezioni serie.
- E se, sempre allo stesso giovane, dovesse spiegare perché al posto della verità storica è stata costruita l’attuale versione, cosa gli direbbe?
A chi mi ponesse questa domanda, direi, molto sinteticamente, che l’ attuale versione storica è il frutto di un lungo sviluppo letterario che cominciò in ambienti ebraici e polacchi all’inizio del 1942 in forma di propaganda fantasiosa (camere a vapore, impianti di folgorazione, treni cosparsi di calce viva ecc.), la quale fu poi accolta dagli Alleati per demonizzare il nemico tedesco e per distogliere nel contempo l’attenzione dai propri crimini di guerra, indi passò nei tribunali militari divenendo “verità” giudiziaria, per approdare infine nella storiografia come “verità” storica.
…….che ne pensi Sendivogius???? arresteresti questo tizio??? questo è quello che chiedono a gran voce un centinaio di parlamentari, tutti gli esponenti delle comunità ebraiche e moltissimi “goyim” instupiditi dalla retorica, dalle fantasie splatter e dai filmetti (per te filmoni) come quelli di Spielberg.
………..ma non ti ricorda un po’ la storia di Galileo??? minkia se erano incazzati quelli che la pensavano diversamente da lui
buona domenica
P.S: però è brutto essere “moderato”… mi sento un cane con la museruola
-
SendivogiusDice:
marzo 24, 2014 a 02:19@ Fabio D.
Un ringraziamento vivissimo per i complimenti: dalla mancanza di serietà, all’assenza di elementi culturali…
E’ indubbiamente il modo migliore per ricambiare l’ospitalità accordata.@ Biomirko
“…non credo che stia leggendo qualcun’altro oltre a noi due…”
Al contrario, forse resteresti sorpreso da quanti anonimi lettori stanno in realtà seguendo la nostra conversazione in ‘silenzio’…
Trovo molto curioso che a sostegno delle tesi revisioniste, venga citato un autore come Raul Hilberg che, a scanso di equivoci, è l’autore di un’opera dal titolo inconfondibile: “La distruzione degli ebrei in Europa“. Curioso, perché Hilberg non nega affatto l’esistenza e la consumazione dell’Olocausto. Anzi! Si preoccupa di circostanziarne l’evoluzione e le modalità operative, nell’ambito di una catena di comando nient’affatto lineare, destrutturata nelle iniziative delle gerarchie intermedie. Gerarchie che nessuno, ai vertici, si preoccupò di controllare, o sanzionare, o bloccare. Quindi se ne può dedurre che anche qualora agissero autonomamente, finivano comunque con l’interpretare correttamente la volontà del “partito” e dei suoi massimi esponenti.
E così facendo non ci si rende conto che proprio questo zelo persecutorio (ed esecutorio), a prescindere da ordinanze scritte e decreti coercitivi, finisce col costituire un aggravante ben peggiore e criminalizzante per la nazione tedesca, in grado di attivare la macchina sterminatrice motu proprio e senza nemmeno avere bisogno di essere indirizzata da un coordinamento centralizzato, tanto radicata era la prassi.
L’analisi di Hilberg è interessante perché, paradossalmente, spiega attraverso l’analisi funzionale proprio quei vuoti giuridici e quell’assenza di ordinanze esplicite, le quali sono alla base di quell’apparente vuoto normativo che i revisionisti utilizzano per sostenere l’assenza di una volontà eliminazionista del nazismo. E quindi, per estensione, l’inesistenza stessa del (tentato) genocidio.Perché citare la (presunta) requisitoria del procuratore Jackson?!? Non perché abbia chissà quale trasporto per il personaggio, ma perché con la giusta ironia mi sembrava calzante, sottolineando il paradosso di un führer ed i suoi gerarchi talmente liberali e così poco accentratori che, poverini, nulla sapevano di quanto andavano combinando i loro sottoposti. E che certo se opportunamente informati sarebbero subito intervenuti per fermare gli “eccessi” che, se mai avvennero, furono certamente il gesto isolato di pochi… Non avvenne in fondo la stessa cosa durante la “Notte dei lunghi coltelli”?!?
Scrivo ciò perché a me non manca il senso dell’ironia, né l’amore per la libertà.
Per il resto, non prendo certo ad esempio il Processo di Norimberga come modello giuridico o esempio di cristallina imparzialità. Era in fondo un tribunale militare di guerra, che si trovava ad agire con mezzi e circostanze straordinarie, nel caos dell’immediato dopoguerra. I limiti erano evidenti, ma le intenzioni non da biasimare.
D’altronde, i nazisti potevano menare a loro vanto l’ineffabile scienza giurisprudenziale di Roland Freisler, con l’indefessa attività del suo tribunale di speciale, avvezzo a liquidar le sentenze a colpi di mannaia e fil di ferro. Il procuratore Jackson non poteva certo rivaleggiare con simili “mostri” del Diritto e delle garanzie processuali.Qualche appuntino sul concetto di “complotto”…
Se non piace la parola, si può utilizzare il suo principale sinonimo: “cospirazione”.
Ovvero, “Cooperazione, concorso di persone, di energie, o di eventi e situazioni verso un medesimo fine o effetto” (la definizione è presa dal vocabolario Treccani).
In pratica, creare un falso metastorico (la Shoah) per lucrare benefici e potere, tramite il concorso di potenti gruppi di pressione organizzata ed associazioni create ad hoc, in cooperazione con organismi terzi di rilevanza pubblica e soprattutto contando sulla collaborazione compiacente dei “goyim” (i servi domestici degli ebrei, per il Lettore che non lo sapesse). In virtù di ciò, le “organizzazioni mondiali ebraiche” si attivano come un sol uomo, per tappare le falle ogni volta che la grande impostura dovesse mostrare delle crepe, a tutela dei privilegi acquisiti attraverso una mistificazione pianificata e attuata su scala globale.
E siccome il revisionismo si ricollega quasi sempre alla polemica anti-semita, spesso travestita da anti-sionismo (che è una cosa ben diversa), con specifiche appartenenze ideologiche (rivalutazione del nazismo, declinato nelle nuove formule “frontiste” di ‘socialismo nazionale‘), tra gli estimatori del ‘genere’ letterario spesso e volentieri salta sempre fuori un classico immortale come i “Protocolli dei Savi di Sion“, che delle teorie del complotto è fonte di ispirazione inesauribile.
E questa interpretazione della realtà rientra nei meccanismi tipici della costruzione complottista (o cospirazionista che dir si voglia).A tal propositoe e in merito all’intervista di Mattogno, rispondendo al tuo quesito…
E’ una domanda retorica: sai bene quanto io sia scettico sul “reato di negazionismo” e quanto trovi inconcepibile la carcerazione di un’idea, utilizzando la galera come un bavaglio. Come se ciò avesse una qualche utilità.
Però, da lì a fare raffronti con la vicenda di Galileo (che fu meno drammatica di quanto si voglia far credere) davvero ce ne corre..!
Mattogno mi ricorda più che altro quegli autodidatti molto intraprendenti e particolarmente frustrati dal fatto che il loro genio non riceva la doverosa attenzione ed i giusti riconoscimenti dei quali sono convinti di aver diritto. Tagliati fuori dai circuiti accademici e dalla cerchia intellettuale che conta, non perdono occasione per dimostrare astio e insofferenza tanto per gli uni che per l’altra, non riuscendo proprio a capacitarsi di tanta indifferenza per le loro fatiche di una vita, liquidate con poche battute.
Il classico dilemma del narciso convinto di essere destinato a grandi imprese e condannato invece all’impotenza.
E’ questo il grande dramma di Mattogno e della crociata revisionista, costretta all’autoreferenzialità di un auditorium ristretto, spesso e volentieri circoscritto a gruppuscoli di nostalgici neo-nazisti e circoli dell’antisemitismo viscerale, che certo non giovano alla credibilità della ricerca, né alla rispettabilità degli ‘studiosi’ in questione.
A tal proposito, come non partecipare al dramma umano ed esistenziale di Mattogno che impiega fin da subito i suoi primi due capitoli dell’opera da te linkatami, difendersi dall’accusa di essere un pataccaro in polemica con quelli che lui chiama “plagiari”…
Sì ho cominciato a dargli una letta, compatibilmente con tempo a disposizione e voglia di continuare la lettura.
P.S: Come puoi notare, non mi sono “inkazzato” e ovviamente non ho censurato la pubblicazione.
Da ignorante quale sono, non ho risposto prima perché ero troppo impegnato con la trilogia di “Mass Effect” per PS3.. lol!! -
biomirkoDice:
marzo 24, 2014 a 17:45Beh… in effetti Fabio in un certo senso ha ragione, servono i mezzi culturali per poter dibattere di un argomento tanto complesso, ma io lo faccio volentieri anche se il mio interlocutore non è uno storico professionista… quindi non sto giocando al “gatto col topo” pur rendendomi conto degli ovvi limiti dovuti ad una superficiale conoscenza dell’argomento trattato, ma credo che pochissimi in Italia abbiano le conoscenze necessarie per poter dibattere con uno studioso (anche ad un livello dilettantesco come nel mio caso) di “cose di olocausto”.
Ti cito:
(…)Trovo molto curioso che a sostegno delle tesi revisioniste, venga citato un autore come Raul Hilberg che, a scanso di equivoci, è l’autore di un’opera dal titolo inconfondibile: “La distruzione degli ebrei in Europa“. Curioso perché Hilberg non nega affatto l’esistenza e la consumazione dell’Olocausto. Anzi! Si preoccupa di circostanziarne l’evoluzione e le modalità operative, nell’ambito di una catena di comando nient’affatto lineare, destrutturata nelle iniziative delle gerarchie intermedie.(…)
(…)L’analisi di Hilberg è interessante perché, paradossalmente, spiega attraverso l’analisi funzionale proprio quei vuoti giuridici e quell’assenza di ordinanze esplicite, le quali sono alla base di quell’apparente vuoto normativo che i revisionisti utilizzano per sostenere l’assenza di una volontà eliminazionista del nazismo. E quindi, per estensione, l’inesistenza stessa del (tentato) genocidio.(…)”Fai un po’ di confusione, probabilmente dovuta al fatto che non mi sono spiegato in maniera corretta… non penso che Raul Hilberg sia un autore “revisionista”… tutt’altro, penso però che gli studi e le affermazioni di Hilberg siano interessanti in funzione revisionista.
Esistono due correnti di pensiero “sterminazionista”… la corrente FUNZIONALISTA e la corrente INTENZIONALISTA.
La posizione intenzionalista afferma la continuità tra l’ideologia degli inizi e lo sterminio finale, quella funzionalista…. che presenta a sua volta aspetti contrastanti… è riconducibile al comun denominatore che lo Stato nazista rappresentava un sistema in gran parte caotico in cui le decisioni maggiori erano spesso la risultante delle pressioni più varie, senza che ci fossero necessariamente pianificazione, previsione o ordini chiari provenienti dall’alto.
Non voglio tediarti con la riproposizione degli studi dei vari autori dell’una e dell’altra corrente, con teorie altamente discordanti l’una dall’altra… insomma, non sono riusciti a mettersi d’accordo nemmeno fra di loro su come uscire dalla palude in cui i revisionisti li hanno confinati, basterebbe leggere gli atti relativi alla conferenza tenuta a Parigi dal 29 giugno al 2 luglio 1982 dall’École des Hautes Études en sciences sociales e dalla Sorbona sul tema “La Germania nazista e lo sterminio degli Ebrei” (atti pubblicati in un libro omonimo nel 1985) per capire l’annosa diatriba tra “funzionalisti” e “intenzionalisti”, il pantano in cui si dibattone è quello di cercare di giustificare uno sterminio non supportato da prove, ordini, pianificazione, budget, organizzazione, ecc… ecc… nulla di nulla, la Shoah DEVE per forza essere avvenuta senza nulla di tutto questo, siccome non si può dire che è avvenuta “per magia”, una qualche giustificazione la si dovrà pur trovare, quindi ognuno ha una sua “teoria” che ovviamente non è supportata da alcuna prova materiale o documentale, ma dovrei scrivere per ore per spiegarti tutte le sfumature delle due correnti…. mi limito a sottoporti una piccola analisi di Raul Hilberg e del perché lo considero – al pari degli alri studiosi – un vero e proprio cazzaro venditore di fumo e di patacche olocaustiche
…il voluminoso libro di Hilberg passa in genere come l’opera di riferimento sull’Olocausto… in effetti con ammirevole diligenza in un lavoro di molti anni l’autore ha radunato un’immensa quantità di documenti sulla persecuzione degli ebrei nel Terzo Reich.
Ma come stiamo messi con la qualità delle sue prove sullo sterminio degli ebrei???? Quali “pezze d’appoggio” Hilberg fornisce sulla realtà di un piano tedesco per lo sterminio degli ebrei, sull’esistenza di camere a gas per l’uccisione di uomini come pure per il numero da lui sostenuto di circa 5,1 milioni di vittime ebree???
beh… vediamo un po’ di chi stiamo parlando: l’ebreo Raul Hilberg è nato a Vienna nel 1926, emigrò nel 1939 con i suoi genitori negli Stati Uniti…. nel 1944 entrò nell’esercito americano…. nel 1948 incominciò ad occuparsi del destino degli ebrei sotto il nazionalsocialismo…. nel 1951/52 lavorò nel centro di documentazione di Alessandria, in Virginia, il suo lavoro consisteva nell’analisi dei documenti sequestrati ai tedeschi.
Nel 1952 conseguì il grado di “Magister” in Politologia e nel 1955 il dottorato in Scienze Giuridiche…. come la maggior parte degli altri autori che si sono occupati del cosiddetto Olocausto… nemmeno lui è uno storico per formazione.
Hilberg è stato contestato nel merito all’inizio da Rassinier, ma la critica revisionista ha fatto passi da gigante dalle prime confutazioni di Rassiner… al giorno d’oggi Hilberg è stato confutato per quanto riguarda i metodi di analisi, le statistiche sulla popolazione e le metodologie di sterminio addotte dallo studioso.
In breve, i punti che seguono sono al centro dell’analisi revisionista:
– quali prove Hilberg ha offerto sulla pianificazione del governo nazionalsocialista sull’annientamento fisico degli ebrei che vivevano nel suo ambito di potere?
– quali prove Hilberg ha offerto riguardo all’esistenza dei campi di annientamento, cioè campi costruiti esclusivamente o in parte per l’uccisione di ebrei e dotati a questo scopo di camere a gas per l’uccisione di uomini?
– quali prove Hilberg ha offerto riguardo al numero da lui asserito di circa 5,1 milioni di vittime ebree?
NESSUNA!!!!
….solo fumosissime congetture e fantasiose spiegazioni, nella sua imponente opera di oltre 1300 pagine non ci sono prove di alcun tipo… per sua stessa ammissione l’autore ha passato pochissimo tempo sui “luoghi del delitto”… non ha mai fatto ricerche sull’area di questi campi considerati di “sterminio”.
Fino al 1985, trascorse esattamente un giorno a Treblinka e appena mezza giornata ad Auschwitz I ed Auschwitz-Birkenau…. e solo per partecipare a “feste” della memoria…. altri campi di concentramento egli non ne visitò mai fino a quell’anno, considera che Hilberg si occupava di olocausto dal 1948.
Al contrario di Hilberg revisionisti come Dietlieb Felderer, Robert Faurisson, Carlo Mattogno, Germar Rudolf, Jurger Graf, ma anche il non revisionista Jean-Claude Pressac, hanno visitato minuziosamente e studiato i progetti edilizi dei luoghi… proprio dove dovrebbe essersi verificato l’assassinio di massa secondo i testimoni oculari.
Riguardo le pagine del libro riguardanti le deportazioni nessun revisionista ha nulla da dire… ma i “problemi” insorgono a partire da pagina 975 dell’edizione italiana… in effetti il libro avrebbe dovuto chiamarsi: “La persecuzione degli ebrei d’Europa” considerando che tratta quasi esclusivamente di quell’argomento, infatti solo 19 pagine in tutto… fra 1351…. sono dedicate all’elemento cardine dell’olocausto, ovvero allo svolgimento dell’asserito sterminio di massa nelle camere a gas… 19 misere paginette, niente di più.
Leggendo il libro ci si imbatte in numerosissima casi di disonestà intellettuale dell’autore… mentre tutto il processo di espulsione degli ebrei tedeschi verso Oriente può essere incontestabilmente dimostrato sul piano documentale e Hilberg… nelle sue innumerevoli note a piè di pagina… si basa per lo più su documenti originali tedeschi, egli non adduce nessun documento come fonte per la affermazioni ben più “consistenti” riguardo allo sterminio… ma questa è una tattica di cui Hilberg si servirà spesso nel suo lavoro: egli inserisce affermazioni non documentate (o basate solo su discutibili dichiarazioni testimoniali) riguardo stermini di Ebrei in affermazioni limpidamente documentate su persecuzioni di Ebrei o deportazioni di Ebrei e spera che il lettore non si accorga di questo trucco…. un mezzuccio da prestigiatore che è stato facilmente smascherato dagli attentissimi e ultrapuntigiosi studiosi revisionisti (posso fornire tantissimi esempi a riguardo citando innumerevoli passi del libro di Hilberg – che ho letto, studiato e sottolineato innumerevoli volte).
..il fatto che sulla distruzione fisica degli ebrei non si sia mai trovato un ordine scritto di Hitler o proveniente da un altro politico nazista di vertice è unanimente riconosciuto dagli storici di tutte le tendenze, questa circostanza da sempre ha procurato ai ricercatori in ambito storico infiniti grattacapi…. un’operazione così gigantesca come la deportazione di parecchi milioni di ebrei nei campi di sterminio e ivi il loro assassinio presupponevano necessariamente un’organizzazione… della quale erano partecipi migliaia e migliaia di uomini e questo non poteva avvenire senza ordini scritti… specialmente in uno Stato così rigidamente burocratico come il Terzo Reich. I nazionalsocialisti – a differenza di quanto asserito da molti olopropagandisti – non hanno certamente eliminato i loro documenti prima della fine della guerra, ma li hanno lasciati cadere a cataste nelle mani dei vincitori, i documenti sequestrati sui campi di concentramento sono decine di milioni, tonnellate di documenti…. in NESSUNO di essi si parla di “sterminio”.
William L. Shirer scrive al riguardo nel suo libro “Nascita e caduta del Terzo Reich”:
(…)
Alla fine della seconda guerra mondiale gli Alleati sequestrarono tutti gli archivi segreti del governo tedesco, compresi i documenti del Ministero degli Esteri, dell’Esercito e della Marina, del Partito nazionalsocialista e della Polizia segreta di Stato di Heinrich Himmler. Mai, forse, prima d’oggi, un fondo di tale importanza era caduto nelle mani degli storici contemporanei. (…) Il rapido crollo del Terzo Reich nella primavera del 1945 fece cadere nelle mani degli Alleati un’ingente quantità di documenti segreti e di altro materiale di valore incalcolabile: diari privati, resoconti di colloqui e di conferenze di carattere particolarmente riservato, carteggi e perfino registrazioni telefoniche dei capi nazisti compiute da un ufficio speciale del Ministero dell’Aviazione creato da Hermann Göring. (…) Le 475 tonnellate di documenti del Ministero Tedesco degli Esteri, sequestrate dalla prima armata statunitense in vari castelli e miniere dei monti dello Harz, dove stavano per essere bruciate per ordine di Berlin. Centinaia di migliaia di documenti tedeschi sequestrati furono raccolti in gran fretta a Norimberga per essere usati come prove nel processo contro i principali criminali di guerra nazisti”
(…)
Davanti a queste montagne di documenti nazisti la totale mancanza di qualsiasi prova documentaria di una politica di sterminio degli ebrei produce un effetto assolutamente fastidioso per i sostenitori della concezione ufficiale dell’Olocausto.
L’argomento secondo cui perlomeno per i campi di sterminio i documenti incriminati sarebbero stati giusto in tempo distrutti, è nullo per lo meno a partire dall’anno 1991… cioè quando i sovietici resero accessibili ai ricercatori i documenti della Direzione Centrale dei Lavori di Costruzione raccolti ad Auschwitz dall’Armata Rossa. Con Direzione Centrale dei Lavori di Costruzione si intende quell’organizzazione che era competente per la costruzione dei crematori – di quei crematori, nei quali dovevano trovarsi le camere a gas per l’uccisione in massa di ebrei…. i documenti comprendono non meno di 88.000 pagine e non contengono la benché minima prova della costruzione di camere a gas per l’uccisione di uomini.Se ci fosse stata una simile prova, i comunisti – già nel 1945 – l’avrebbero presentata trionfanti al mondo intero, ma niente del genere è mai stato trovato.
Riguardo alla domanda centrale se Hitler abbia mai dato un ordine esplicito di liquidazione fisica degli ebrei che si trovavano nel suo ambito di potere… il nostro amico Hilberg si esprime diversamente nella prima edizione della sua opera ed in quella riveduta.
Nella prima, apparsa nel 1961, egli avanza la tesi che ci sarebbero stati due successivi ordini di Hitler al riguardo: il primo per l’uccisione degli ebrei russi ed il secondo per lo sterminio di tutti gli altri ebrei che vivevano nell’ambito di dominio tedesco…. ovviamente non porta alcun documento per documentare questi ordini.
Cito:
(…)
Come si giunse alla fase dell’uccisione? All’inizio abbiamo a che fare con due ordini di Hitler.
Un ordine fu dato nella primavera del 1941, quando fu pianificata l’invasione dell’URSS; egli previde che piccole unità di polizia e di SS sarebbero state inviate in territorio sovietico e qui avrebbero dovuto spostarsi di città in città per uccidere sul posto tutti gli abitanti ebrei. Il metodo può essere definito come “operazioni mobili di uccisione”.
Subito dopo che le operazioni mobili di uccisione furono iniziate nei territori sovietici occupati, Hitler diede il suo secondo ordine. Questa decisione significò la condanna a morte per il resto della popolazione ebraica d’Europa.
(…)Nella seconda e definitiva edizione apparsa nel 1985, scompaiono senza lasciar traccia questi due ordini fantasma.
Per sopperire alla mancanza di documenti Hilberg arriva a conclusioni quantomeno discutibili…. è ovvio a chiunque che una politica di sterminio aveva necessariamente bisogno di un apparato per la sua attuazione e questo apparato poteva trovarsi solo nelle mani di un organismo centrale, fornito dei poteri necessari.
….ed invece no, una simile organismo non mai esistito secondo Hilberg:
(…)
In ultima analisi, la distruzione degli Ebrei non si realizzò solo in esecuzione delle leggi e degli ordini, ma come conseguenza di una disposizione dello spirito, di un accordo tacito, di una consonanza e di un sincronismo. Chi partecipò all’impresa, quali furono i meccanismi di esecuzione? L’operazione non venne affidata a un unico agente: la macchina della distruzione fu sempre un aggregato di parti diverse
(…)
Per distruggere gli Ebrei d’Europa, non venne creato né un organismo specifico, né fissato un budget particolare. Ciascuno dei settori doveva giocare un ruolo specifico nel processo, e ciascuno doveva trovare al proprio interno i mezzi per portare a compimento il proprio scopo.
(…)Immaginiamo questo: un compito gigantesco da realizzare, per giunta nelle condizioni rese più difficili dalla guerra, come la costruzione di campi di sterminio e la deportazione di milioni di uomini da tutti i possibili paesi in questi campi e tutto questo senza un’istanza centrale responsabile, senza un’autorità speciale e senza uno speciale bilancio… ognuno doveva trovare da sé i mezzi per lo scopo… e tutti i tedeschi erano programmati per farlo, disposizione dello spirito, accordo tacito, consonanza di pensieri, ecc… ecc… cos’è??? uno scherzo???
a Berlino pensavano e in Polonia eseguivano???… sì… per Hilberg era così!!!!
Purtroppo per tutti gli olocreduloni le banalità offerte da Hilberg – tra cui il linguaggio camuffato e la trasmissione del pensiero – non sostituiscono in nessun modo la prova mancante.
Per concludere… Hilberg è davvero poca cosa, non è certo un revisionista, ma una lettura critica del suo lavoro offre tantissimi spunti ai revisionisti proprio per la sua assoluta mancanza di prove della “distruzione degli ebrei d’europa”.
Buona serata
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RataplanDice:
marzo 24, 2014 a 21:32Non mi servono analizzare “ these chaotic claims regarding the very first gassing at Auschwitz…” o le caratteristiche chimico-fisiche dell’acido cianidrico e nemmeno le frasi di rischio (R) come pure i consigli di prudenza (S) quando le si adoperano per igiene e profilassi o per altro scopo… io uso un metodo induttivo, che è vero molto grossolano, tanto quanto un… “Raus, Schnell macaroni !” … che consiste nel giudicarli tramite le esperienze altrui, mi riferisco a chi ha collaborato strettamente con loro. Ci hanno messo un po’ a conoscerli, ma alla fine, guarda caso, gli si sono rivoltati contro…
http://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_Insurrezionale_Ucrainoed a leggere quanto di seguito, mi viene da dire… – Mamma non piangere… -
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SendivogiusDice:
marzo 25, 2014 a 00:50Nella mia totale deficienza di mezzi culturali, incapace quale sono di riuscire a cogliere l’intima complessità dell’argomento trattato, la cui comprensione è riservata esclusivamente ad una ristretta elite di menti superiori, nonostante i limiti di un intelletto ristretto, credo di conoscere la differenza che intercorre tra “funzionalismo” ed “intenzionalismo”… Non per niente accennavo alla “analisi funzionale” di Hilberg. E siccome sono ignorante ho declinato male l’attributo (funzionalista). Mai pensato di annoverare Raul Hilberg tra i ‘revisionisti’, che tra l’altro secondo i medesimi neanche si potrebbe definire propriamente uno storico, meno che mai di “formazione”.
Certamente lo è invece un ricercatore serio ed imparziale come Jürgen Graf, filologo di formazione, e insegnante scolastico nella prassi.
In fin dei conti, il bilancio dei revisionisti è facile: a parti inverse, usano una bilancia truccata che da loro sempre ragione… La controparte “olocredente” non possiede prove inoppugnabili, tutti i loro studi sono falsi, o viziati da malafede, o inattendibili per manifesta incompetenza. Solo il revisionista ha “prove” certe e incontrovertibili, ma i “plagiari” non vogliono ammetterlo e dunque ricorrono al boicottaggio, rifiutando il confronto (qui siamo alla parodia di “parla con me”).C’è da chiedersi se in virtù di ciò a Babij Jar gli ebrei (e non solo) si siano suicidati da soli. Ah già, provo ad indovinare: Babij Jar è un’altra invenzione della propaganda alleata e ovviamente “giudaica”.
Come lo sono gli Einsatzgruppen, le Totenkopfverbände, i Sonderkommando; oppure, già che ci siamo, l’Aktion T4…
Le SS erano un’associazione cavalleresca di benefattori ed il Dr Mengele un filantropo, insieme ovviamente ad altri galantuomini ingiustamente perseguitati come Sigmund Rascher, Aribert Heim, o August Hirt, che tanto si prodigarono per gli internati da far trasferire i malati in lager più salubri (anche questo tocca leggere).[ Si tocca leggere "anche" quello e prendere visione di alcuni screenshots di fonti ufficiali dai quali si apprende di ORDINI di trasferimento per malati di malaria! Il rapporto trimestrale del medico del campo di Auschwitz datato 16 dicembre 1943, spiega che tutti i malati di malaria nel 1943 furono trasferiti al campo di Lublino perché esso si trovava in una zona priva di zanzara anofele. Tra il gennaio e il marzo 1944 al campo di Lublino furono trasferiti circa 20.800 detenuti malati provenienti dai campi di Buchenwald, Flossenbürg, Neuengamme, Ravensbrück e Sachsenhausen, tra i quali circa 2.700 invalidi da Sachsenhausen e 300 ciechi da Flossenbürg.
Fonti:
- GARF (Archivio di Stato della Federazione Russa, Mosca), 7121-108-32, p. 97.
- Zofia Leszczyńska, Transporty więźniów do obozu na Majdanku (Trasporti di detenuti al campo di Majdanek), in: Zeszyty Majdanka, IV,1969, pp. 206-207. Idem, Transporty i stany liczbowe obozu (Trasporti e forza numerica), in: Tadeusz Mencel Ed., Majdanek 1941-1944. Wydawnictwo Lubelskie, Lublin 1991, p. 117. Sotto le foto della fonte ufficiale del museo di Auschwitz: Danuta Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945 , per l'anno 1943. Olodogma] -
‘Perdonami’, ma nella mia fede di “olocredente” non riesco a credere alla missione disinteressata e libertaria del “revisionismo”.
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biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 13:52no dai… babi yar no… se siamo a questo livello di discussione mollo la spugna…. si parlava di prove di gasazione, adesso dei fantomatici stermini degli eisatzgruppen, si salta di palo in frasca con una facilità a dir poco impressionante.
Allora… visto che non c’è la minima prova per giustificare le asserzioni sui “milioni” di gasati, ecco che si ribalta la frittata: “Sì… ma a Babi Yar si sono suicidati???”… mi chiedo se stiamo parlando seriamente oppure se stiamo facendo la gara a chi ce l’ha più lungo, Sendivogius…. certo che ti bevi proprio tutto… sono davvero sorpreso d ciò.
Secondo la vulgata, entrati i tedeschi a Kiev il 19 settembre 1941 dopo aspri combattimenti (la città, incendiata in gran parte e minata con bombe a radiodetonazione dai sovietici, sarà luogo di battaglia antipartigiana per altre due settimane), il primo “massacro” di ebrei a Babi Yar si apre la vigilia dello Yom Kippur con mitragliamenti, fucilazioni e pistolettate (ma anche, attesta Sergej Ivanovic Lutzenko, guardiano del cimitero di Lukyanovka, scagliando i bambini vivi dentro le gole, e quindi risparmiando pallottole… modalità confermate dall’unica sopravvissuta del massacro, Dina Mironovna Pronicheva, nel processo apertosi a Darmstadt il 2 ottobre 1967)… da 150 uomini del Sonderkommando 4a della Einsatzgruppe C, “supported by Ukrainian militia men, aiutati da miliziani ucraini” (così la Encyclopaedia Judaica), il 29 e 30 settembre. E precisamente, sottolinea Jonathan Schenker, in trentasei ore: “il più grande sterminio compiuto in una sola giornata. È stato tutto terribilmente veloce, i tedeschi non hanno dato tregua”, dirà l’oloesperto israeliano Yitzhak Arad (un giorno e mezzo in cui, nota Herbert Tiedemann in Dissecting the Holocaust e conferma Karl-Heinz Schmick, piovve ininterrottamente e persino nevicò, rendendo pressoché impraticabili le strade).
Altre “stragi” seguono nei 778 giorni “of Nazi rule in Kiev”… potrei riportare tantissime testimonianze oculari, alcune davvero orrorifiche e fantasiose oltre ogni limite di decenza…. ma – stiano tranquilli i tifosi e credenti nei fantamassacri delle einsatzgruppen – il Sistema vieta il pensiero non solo sulle più generali oloconclusioni eretiche, ma anche su singoli oloaspetti, quale appunto Babi Yar: nella primavera 1999 Hans-Eberhard Hefendehl, direttore di un periodico non-conforme, per avere dubitato della versione canonica viene condannato dalla pretura di Coburgo a sei mesi di carcere più un’ammenda di 2000 marchi (l’accusa aveva richiesto una pena più pesante), mentre il coimputato Paul J. Muenzer si accontenta di 2000 marchi d’ammenda (nessun dibattito è stato, ovviamente, tenuto né ammesso sulla giustezza o meno delle loro tesi).
…persino la presidentessa bundestaghiana Rita Sussmuth, il 5 ottobre 1991 nel cinquantenario del “massacro”… aveva gettato l’eterna “colpa” sull’intero popolo tedesco… cito “Babi Jar ist eine Stätte schrecklicher Erinnerung, ein Ort des Grauens und, für uns Deutsche, der Scham und nicht tilgbarer Schuld”
“Babi Yar è un luogo di tremendi ricordi, un luogo di orrore e, per noi tedeschi, di vergogna e colpa incancellabile”.
…più disinvolto Peter Novick: “Dopo il ritorno dei sovietici a Babi Yar, il corrispondente del New York Times al seguito dell’Armata Rossa sottolineò che mentre i funzionari sovietici sostenevano che decine di migliaia di ebrei erano stati uccisi a Babi Yar, nessun testimone delle esecuzioni ha parlato coi giornalisti… è quindi impossibile per questo giornalista giudicare della verità o della falsità della storia raccontataci, nei burroni ci sono poche tracce per confermare o confutare la storia”.
Quanti dei trentamila corpi (ma la vostra sacra wikipedia parla di sessantamila) sono stati riesumati da quella che dovrebbe essere un’enorme fossa pari ad un palazzo di otto\dieci piani??? minkia… nemmeno uno!!! ovviamente i cadaveri sono stati riesumati e svaniti nel nulla – come ci raccontano i testimoni – ad opera delle diaboliche Einsatzgruppen… si parla di gigantesche pire funerarie allestite all’aperto… per far sparire trentamila corpi servirebbe una catasta di legna alta un metro e lunga qualche decina di chilometri… e questa immensa deforestazione sarebbe avvenuta durante aspri combattimenti con l’armata rossa, in pochi giorni, su pire improvvisate in pieno inverno russo… interessante.
Considera che per riesumare i 5.800 corpi del massacro (vero!!!) di Katyn ad opera dei russi ci sono voluti tre mesi… ma le Einsatzgruppen erano “diaboliche”, hanno fatto sparire decine di migliaia di corpi decomposti in pochissimi giorni… in piena battaglia.
….ma tutte le altre fosse??? … ne sono state “identificate” almeno cinquecento… ma che vengano scavate e periziate… così quei maledetti negazionisti verranno inchiodati, per sempre, all’infamia delle loro tesi…
…nein!!! non è possibile, come ci illumina padre Desbois… uno dei migliori cercatori di fosse comuni “naziste”… non ne ha aperta, trovata o periziata nessuna, ma non è così importante, lui ha le testimonianze su cui si basa la certezza dell’avvenuto massacro, ecco cosa scrive il prete cercatore di fosse mai trovate:
“..il rabbino si siede lentamente, serio e silenzioso, e prende a esaminare diversi scritti, redatti a mano in yiddish su dei fogli gialli e bianchi, che sono stati disposti per tempo sul tavolo. Si tratta di pareri della giurisprudenza rabbinica internazionale riguardanti le disposizioni relative ai corpi degli ebrei uccisi durante la Shoah. Tenendo in mano un foglio giallo, solleva gli occhi e mi spiega in inglese che è stato stabilito che gli ebrei assassinati dal Terzo Reich siano considerati tsadiqim, dei “santi”, e che è accordata loro la pienezza della vita eterna. Per questo, la loro tomba, sia dove sia, se sotto un’autostrada o sotto un giardino, deve essere lasciata intatta, affinché la loro pace non sia disturbata”.
Pietra tombale sulle fosse…una cultura di singolare purezza, metodologia storica di condivisibile razionalità! -
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[Qui ci troviamo davanti ad un ennesimo falso. A Popricani, Romania , nell'Aprile 2011 sono stati riesumati e traslati resti di ebrei morti "killed during World War II and found in a mass grave in northern Romania ", come visibile al link: http://olo-truffa.myblog.it/2011/04/07/temp-7afbb8c1f7a7d82a454b4d0495fa0b27/, e in foto!]
Nulla di più facile sarebbe riscontrare oggi una qualche traccia degli eventi raccontati, soprattutto pensando che la tecnica paleontologica (con l’ausilio di georadar et similia) ha permesso di identificare persino i miserrimi resti del primo fuoco acceso dall’uomo, quello di Verteszöllös/Ungheria, risalente a quattrocentomila anni fa.
Per concludere: sulle presunte “stragi di ebrei” delle Einsatzgruppen… Babi Yar compresa… sta per uscire un possente testo di Mattogno… che ovviamente non sarà confutato dalla vulgata sterminazionista, perche quelli come voi – fruitori di Wikipedia (ottimo strumento per studiare la Storia, sì sì… come no!!!) – devono credere, fortemente credere, obbligatoriamente credere!!! -
biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 14:31Citandoti:
“(…)
In fin dei conti, il bilancio dei revisionisti è facile: a parti inverse, usano una bilancia truccata che da loro sempre ragione… La controparte “olocredente” non possiede prove inoppugnabili, tutti i loro studi sono falsi, o viziati da malafede, o inattendibili per manifesta incompetenza. Solo il revisionista ha “prove” certe e incontrovertibili, ma i “plagiari” non vogliono ammetterlo e dunque ricorrono al boicottaggio, rifiutando il confronto (qui siamo alla parodia di “parla con me”
(…)”
…i revisionisti NON usano alcun trucco, di quale trucco parli??? potresti descrivermi uno di questi trucchi???… i revisionisti analizzano prove materiali, documenti e testimonianze… tutto qua, niente trucchi.
Senza prove materiali o documentali rimangono le testimonianze… certo, ma le testimonianze sono soggette a revisione critica se affermano falsità facilmente riscontrabili, se io sostengo che in un bosco ci sono sepolti decine di migliaia di corpi, chiunque potrebbe dire: “OK… verifichiamo!!!”… se la verifica non viene concessa adducendo i motivi più svariati la conclusione del testimone non può e non deve assurgere a verità storica…. stessa cosa per le altrettanto fumose, discordanti e fantasiose testimonianze sugli stermini nel lager nazionalsocialisti (la stragrande maggioranza delle stesse confutate dalla storiografia ufficiale, anche se accettate come “prova” a Norimberga).
Non è questione di competenza o incompetenza, non è questo il “punto focale”… ma di affermazioni da dimostrare, ma accettate acriticamente.
Riguardo al “confronto”, proprio ieri sera si è tenuta a Forlì una conferenza sul “negazionismo”, la conferenza è stata filmata da un cittadino “olomiscredente” che ha posto alcune domande al relatore esperto di olocausto, ebbene… non solo l’esperto non ha saputo rispondere (con evidente imbarazzo suo e della platea) alle domande, ma non conosceva nemmeno il lavoro dei “negazionisti” contro il quale si scagliava (a dirla tutta non conosceva nemmeno David Cole e il non-revisionista Norman Filkestein)… all’organizzatore dell’evento è stata chiesta la possibilità di organizzare un confronto storico tra un esperto di olocausto e uno studioso revisionista, la risposta è stata la seguente: “Assolutamente no… i negazionisti sono in malafede!!!”.
Nessuno storico “olopropagandista” accetterà mai un confronto con Carlo Mattogno o con un revisionista di infimo livello come il sottoscritto… sono anni che chiedo un confronto pubblico con chiunque… nessuno ha mai voluto farlo, un paio d’anni fa avevo organizzato una conferenza sul revisionismo olocaustico a Como, era aperta a qualsiasi contraddittorio, l’onorevole Emanuele Fiano ha fatto un’interrogazione parlamentare per impedirmi di tenere la conferenza, la Digos mi ha sequestrato TUTTO il materiale, riconsegnatomi previa visione del questore… la conferenza si è tenuta con due ore di ritardo, ma è stata oggetto di feroci articoletti in cui ci si scandalizzava per lo spazio che i “negazionisti” stanno prendendo… ovviamente il “confronto” non conviene al sistema e quindi qualsiasi confronto è vietato, l’unico caso di confronto è stato nel 1985, al primo processo ad Ernst Zündel a Toronto, il testimone n°1, Rudolf Vrba, e lo storico n°1, Raul Hilberg, sono crollati al momento del controinterrogatorio condotto dall’avvocato, che Faurisson assisteva in quella sede, Douglas Christie… da allora non c’è più stato alcun confronto, gli olopropagandisti e i loro sodali sono falsari… mica scemi..!!!
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biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 14:42Ti cito ulteriormente:
(…)
‘Perdonami’, ma nella mia fede di “olocredente” non riesco a credere alla missione disinteressata e libertaria del “revisionismo”.
(…)
non è una questione politica… ma è semplice Storia… questo almeno riesci a capirlo?
Se i testimoni hanno mentito, se le camere a gas omicide non ci sono mai state, se non è esistito alcun ordine o progetto di sterminio… perché tenerlo nascosto??? cosa c’è sotto???
Perdonami, ma nella mia NON fede di “olocredente” non riesco a credere alla missione disinteressata degli studiosi e testimoni professionisti della cosiddetta Shoah… se riduciamo tutto al piano politico e di mero interesse, la “tua parte” è ben più pregna di tutto ciò rispetto alla “mia”… ci aggiungo anche il fanatismo esasperato e la voglia di manette, elementi totalmente estranei agli studiosi revisionisti… Mattogno o Faurisson non hanno mai invocato il carcere per Pressac o Van Pelt, a te risulta il contrario??? -
biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 15:14@ Rataplan…
il tuo “metodo induttivo” non mi sembra meritevole di risposta, almeno da parte mia… non è snobismo, ma – evidentemente – siamo su due livelli di estrapolazione e studio dei fatti che non sono conciliabili… limitandosi al campo delle scienze naturali, fisiche e matematiche, il ciclo conoscitivo induttivo descrive il percorso seguito per arrivare alla stesura di una legge scientifica a partire dall’osservazione di un fenomeno.
Si articola nei seguenti passi, ripetuti ciclicamente:
osservazione, sperimentazione, correlazione fra le misure, definizione di un modello fisico, elaborazione di un modello matematico e formalizzazione della teoria…. vorresti provarci applicando tale sistema alla Shoah??? ok… accomodati… ma non esiste un metodo “induttivo” accettabile storiograficamente, al limite posso concederti un altrettanto grossolano (dal punto di vista dello studio della storia) “metodo deduttivo”…. ma la storiografia seria – quella che non si basa sulle deduzioni o sulle induzioni – è ben altra cosa: si analizzano i fatti basandosi sui reperti materiali, documentali e sulle testimonianze… le testimonianze – per uno storico – sono meno importanti dei manufatti e dei documenti, soprattutto se palesemente false. -
SendivogiusDice:
marzo 25, 2014 a 16:23Lo sapevo!!! Mi ci sarei giocato le palle, sulla tua risposta a proposito di Babi Yar… e ovviamente sulle nobili gesta degli Einsatzgruppen (altra “invenzione giudaica”, presumo, come le operazioni di Enterdungsaktion e della Sonderaktion 1005) per le quali rimando alla lettura di Daniel Goldhagen (ho mai citato wikipedia?!?), che naturalmente liquiderai subito come falsario “olopropagandista”, con solito bombardamento di estratti, citazioni, riferimenti, usati per diluire i toni dell’invettiva negazionista e buttati nella mischia un po’ ad cazzum canis… Oramai il copione è collaudato..;)
Perché, parafrasando il messaggio, il “revisionista” deve negare, fortemente negare, obbligatoriamente negare!!!
E all’occorrenza credere, obbedire e combattere.
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Ne devo dedurre si tratti di comparse, appositamente reclutate per una foto naturista di gruppo…
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“…i revisionisti NON usano alcun trucco, di quale trucco parli??? potresti descrivermi uno di questi trucchi???… i revisionisti analizzano prove materiali, documenti e testimonianze… tutto qua, niente trucchi. Senza prove materiali o documentali rimangono le testimonianze… ”
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Si prendono migliaia di documenti; si scelgono una qualche dozzina di incongruenze più o meno eclatanti, e si batte unicamente il tasto su queste fino allo sfinimento, per svilire e ‘negare’ in blocco il resto di tutto l’insieme. Una tecnica piuttosto semplice.
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“…un paio d’anni fa avevo organizzato una conferenza sul revisionismo olocaustico a Como, era aperta a qualsiasi contraddittorio…”
Immagino il riferimento sia alla sedicente “Conferenza sul revisionismo olocaustico” del 27/01/2012, che si sarebbe dovuta tenere nelle stanze della locale sezione di Forza Nuova:
«Forza Nuova Lario e l’Associazione Culturale Quattrocentodieci sono liete di comunicare che il giorno 27 gennaio nei locali di via Napoleona, 1 – Como, a partire dalle ore 21:30, si terrà una conferenza sul Revisionismo Olocaustico. Durante la conferenza verrà trasmesso il documentario autoprodotto “Wissen macht frei”..»
Complimenti per il buon gusto nella scelta del titolo! -
«Per ragioni di sicurezza e considerata la costante presenza nel web di ‘agenti dell’Hasbarà e ‘Sayanim’ i nomi dei due relatori NON verranno divulgati. La conferenza NON è ad ingresso libero… Solo le persone conosciute o invitate potranno prendervi parte: non abbiamo intenzione di trasformarci nei “capri espiatori” dell’odio e non abbiamo alcuna vocazione a divenire gli “agnelli sacrificali” di un certo tipo di “stampa democratica”.»
Tipico esempio di “confronto pubblico” e aperto.“...non riesco a credere alla missione disinteressata degli studiosi e testimoni professionisti della cosiddetta Shoah… se riduciamo tutto al piano politico e di mero interesse, la “tua parte” è ben più pregna di tutto ciò rispetto alla “mia”… ci aggiungo anche il fanatismo esasperato e la voglia di manette, elementi totalmente estranei agli studiosi revisionisti…”
Sarà per questo che un grande esperto incompreso come Carlo Mattogno dedica la bellezza di quasi 1.200 pagine per polemizzare con gli oscuri curatori di un blog misconosciuto come “Holocaust Controversies”, non avendo niente di meglio come interlocutore. A tanto è ridotta la “ricerca” e la “confutazione” revisionista!
A tal proposito, ho letto con gusto il primo capitolo scritto dal maestrino svizzero Jürgen Graf e dedicato ai propri detrattori, nell’ambito delle fatiche congiunte della trimurti Mattogno-Kues-Graf…
Una sequela di allusioni ed invettive antisemite, senza una sola “prova inconfutabile” degna di nota:..Il regime di Washington e i suoi lacchè britannici… Lillipuziani intellettuali… shabbat goijm… compagni di merende… storici di terza categoria… Questi geni sono stati mandati da Jahveh stesso per salvare la sua tribù eletta dall’orribile drago revisionista?
[...] In special modo Muehlenkamp, che è il più primitivo della compagnia (seguito immediatamente da Terry), cosparge i suoi articoli e i suoi messaggi privati di parole volgari di quattro lettere [in italiano di dieci], mostrando così quanto deplorevolmente basso sia il suo livello intellettuale e morale. Peggio ancora, egli a volte scrive cose che lo rendono lo zimbello di ogni persona che abbia un quoziente di intelligenza superiore a zero.
[...] Essi (gli “ebrei”) non vogliono che il loro sacro Olocausto sia difeso da pagliacci.
[...] I propagandisti che gestiscono il sito web Aktion Reinhard Camps possono essere disonesti, ma non sono dei semplici pazzi. Esattamente come Ytzhak Arad, Raul Hilberg o gli autori dell’opera collettiva Neue Studien zu nationalsozialistischen Massentotungen durch Giftgas, essi non mettono in evidenza le assurdità tecniche e logiche della storia olocaustica, ma le tacciono. Essi rifuggono da qualsivoglia discussione sull’accuratezza storica della versione ufficiale degli eventi, perché sanno esattamente che una simile discussione aprirebbe il proverbiale vaso di Pandora.
[...] ..evidentemente Jahveh, nella sua infinita sapienza, ha reclutato un quinto genio per assistere gli altri quattro nel loro sforzo…
[...] Alla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa pullulava letteralmente di ex detenuti di Auschwitz. Molti di essi descrissero poi la loro miracolosa sopravvivenza, dando così ai mezzi di informazione l’opportunità di inondare il mondo di un profluvio di insulsa propaganda su Auschwitz.
[...] L’aspetto più demente della versione kosher degli eventi è la genesi delle presunte camere a gas.E così via di questo passo, per tutta la durata del capitolo. A livello stilistico, Mattogno è indubbiamente più raffinato. Ma la sostanza (ed il messaggio implicito) non cambia.
E questa sarebbe la professionalità e la serenità intellettuale dei presunti “storici” revisionisti?!? -
biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 17:15Riguardo a Babi Yar… dei trentamila (o sessantamila secondo Wikipedia) trucidati non c’è la minima traccia (nemmeno un elenco di nomi verificato)… nulla di nulla… solo testimonianze fumose e contraddittorie… tutti quei corpi sono spariti magicamente…. se vuoi puoi pure iniziare un filone storico sulla dimostrazione degli eccidi degli ebrei in quanto tali da parte degli einsatzgruppen sulla base di documenti probatori (ordini o quant’altro) o su prove materiali… sarò felicissimo di leggere il tuo lavoro, le testimonianze le ho già lette tutte.
(…) La conferenza NON è ad ingresso libero… Solo le persone conosciute o invitate potranno prendervi parte: non abbiamo intenzione di trasformarci nei “capri espiatori” dell’odio e non abbiamo alcuna vocazione a divenire gli “agnelli sacrificali” di un certo tipo di “stampa democratica”
(…)
esattamente… sono stati invitati otto storici e tre sedicenti testimoni oculari… in caso di contraddittorio la conferenza sarebbe stata filmata… nessuno di loro ha accettato l’invito, se la conferenza fosse stata aperta al pubblico sarebbe stato inaccettabile per “lorsignori”… volevo evitare aggressioni fisiche e sceneggiate fuori o dentro la porta.
Il filmato Wissen Macht Frei è tutt’ora visionabile su Youtube, dura un’ora e mezza… non sono io l’autore, ma l’ho presentato durante la conferenza… è un filmato amatoriale che ha suscitato un vespaio enorme, con agitazione di manette e quant’altro da parte di associazioni partigiane, associazioni ebraiche, associazioni di genitori, ARCI varie, partito democratico, SEL, parlamentari di diversa estrazione, giunte comunali di diverse città, centri sociali, associazioni di ex-deportati, giornalisti, bloggers, ecc… ecc…(…)
Si prendono migliaia di documenti; si scelgono una qualche dozzina di incongruenze più o meno eclatanti, e si batte unicamente il tasto su queste fino allo sfinimento, per svilire e ‘negare’ in blocco il resto di tutto l’insieme. Una tecnica piuttosto semplice
(…)
Questo è quello che sostiene la semiologa sedicente esperta di olocausto Valentina Pisanty, ma la realtà è un’altra… le testimonianze sono state TUTTE confutate nel merito, in migliaia di documenti non è stata trovata alcuna prova inerente gli ordini di sterminio, il progetto di sterminio o lo stesso sterminio.
Le risultanze degli storici sono state TUTTE confutate dagli autori revisionisti, dalle tecniche di cremazione, agli asseriti sistemi di sterminio, fino alla metodologia di impiego dei presunti agenti omicidi… altro che qualche dozzina di incongruenze… TUTTO – riguardo al presunto sterminio – è incongruente.
Per fare un esempio: nel libro “LE CAMERE A GAS DI AUSCHWITZ” (di libera vendita, ma che mi è stato sequestrato dalla Digos), Carlo Mattogno analizza dettagliatamente TUTTI gli “indizi criminali” portati da Jean-Claude Pressac e TUTTO il corpus della “convergenza di prove” addotte da Robert Jan Van Pelt… è entrato nel merito di ogni affermazione dei due “esperti”… altro che “qualche dozzina di incongruenze”.(…)
Sarà per questo che un grande esperto incompreso come Carlo Mattogno dedica la bellezza di quasi 1.200 pagine per polemizzare con gli oscuri curatori di un blog misconosciuto come “Holocaust Controversies”, non avendo niente di meglio come interlocutore. A tanto è ridotta la “ricerca” e la “confutazione” revisionista!
(…)Mattogno è tutt’altro che incompreso… è compreso benissimo e quindi evitato come la peste dai sedicenti “esperti” e testimoni professionisti.
Quei quattro bloggers un po’ sfigati (ma adeguatamente imboccati) sono stati gli UNICI AL MONDO ad aver provato a confutare nel merito il lavoro di Mattogno…. a tanto è ridotta la critica al “negazionismo”… tutti gli altri “critici” si sono dati da tempo alla fuga, ma potresti provarci tu… che ne dici???Riguardo alle battute considerate “antisemite” preferisco lasciar correre… mi frega nulla del pensiero degli autori revisionisti riguardo agli ebrei, se gli sono simpatici o antipatici per me è del tutto ininfluente, non mi sembra che gli autori sterminazionisti siano dei fans del nazionalsocialismo, quindi per loro essere “di parte” è cosa buona e giusta??? le convinzioni di altri sul terzo reich e sugli ebrei in generale, non suscitano minimamente il mio interesse… mi interessa solo quello che affermano riguardo a presunto sterminio, niente di più.
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SendivogiusDice:
marzo 25, 2014 a 17:24L’ha detto Fabio D. …l’hai ribadito tu… Il sottoscritto non possiede gli elementi culturali, né le competenze, né la serietà, per confutare le tesi di così sopraffini studiosi… Quindi perché mai dovrei (e potrei) cimentarmi in così ardua impresa?!?
Non per niente io faccio l’operaio di mestiere (e pure ‘a chiamata’), mica lo “storico di formazione”.P.S. Il “filmato amatoriale (“Wissen macht frei”) ha suscitato un vespaio enorme..” Ma va?!? Davvero non lo avrei mai immaginato!
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biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 17:30dimenticavo… le foto che hai proposto NON dimostrano nulla, quantomeno non dimostrano che i corpi appartengono ad EBREI gasati o fucilati in quanto EBREI… nessuno nega che ci furono tantissimi morti, nessuno nega che ci furono feroci esecuzioni dall’una e dall’altra parte… quello che si nega è una pianificazione dello sterminio da parte del regime nazionalsocialista attuato mediante differenti metodologie.
In particolare riguardo le foto che hai postato – che nulla hanno a che vedere con Babi Yar, ma che sono decisamente orrorifiche – appartengono (almeno le prime due) al campo di Bergen-Belsen (sulla terza ho un po’ di dubbi e dovrei approfondire)… sono morti di tifo (come si rileva dai referti autoptici effettuati dagli alleati), di fame e a causa dei bombardamenti alleati sul campo… nella seconda foto, il tizio con le gambe aperte è il dottore del campo Fritz Klein… che è stato costretto dagli americani a seppellire i corpi insieme alle altre guardie.
Nessun revisionista ha mai negato che la penuria di viveri dovuta al costante bombardamento delle principali vie di rifornimento hanno prodotto la morte di moltissimi prigionieri, nessuno ha mai negato le epidemie di tifo e le morti conseguenti che si contano in decine di migliaia… ma tutto questo non dimostra la “volontà di sterminio”. -
biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 17:34e secondo te perché un semplice filmato che riporta una differente opinione della storia dovrebbe suscitare un tale vespaio??? solo per il titolo “La verità rende liberi”??? oppure per cosa??? io posso anche capire la sensibilità degli ebrei sulla questione, ma – cazzo – se fossi un ebreo sarei il primo a volerci vedere chiaro e – nel caso mi avessero mentito spudoratamente per anni – sarei anche il primo a voler attaccare per i coglioni il bugiardone (che, en passant, si è pure ultra-arricchito nel frattempo raccontando cazzate) nella navata centrale della sinagoga…. tu no???
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SendivogiusDice:
marzo 25, 2014 a 18:20Bravo, hai fatto i compitini… le foto allegate riguardano il campo di Bergen-Belsen e costituiscono un elemento probatorio… Se i tassi di mortalità superano il 50% ed il numero dei decessi è tale da non saper come smaltire i corpi, tanto da accumularli in cataste, per me esiste una “volontà di sterminio”, se non esplicita quanto meno implicita. Ma a quanto pare le evidenze per il “negazionista” non bastano mai…
“…e secondo te perché un semplice filmato che riporta una differente opinione della storia dovrebbe suscitare un tale vespaio??? solo per il titolo “La verità rende liberi”???”
Non so, prova a fare un filminio negazionista sui preti pedofili; scegli come titolo: “Lasciate che i pargoli vengano a me“, e come sottotitolo “culetti d’oro” (è la pubblicità dei pannolini Pampers, che avevi capito?!?).
E poi vedi se associazioni delle vittime e diretti interessati non si incazzano di brutto..!“..se fossi un ebreo sarei il primo a volerci vedere chiaro..”
Dipende da chi sono coloro che vorrebbero aprirmi gli occhi… Permetti abbia più di qualche riserva, verso un gruppo di antisemiti che vogliono riabilitare (e magari riproporre) l’esperienza nazionalsocialista?!?
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biomirkoDice:
marzo 25, 2014 a 18:45in quale libro di Faurisson, Graf, Mattogno, Rudolf o altri revisionisti si può trovare la riabilitazione o la riproposta del nazionalsoialismo??? cioè… fammi capire, continuare a mentire sulle camere a gas significa essere fieri oppositori del “nazismo”, mentre dire la verità significa voler far rivivere Hitler??? è questo che stai affermando???
Saletta e Moffa li consideri nazisti??? gli ebrei revisionisti sono nazisti??? tutti quelli che hanno studiato approfonditamente i KL nazionalsocialisti giungendo a conclusioni differenti riguardo allo sterminio pianificato di ebrei sono tutti “antisemiti”???
L’ebrea Gitta Sereny – nota storica e studiosa dell’Olocausto citata da tantissimi autori NON revisionisti – ha fatto questa affermazione:
“Perché diavolo questa gente ha fatto di Auschwitz una vacca sacra? Auschwitz era un luogo spaventoso ma non era un campo di sterminio”
(dichiarazione rilasciata al London Times il 29 agosto 2001… secondo te a chi si riferiva la storica ebrea riguardo alla trasformazione di Auschwitz in una vacca sacra??? sostenere che Auschwitz non fosse un campo di sterminio fa di lei una nazista antisemita??? è questa la tua logica???
(…)
Se i tassi di mortalità superano il 50% ed il numero dei decessi è tale da non saper come smaltire i corpi, tanto da accumularli in cataste, per me esiste una “volontà di sterminio”, se non esplicita quanto meno implicita. Ma a quanto pare le evidenze per il “negazionista” non bastano mai…
(…)
potresti postarmi una fonte riguardo la mortalità del campo di Bergen Belsen durante gli anni di apertura di tale KL e i motivi inerenti il tasso di mortalità??? secondo te nei KL nazionalsocialisti considerati di “sterminio” il tasso di mortalità medio era superiore al 50%??? -
biomirkoDice:
marzo 26, 2014 a 07:29Riguardo il tasso di mortalità nei KL (comunque altissimo dopo i bombardamenti e le epidemie di tifo… tutte stradocumentate), è interessante considerare quello di Auschwitz dove fino al 1989 (come era scritto sulla lapide all’ingresso e come confessato sotto tortura dall’SS-Obersturmbannführer Rudolf Franz Ferdinand Höss) erano morte 4.000.000 di persone… dal 1989 ai giorni nostri (come sta scritto sulla lapide all’ingresso) ne sono morti “circa” 1,5 milioni…. purtroppo per gli storici ad Auschwitz – come rilevato dagli archivi – sono transitati non più di 1,3 milioni di persone…. la “cifra ufficiale”, il sunto del “tasso di mortalità” che ad Auschwitz era ben oltre il 100% (l’aritmetica talmudica lo permette), subirà presto una drastica riduzione… ovviamente il museo di Auschwitz non darà alcuna spiegazione, non l’ha fatto quando ha fatto rinascere 2,5 milioni di “morti ufficiali” e non lo farà quando dovrà giocoforza “ritoccare” l’attuale numero dei “morti certificati”…. tanto non sono così importanti le modalità della morte dei i “six millions”, non è importante sapere dove e come sono morti (se prendiamo per buone tutte le testimonianze “giurate” il numero di morti ammazzati nei KL e fuori assume dimensioni apocalittiche) anzi… più queste morti sono “fumose” e avvolte nel mistero e meglio è (stiamo parlando di mitologia olocaustica NON di storia verificata, ma questo è meglio non dirlo)…. la cosa più importante, il vero punto focale, il nocciolo della questione è affermare che sono morti e che c’era la volontà di sterminare il popolo ebraico… giusto??? che siano stati zyklonbtrattati, einsatzgruppenpallottolati, camereavaporevaporizzati, piastraelettricaelettrificati, hammerluftspiaccicati o senzapranzoecenamortidifamizzati è solo un piccolo dettaglio, ininfluente quando si tratta di scendere nei particolari del massacro che non sta in piedi nemmeno con le stampelle… tanto tutto fa brodo per colpire l’immaginario degli olocreduloni…. e quindi – se sei milioni possono apparire poca cosa – facciamo venti??? ma sì dai… perché no: http://www.associazionelatorre.com/2014/01/olocausto-studio-rivela-uccisi-15-20-milioni-di-ebrei-risarcimenti-ai-sopravvissuti/ e guai a contraddire le cifre… RIDUZIONISMO!!! NEGAZIONISMO!!! ANTISEMITISMO!!! IN GALERA!!!! oh… non scherziamo, la cifra dei twenty millions non è di un visionario qualsiasi, magari in malafede, magari impazzito… ma lo afferma uno dei maggiori istituti al mondo di studi olocaustici (quel museo della “pila di scarpe scalcagnate” di cui avevo già scritto in precedenza), quindi avanti con i risarcimenti…. oh… se in 70 anni il numero cresce da sei a venti milioni è dovuto al tasso di interesse, anzi, a guardar bene è ancora poco, oculati investimenti avrebbero fatto fruttare molto, ma molto di più
…. scherzi a parte, se qualche “negazionista” osasse affermare – dati alla mano – che gli ebrei NEL MONDO non superavano nel 1939 i 15 milioni…. beh… arrestiamolo perché sicuramente è un pazzo antisemita che vuole riabilitare (e magari riproporre) l’esperienza nazionalsocialista!!!!
domanda: qual’era il “tasso di mortalità” se sono morti cinque milioni di ebrei in più di quanti ne esistevano nel mondo??? riesci a rispondere o devi usare la calcolatrice talmudica???
Sendivogius…. così, tanto per capire, tu credi anche a Babbo Natale? agli Elfi? alle Fate? al Babau? pensi che i Nani da giardino abbiano un’anima???
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SendivogiusDice:
marzo 26, 2014 a 16:43“..così, tanto per capire, tu credi anche a Babbo Natale? agli Elfi? alle Fate? al Babau? pensi che i Nani da giardino abbiano un’anima???”
No, ma conosco bene i miei polli e so quanto a questi piaccia pettinare la lana caprina, per relativizzare e dunque riabilitare l’impossibile.
La “scienza revisionista” è tutta qui? Un pallottoliere di numeri e bodycount, per dimostrare che poi i nazisti non erano così cattivi e che in fondo qualche morto ammazzato non è poi gran cosa nel marasma di una guerra mondiale?!?
A scanso di equivoci:Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:
(a) uccisione di membri del gruppo;
(b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
(c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
(d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
(e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.Tratto dalla “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio”.
A buon intenditor, poche parole.
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biomirkoDice:
marzo 26, 2014 a 22:47non ci siamo… conosco benissimo la definizione di genocidio, ma sei davvero fuori strada, la lana caprina la stai pettinando tu… e con una spazzola bella grossa.
mi sento in dovere di scrivere un ulteriore appunto sui “campi buoni”… ovvero sui campi di concentramento (visti i decessi si potrebbe tranquillamente parlare di campi di sterminio) istituiti dagli alleati DOPO la fine delle ostilità… il dato temporale è di un’importanza fondamentale, quanto segue è ovviamente supportato da fonti documentali… io non scrivo mai nulla per “deduzione” o per “induzione”… mi limito a riportare i dati lasciando ad altri il compito di giudicare, come ti ho già spiegato, mi interessano esclusivamente i fatti che si possono dimostrare, le lezioncine di etica e morale le lascio ad altri… ergo: mi frega un cazzo di riabilitare il nazionalsocialismo, non è questo lo scopo del revisionismo olocaustico… anche se a te piace pensare che sia così.
Almeno quattro milioni di soldati tedeschi furono tenuti prigionieri all’aperto, in campi recintati da filo spinato senza alcuna protezione (nemmeno le baracche o le brande per dormire), con poco cibo e poca acqua…. o niente del tutto: questo accadde in Germania a opera degli americani nella zona da essi occupata e durò per molti mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale.
L’esercito francese, che ebbe in consegna circa 630.000 prigionieri dagli americani per utilizzarli come manodopera forzata in riparazioni di guerra… fece loro patire la fame e li maltrattò a tal punto che si può calcolare una cifra di ALMENO 250.000 morti causati dalle pessime condizioni di vita nei campi di concentramento.
Per quanto riguarda i campi americani… risultano circa 750.000 prigionieri deceduti… per la maggior parte si trattava di soldati della Wehrmacht, arresisi dopo l’8 maggio 1945… ma fra loro c’erano anche donne, bambini e vecchi…. questi morti furono rubricati come “Altre perdite” negli archivi alleati.
Per poter aggirare le convenzioni di Ginevra… per ordine di Eisenhower… i prigionieri non furono considerati “prigionieri di guerra” (P.O.W.) ma “disarmed enemy forces” (D.E.F.)… quando si dice il genio militare del criminale di guerra Eisenhower!
Il primo ministro del Canada, King, ha protestato violentemente perché era stata tolta ai prigionieri tedeschi la protezione della Convenzione di Ginevra…. il documento è liberamente consultabile negli archivi… iI Foreign Office inglese lo ha fatto tacere.
domanda: secondo te – considerate le perdite e le modalità di “affamamento” programmato (dimostrabile dai continui rifiuti di invio di viveri da parte del comando alleato alle direzioni dei campi di concentramento che ne facevano richiesta, vedi i documenti del generale Littlejohn) – gli americani e gli alleati in generale hanno pianificato, programmato e realizzato un genocidio finalizzato ad eliminare i tedeschi considerati “nazisti” dalla faccia della terra???
…se la risposta è positiva, secondo te quanti processi si sono tenuti dopo la seconda guerra mondiale per far luce sugli ordini criminali dati dai generali americani e alleati che hanno causato la morte nei “campi di concentramento” approntati con lo scopo di sterminare i tedeschi – militari e civili – fatti prigionieri alla fine delle ostilità e per far ricadere tali atrocità esclusivamente sui russi???
…figurati che uno di quei criminali sterminatori di popoli lo hanno fatto presidente U.S.A…. quindi non mi venire a raccontare la favoletta sui buoni e i cattivi… con me non funziona.
Per concludere: non esiste un ordine di sterminio da parte della germania nazionalsocialista, non esiste un programma di sterminio verificabile, non esistono le macchine per lo sterminio… né camere a gas omicide, né camere a vapore, camion a gas, piastre di folgorazione, monossido di carbonio (a Majdanek ho personalmente fotografato le bombole di CO2 spacciate per bombole di “monossido di carbonio” oltre alla camera a gas omicida con finestra – originale e intatta – in fragile vetro… l’unica camera a gas al mondo omicida con vista panoramica, a nessun morituro è venuta l’idea di rompere il vetro per sfuggire alla morte per avvelenamento) ecc… ecc… niente di niente… le fonti ebraiche che hanno fatto censimenti smentiscono la cifra dei sei milioni di ebrei “shoahtizzati”… ma tu continui a credere fideisticamente alla questione perché tizio o caio ti hanno detto che è andata così… nemmeno un piccolo dubbio??? beh… che ti posso dire… credi a quello che ti pare, con i “fedeli” non c’è modo di parlare.
Per concludere… la seconda guerra mondiale fu un massacro che costò decine di milioni di morti, tra i quali – sicuramente – qualche centinaio di migliaio di ebrei… morti di tifo, sotto i bombardamenti o di fame nei campi di concentramento durante gli ultimi mesi della guerra… stessa sorte è toccata ad altri internati non ebrei in numero sicuramente maggiore…. ti dico un segreto “eretico”: lo zyklon b ha salvato un sacco di vite umane e non ha ucciso nessuno, se sostieni il contrario non devi fare altro che portare prove, ma ti consiglio di lasciar perdere….. non c’è ancora riuscito nessuno!!!
a buon intenditor…..
buonanotte -
RataplanDice:
marzo 28, 2014 a 15:18Ho visto che non hai risposto, glissando completamente la domanda che sottendevo… chi meglio di quelli che hanno combattuto con loro e che poi gli si sono rivolti contro può conoscerli? Sei andato dove più ti faceva comodo… “il metodo induttivo” non ricordando forse l’etimo di ” indurre “.
*
Non mi servono analizzare “ these chaotic claims regarding the very first gassing at Auschwitz…” o le caratteristiche chimico-fisiche dell’acido cianidrico e nemmeno le frasi di rischio (R) come pure i consigli di prudenza (S) quando le si adoperano per igiene e profilassi o per altro scopo… io uso un metodo induttivo, che è vero molto grossolano, tanto quanto un… “ Raus, Schnell macaroni ! ” … che consiste nel giudicarli tramite le esperienze altrui, mi riferisco a chi ha collaborato strettamente con loro. Ci hanno messo un po’ a conoscerli, ma alla fine, guarda caso, gli si sono rivoltati contro…
http://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_Insurrezionale_Ucrainoed a leggere quanto di seguito, mi viene da dire… – Mamma non piangere… -
http://it.wikipedia.org/wiki/Babij_Jar
*Tutte le risposte che cerchi le trovi qui… in questo breve saggio di un seguace di Ippocrate…
http://www.ildialogo.org/ebraismo/LunadiMieleadAuschwitz.pdf
@Sendivogius addocchialo… non è lungo e non è un mattone ed induttivamente parlando valido!
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SendivogiusDice:
marzo 28, 2014 a 17:45@ Biomirko
Continuo oltre quelli che dovrebbero essere i limiti naturali di un off topic la nostra conversazione, perché trovo sia abbastanza divertente giocare con te… Purché non mi si voglia far passare a tutti i costi per un coglione. O almeno non più di quanto io non lo sia già di mio.
“…mi frega un cazzo di riabilitare il nazionalsocialismo, non è questo lo scopo del revisionismo olocaustico… anche se a te piace pensare che sia così.”
Forse sarà per questo che il “revisionismo olocaustico” costituisce uno dei principali passatempi ‘intellettuali’ delle confraternite neo-naziste, e che la gran parte dei sedicenti “studiosi” del settore siano quanto mai prossimi agli ambienti del fondamentalismo cristiano e della destra nostalgica più radicale, dove l’antisemitismo costituisce un titolo di appartenenza?!?
Sarà per questo che le “conferenze” sul tema vengono spesso e volentieri organizzate e ospitate nelle sedi di Forza Nuova, che magari non sarà una “organizzazione chiaramente fascista e antisemita [...] che non può essere depurata dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata dall’accostamento al nazismo“, come sentenziato dalla Corte di Cassazione, ma che per uno strano capriccio del caso è non di rado frequentata da noti antisemiti e simpatizzanti neonazisti.
In proposito, sono certo che rettificherai con fiumi di parole, come queste siano tutte calunnie della stampa “democratica” e come FN sia piuttosto un “movimento nazionalpopolare“… Movimento fondato da un latitante di Terza Posizione, ufficialmente fuggito a Londra per sottrarsi alle maglie della giustizia italiana (era indagato per la Strage di Bologna); ufficiosamente, dicono i più malevoli, per sfuggire alla furia di Giusva Fioravanti convinto che il tippino si fosse fregato i soldi della cassa e sfogandosi, a scanso di equivoci, sullo sventurato Ciccio Mangiameli. E’ comunque un fatto che il futuro creatore di FN, una volta riparato a Londra, abbia fondato un piccolo impero alberghiero e immobiliare, senza che sia dato sapere dove abbia trovato le risorse economiche per l’intrapresa.Correggimi tu, Mirko… Sto procedendo per metodo “induttivo” o “deduttivo”?
Sicuramente, ripensando ai tuoi contributi passati su queste pagine, e che hanno per l’appunto resa necessaria la “moderazione” dei commenti per i contenuti un tantino ‘equivoci’, certe intemerate contro i “nasoni“.. i “kippati“.. “il mondialismo economico di matrice giudaica“.. senza negarci citazioni tratte dall’opera prima di un “Grande Uomo“ (con i baffetti e l’accento austriaco).. non sono altro che simpatiche provocazione goliardiche scevre da ogni forma di apologia.
E per tornare ai tuoi quesiti, altrettanto simpaticamente, ricambio la moneta revisionista…
250.000 prigionieri tedeschi deceduti nei campi di prigionia francesi… 750.000 in quelli americani… (che roba è?!? Un rilancio a Texas hold’em?)
Dove sono le famose prove inoppugnabili?!? E i corpi??? Chi ha tenuto la contabilità e chi ha nascosto i cadaveri??? Perché non ci sono le fotografie?
Etc. etc. secondo il noto armamentario dialettico.
Poi certo, perdonami se proprio non riesco a sentirmi partecipe del dramma dell’eroico comandante Rudolf Höss, il boia di Auschwitz.@ Rataplan
Accetto sempre i consigli di lettura, anche se non sono certo io a nutrire dubbi sulla natura dell’Olocausto…
Immagino che il nostro amico Mirko potrebbe trovare molto interessante la lettura e in particolare il Cap.V, con un occhio a pagina 59 e seguenti, per quanto riguarda Mattogno.P.S: Con tutti, mi scuso per la tardività delle repliche ma ho seri problemi con la connessione che va da schifo. E dunque devo ricorrere a postazioni sostitutive.
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biomirkoDice:
marzo 28, 2014 a 22:511 – La risposta a Rotondi e alla sia “Luna di Miele” è stata puntualissima e – ormai – datata: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres7/CMluna.pdf
2 – Le mie simpatie nazionalsocialiste non sono in discussione, ma c’entrano nulla con l’argomento in questione, ripeto, moltissimi autori revisionisti sono di sinistra (anche estrema), liberali, ebrei o altro… ma non “nazisti”.
3 – Sui morti nei “campi buoni” ti rimando alla lettura del libro di James Bacque “Gli altri lager – I prigionieri tedeschi nei campi alleati dopo la Seconda guerra mondiale” (Mursia – 1993)
4 – su Babi Yar ho già scritto e non vorrei essere ripetitivo
5 – Riguardo al “boia” di Auschwitz e a quel KL in generale ti rimando all’affermazione di Gitta Sereny – storica ebrea, sopravvissuta e ricercatrice dell’Olocausto – apparsa sul London Times 29 agosto 2001:
“Perché mai questa gente ha fatto di Auschwitz una vacca sacra? Auschwitz era un posto terribile. Ma non era un campo di sterminio”
(“Auschwitz was a terrible place — but it was not an extermination camp.”)ri-domando: anche lei una nazista antisemita negazionista da circolino per i fans di Adolf Hitler???
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biomirkoDice:
marzo 28, 2014 a 22:58Dimenticavo: non si conoscono ulteriori repliche del cardiologo Rotondi a Carlo Mattogno… la sua Luna di Miele è ormai tramontata inesorabilmente… tranne – ovviamente – per quelli in malafede, mi riferisco ai piccoli insignificanti apprendisti storiografi wikipediani.
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biomirkoDice:
marzo 29, 2014 a 12:00@ Rataplan:
Ti cito:
“Ho visto che non hai risposto, glissando completamente la domanda che sottendevo… chi meglio di quelli che hanno combattuto con loro e che poi gli si sono rivolti contro può conoscerli?”
non lo so… dimmelo tu… io sono nato nel 1969 e non ho combattuto con i tedeschi sul fronte russo, però ho studiato la Storia e conosco bene le truppe straniere nella Wehrmacht ovvero quelle unità militari di nazionalità non germanica che servirono volontari nella seconda guerra mondiale…. alcune unità così formate combatterono fino alla fine della guerra, altre vennero sciolte ed altre ancora vennero incamerate dalle Waffen-SS, ma cosa c’entri tutto questo con l’Olocausto degli ebrei proprio non lo capisco.
Vuoi dimostrare che gli ucraini si sono rivoltati contro i tedeschi perché i tedeschi erano dei brutti cattivoni??? non capisco la domanda, vuoi spiegarti meglio??? mi stai dicendo che i tedeschi erano i mostri mentre gli alleati erano i buoni???
azz… un’ipotesi azzardata e fanciullesca… ma perché andare in Ucraina, non ti basta restare in Italia??? Marzabotto, S. Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, sono diventati sinonimi della barbarie degli “invasori” tedeschi…. è molto grave, però, che la propaganda del dopoguerra abbia invece del tutto cancellato il ricordo delle stragi e degli orrori angloamericani con una sistematica opera di disinformazione…. bisogna andarsi a rileggere Moravia o i giornali dell’epoca per trovare traccia dei massacri compiuti in Italia dagli alleati… così simili a quelli che abbiamo visto compiere in Iraq e aventi il solo scopo di spargere il terrore tra una popolazione civile già demoralizzata, che aspettava soltanto la caduta dei “nazifascisti”.
Una tecnica di feroce guerra psicologica che è sempre stata ed è ancora, il marchio inconfondibile dell’imperialismo americano.
Potrei fare una rassegna delle stragi compiute dai nostri “liberatori” ai tempi in cui… generosi com’erano e ancora sono… vennero a “portarci la democrazia”… ma a che servirebbe???
Il “male assoluto” deve essere incarnato dal “nazista”… il “bene assoluto” dagli alleati… quindi chi se ne fotte del fatto che il primo obiettivo degli americani durante le guerre è sempre stato quello di massacrare quanti più civili possibile… è solo un dettaglio trascurabile del “bene assoluto” il fatto che gli aerei americani e inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzavano una strategia particolarmente efficace: bombardamenti composti da tre ondate successive in cui alle bombe dirompenti seguivano gli spezzoni incendiari e poi, nel terzo passaggio, bombe a scoppio ritardato per annientare tutti coloro che avevano cercato scampo nei rifugi antiaerei.
Distruggere il morale delle popolazioni nemiche attraverso massacri feroci e indiscriminati è sempre stata la tecnica preferita dagli americani, dalla distruzione dell’Italia a quella dell’Iraq…. nei documenti dell’aviazione americana è rarissimo trovare traccia di disposizioni agli aviatori di risparmiare la popolazione civile… la guerra americana è sempre stata una guerra terroristica, consapevolmente rivolta contro i civili innocenti più che contro le truppe militari…. ma loro sono il “bene assoluto” e continuiamo a baciargli il culo anche dopo settant’anni per la distruzione di Montecassino, per il bombardamento di San Miniato, per il massacro di Canicattì, per l’eccidio di Acate, per il bombardamento di Treviso e di tantissime città, per la strage di Gorla e per tantissime altre porcate compiute dai nonnini pluridecorati del premio nobel per la pace comandante del maggior numero di truppe in guerra al mondo.
….ma di queste assurdità sul bene e sul male il nostro mondo Orwelliano ci ha abbondantemente nutrito e noi chiediamo dosi sempre maggiori di “bene” per dimenticare che il sistema democratico in cui viviamo ha le radici affondate in un lago di sangue… ma personalmente – a dirla tutta – me ne frego altamente di quello che pensate sui “nazisti”, me ne fotto se siete “negazionisti” dei crimini alleati e sterminazionisti convinti se si tratta dei crimini tedeschi, soprattutto riguardo al principale marchio d’infamia del popolo germanico: la Shoah.
Non mi interessano i vostri giudizi morali o etici sui “nazisti”, ma mi interessa moltissimo quello che affermate sulla cosiddetta Shoh, ma – cazzo – se mi portate Rotondi come critica ai “negazionisti” mi cascano davvero le braccia… adesso ci manca solo un appunto su Valentina Pisanty o un consiglio sulla lettura dei saggi di Marcello Pezzetti e il quadro è completo.
Ho la netta impressione che stiate raschiando il barile, ma un fatto resta: siete in grado di fornirmi il nome di un solo ebreo gasato e la prova dell’avvenuta gasazione??? una prova che sia accettata da un qualsiasi tribunale per un caso di omicidio… perché in tribunale non basta dire che tizio ha ucciso caio per far condannare tizio all’ergastolo, servono prove… quindi Sendivogius e Rataplan: i “nazisti” hanno gasato MILIONI di ebrei e ci sono MONTAGNE di prove… non sarà difficile rispondere alla mia domanda: potreste fornirmi un solo nome e una sola prova??? la considerate una domanda antisemita??? un nome e una prova!!!niente di più…
grazie per la risposta che – a fronte di una domanda tanto semplice e scontata – sono certo mi darete…. così chiuderete definitivamente la bocca a questo maledetto negazionista neonazista e antisemita.
resto in attesa -
SendivogiusDice:
marzo 29, 2014 a 14:10A proposito di Gitta Sereny: una singola frase estrapolata dal contesto di un’intervista ben più ampia (The Times, 29/08/2011) non fa la differenza. Per di più l’intervento era in polemica con il negazionismo di David Irving, noto “revisionista di estrema sinistra”.
Ovviamente, conosco l’opera di James Bacque: per l’appunto, un romanziere. Non comprendo perché il cantastorie Bacque è assolutamente attendibile e gli studi della Pisanty invece no.
Misteri del “revisionismo olocaustico”.Le “simpatie nazionalsocialiste” c’entrano molto (direi tutto) con l’argomento in discussione. Questo perché il “revisionista olocaustico” non mette in dubbio, per esempio, il genocidio degli Armeni (1915-1916), contestandone maniacalmente il numero dei decessi e le modalità di esecuzioni, nonostante all’epoca non esistesse un censimento certo della popolazione e quindi le stime siano necessariamente aleatorie, le evidenze testimoniali non sempre certe, la documentazione di terza mano e, soprattutto, NON esista un ordine scritto di sterminio da parte dei vertici al governo dei “Giovani Turchi”.
Dunque, ciò che è dato assolutamente per scontato nel caso degli Armeni, ma anche per i nativi americani o per le popolazioni amerinde dell’America Latina, viene capillarmente sminuzzato e radicalmente messo in discussione, nel caso dello sterminio degli ebrei e dell’intera politica eliminazionista della Germania (nazista e non solo).
E questo ha un fine ideologico e politico ben specifico, che assai poco c’entra con la “Storia”.“…così chiuderete definitivamente la bocca a questo maledetto negazionista neonazista e antisemita…”
Mirko, hai praticamente scritto un poema degno di rivaleggiare in lunghezza con la commedia di Dante. Solo che questa non ha niente di divino. Mi pare che qui non si difetti certo in ospitalità e pazienza… a patto di non abusarne. Sarebbe ora di accelerare la conclusione del 3d, perché non era questo l’oggetto della pubblicazione originale né lo scopo di queste pagine.
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biomirkoDice:
marzo 29, 2014 a 15:271 – riguardo agli studi della Pisanty sui “negazionisti” stiamo ancora aspettando la risposta della stessa a Carlo Mattogno… risposta che si è ben guardata dal dare.
http://studirevisionisti.myblog.it/2012/02/03/da-cappuccetto-rosso-ad-auschwitz-risposta-a-valentina-pisan/
…ciò fa di lei una dilettante riguardo all’olocausto che ripete pappagallescamente le tesi già confutate di storici sterminazionisti di ben altro spessore.
2 – il “revisionista olocaustico” revisiona appunto l’olocausto… degli altri stermini mi importa nulla… lascio ad altri il compito di confutare le tesi e i numeri ufficiali… dubito che ci sia in carcere qualcuno per aver negato lo sterminio degli Armeni o dei nativi americani… la Shah, come tanti altri accadimenti storici, è soggetta a revisione critica… non mi interessa l’ideologia di chi fa tale revisione, mi interessa esclusivamente quello che dice ed – eventualmente – le confutazioni nel merito…. secondo te uno entomologo deve anche essere un esperto di cani e gatti??? la Shoah è una cosa… lo sterminio degli armeni è un altro argomento… così come chi studia la Plodia Interpunctella non necessariamente deve conoscere i problemi gastrointestinali dei Pastori Tedeschi… ad ognuno il suo.
3 – Ti cito: “Sarebbe ora di accelerare la conclusione del 3d” … puoi facilmente farlo tu stesso, un nome e una prova di un ebreo gasato… e hai risolto alla radice il problema del “negazionismo”.
Se vuoi posso tranquillamente fornirti un nome ed una prova di un morto sotto i bombardamenti americani: data del bombardamento, ordine del bombardamento, effetto del bombardamento e NOME di UN morto durante il bombardamento… fai lo stesso anche tu, dov’è il problema??? il nome di UN SOLO EBREO GASATO E LA PROVA DELL’AVVENUTA GASAZIONE… uno solo!!! scegli pure tra la “montagna” di prove e i milioni di morti gasati… oppure chiedi alla Pisanty -
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P.S: se hai voglia leggi la discussione in un blog “sionista”… una signora – Grazia – ha fatto la stessa domanda… leggi come le hanno risposto, dal commento numero sei in avanti: http://ilblogdibarbara.wordpress.com/2014/01/13/camere-a-gas/
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le “nostre” conclusioni sull’interessante questione le puoi leggere qui:
http://olodogma.com/wordpress/2014/01/20/0554-per-gli-ebrei-non-valgono-mai-le-cose-che-valgono-per-gli-esseri-umani-ilblogdibarbara-dixit/ -
SendivogiusDice:
marzo 29, 2014 a 15:39No, vabbé! Siamo ben oltre i limiti dell’ossessione. E francamente la cosa m’ha un po’ sbomballato i gioielli di famiglia, con ‘sto girare a vuoto, chiusi in circolo… La chiudo definitivamente qui.
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biomirkoDice:
marzo 29, 2014 a 16:00…niente nome e niente prova, ne prendo atto
ci si ri-vede su qualche altro 3d…
un salutoFonte: http://liberthalia.wordpress.com/2014/02/16/cucciolo-di-agnelli/
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Author(s): | Olodogma |
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