Inquisizione $hoahtica-legge anti-revisionismo. I contrari: Sergio Romano...un "freno alla deriva delle leggi sulla memoria"
Sergio Romano risponde, sul Corriere della sera, ad una domanda di un lettore sulla legge liberticida anti-revisionismo, detta..."nostra ultima chance" che pretende di reprimere la libertà di esprimere opinioni/pareri o risultanze di ricerche storiche, sul preteso olocau$to ebraico, non conformate ai desideri della holocau$t-israel-lobby e dei suoi interessi sionisti/economici/politici. Nella risposta si “dimentica” che nel 2011 l’ONU ha detto ben altro su tali leggi liberticide “ultima chance” per la sopravvivenza della “Menzogna di Au$chwitz”, e di questo intento persecutorio verso i ricercatori storici! Contro tali leggi “anti-negazioniste”, l’Human Rights Committee (Commissione per i Diritti Umani) delle Nazioni Unite, affermò, nella riunione a Ginevra, nei giorni dall’11 al 29 luglio 2011
(…) “Le leggi che penalizzano l’espressione di opinioni su fatti storici sono incompatibili con gli obblighi che il Patto impone agli Stati membri in relazione al rispetto per la libertà di opinione e di espressione. Il Patto non permette la proibizione pubblica dell’espressione di un’opinione erronea o di una interpretazione inesatta di eventi del passato. Restrizioni al diritto alla libertà di opinione non dovrebbero mai essere imposte e, riguardo alla libertà di espressione esse non dovrebbero oltrepassare ciò che è permesso nel paragrafo 3 o richiesto in base all’articolo 20″(…)
il testo originale integrale, in inglese, è disponibile al seguente indirizzo: http://unipd-centrodirittiumani.it/public/docs/HRC_General_Comment_34.pdf….Ulteriori informazioni (http://olodogma.com/wordpress/0015-repressione-della-liberta-di-espressionenuovo-atto/)
_________La lettera e la risposta (in blue commento e citazioni di Olodogma)_________
La lettera del giorno | Lunedì 21 ottobre 2013
UN APPELLO DEGLI STORICI CONTRO LE VERITÀ DI STATO
Negazionismo della Shoah: apologia di reato. Così una nuova, fredda, norma riduce un abominio della storia dell’umanità, un qualcosa di talmente terribile a mera formula da codice giuridico.
[Il lettore Perinelli da per scontato, dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, l'avvenuto olocau$to ebraico, allo stesso modo la pensava il giudice Gray che nella sentenza dell'11 aprile 2000 del processo Irving-Lipstadt, al punto 13.71, scrisse:
«Devo confessare che, come – immagino – la maggior parte della gente, avevo supposto che le prove dello sterminio in massa di Ebrei nelle camere a gas di Auschwitz fossero convincenti. Tuttavia, quando ho valutato le prove addotte dalle parti in questa causa, ho messo da parte questo pregiudizio»
Quindi un giudice che ha avuto in mano TUTTE le prove esistenti ha "messo da parte questo pregiudizio" che le prove fossero "convincenti"! Ulterirori smentite alle scemenze/credenze olocaustiche cliccando QUI ]
Ma davvero le nazioni moderne, democratiche, emancipate politicamente e culturalmente non sanno fare di meglio per sottolineare una tale mostruosità?
Non si trovano argomenti scientifici tali da confutare a livello culturale tesi aberranti come il negazionismo della Shoah?
Evidentemente no,
[ Il signor Perinelli coglie in centro la vergognosa verità...non ci sono prove del sessantottenale propagandato sterminio ebraico in camere a gas! A supporto riportiamo due dichiarazioni incontestabili
1) ... “Perché mai questa gente ha fatto di Auschwitz una vacca sacra? Auschwitz era un posto terribile. Ma non era un “campo di sterminio”!” (Gitta Sereny – storica ebrea, sopravvissuta e ricercatrice dell’Olocausto – London Times 29 agosto 2001) ... la Sereny una negazionista?
2) ..."La vera trappola tesa dai negazionisti è qui, in questo dilemma davanti al quale hanno spinto a porsi gli storici. Volendo contraddirli sul terreno scientifico, li si induce a gridare:
“Storici, i vostri documenti!” -
e bisogna stare zitti per mancanza di documenti...O si abbandona il primato dell’archivio a favore della testimonianza, e, in questo caso, bisogna squalificare la storia in quanto scienza per riqualificarla immediatamente in quanto arte. Oppure si mantiene il primato dell’archivio e, in questo caso, bisogna riconoscere che la mancanza di tracce [le manque de traces] comporta l’incapacità di stabilire direttamente la realtà dell’esistenza delle camere a gas omicide“… Fonte lo storico e romanziere francese Jacques Baynac in «Comment les historiens délèguent à la justice la tâche de faire taire les révisionnistes», in: Le Nouveau Quotidien, 2 settembre 1996, p. 16, e in «Faute de documents probants sur les chambres à gaz, les historiens ésquivent le débat», in: Le Nouveau Quotidien, 3 settembre 1996, p. 14… anche i Baynac è da aggiungere nel girone dei negazionisti assassini della memoria ? ]
bisogna ridurre tutto al «pensiero di Stato»,
al «è così perché lo dice la legge»,
senza dibattere e svergognare nel merito chi sostiene, certo sbagliando, ma assolutamente con pieno diritto (libertà di pensiero) il contrario. Cosa ne pensa?
Gianpaolo Perinelli , [email protected]
Caro Perinelli,
spiace dirlo, ma il «reato di negazionismo» ha trovato un clima favorevole, paradossalmente, nel Paese di Voltaire, di Montesquieu, di Madame de Staël, di Benjamin Constant e di Alexis de Tocqueville. Nel 1990 il Parlamento francese ha approva una legge,
(su questa liberticida legge si legga l'ottimo articolo dell''avvocato Eric Delcroix, cliccando QUI),
proposta dal deputato comunista Gayssot, che punisce la negazione del genocidio. È probabile che la Francia volesse fare ammenda per la politica antisemita del regime di Vichy e dimostrare al mondo che non vi sarebbe stato nel suo futuro un nuovo «caso Dreyfus». Ma quella legge illiberale ha avuto il prevedibile effetto di suscitare una sorta d’invidia in tutti coloro che si sentivano dimenticati e trascurati. Se la negazione del genocidio ebraico è un reato, perché non riservare lo stesso trattamento alle stragi e ai massacri di cui furono vittime altri gruppi etnici e religiosi? In una lettera a Dino Messina apparsa sul suo blog («La nostra storia») uno studioso dell’Università di Roma, Eugenio Di Rienzo, ha ricordato che «alla normativa Gayssot ha fatto seguito, nel 2001, l’approvazione di altre due disposizioni legislative che puniscono come reato la negazione del genocidio armeno e qualsiasi affermazione tendente a non considerare la schiavitù come un “crimine contro l’umanità”». Per alcuni mesi, qualche anno fa, sembrò addirittura che la «negazione del genocidio» sarebbe diventata un reato europeo.
Fu quello il momento in cui gli storici cominciarono a manifestare le loro preoccupazioni e a lanciare segnali d’allarme (1). Fra i primi a prendere posizione vi furono Pierre Nora, autore di un grande studio sui luoghi della memoria, e René Rémond, storico della Francia moderna e contemporanea. Il primo è di origine ebraica, il secondo, morto nel 2007, era cattolico. Nora, in particolare, ha creato un’associazione («Liberté pour l’histoire») e ha chiesto ad altre sedici persone di firmare un appello. Appartengo a quel gruppo, e credo che la migliore risposta alla sua lettera, caro Perinelli, sia la riproduzione del testo: «Preoccupati dei rischi di una moralizzazione retrospettiva della storia e di una censura intellettuale, noi ci appelliamo alla mobilitazione degli storici europei e alla saggezza dei politici. La Storia non deve essere schiava dell’attualità né essere scritta sotto dettatura da memorie concorrenti. In uno Stato libero nessuna autorità politica ha titolo per definire la realtà storica e per restringere la libertà dello storico sotto la minaccia di sanzioni penali. Agli storici noi chiediamo di raccogliere le loro forze all’interno del loro Paese creando strutture simili alla nostra e, in questo momento, di firmare individualmente questo appello per imprimere un colpo di freno alla deriva delle leggi sulla memoria.
Ai responsabili politici chiediamo di comprendere che se hanno l’obbligo di custodire la memoria collettiva, non devono istituire, con una legge e per il passato, delle verità di Stato la cui applicazione giudiziaria può avere gravi conseguenze per il mestiere dello storico e per la libertà intellettuale in generale. In democrazia la libertà per la storia è la libertà di tutti». (2)
(Sergio Romano)
Fonte: http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/
Lunedì 21 ottobre 2013
Note di Olodogma
1) In Italia abbiamo un qualcosa di simile molto interessante, esattamente il 22 gennaio 2007 circa 200 storici firmarono un documento contrario all'introduzione del "reato di negazionismo", reato tanto urgente (Perché ci serve...) ed indispensabile alla holocau$t-israel-lobby, da venir definito "la nostra ultima chance", cliccando QUI si hanno maggiori informazioni su tale iniziativa.
2) La motivazione ci sembra ideologica e limitata, reticente ! Molto onestamente l'ebreo sterminazionista van pelt robert jan, massimo storico olocau$tico, intervistato dall'ebreo Errol Morris nel documentario Mr. Death – The Rise and Fall of Fred A. Leuchter Jr.,presentato nel gennaio 1999 al Sundance Film Festival di Park City, Utah affermò:
«Se si dimostrasse che i revisionisti dell’Olocausto hanno ragione, perderemmo la percezione che abbiamo della Seconda Guerra Mondiale, perderemmo la percezione che abbiamo della democrazia. La Seconda Guerra Mondiale fu una guerra morale, una guerra tra il Bene e il Male.
(lo lasciamo dire, ben sapendo che era solo la guerra dichiarata da Francia ed Inghilterra il 3 settembre 1939 a difesa dell'usura bancaria apolide e contro la libertà di stampare moneta in proprio, esente da signoraggio bancario e slegata dal possesso di metalli preziosi. Olodogma)
Se da questo quadro rimuovessimo il punto nodale della guerra, il nocciolo che risponde al nome di Auschwitz, allora ogni altra cosa ci diverrebbe incomprensibile. Finiremmo tutti in manicomio» (01:23:30, tempo in minuti, secondi e inquadratura).
Questo è uno dei pochi motivi reali a sostegno di tanta barbarie di proposta di legge... il crollo del sistema di credenze olocaustiche "spada e scudo" del ghetto di Palestina e del NWO !
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Author(s): | Olodogma |
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Published: | 2013-10-22 |
First posted on CODOH: | Dec. 5, 2017, 5:13 p.m. |
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