Konzentrationslager e piscine, documento P.S. del 1936 sulla piscina per internati del Kl Dachau
Campi di concentramento e piscine
- KL Dachau, cliccare per ingrandire
Qualche mese addietro la propaganda sterminazionista... cercò , non riuscendovi, di "ridimensionare" l'impatto, sui lettori, della diffusione della notizia sulla presenza di piscine in alcuni lager tedeschi, a disposizione degli internati stessi, affermando :
1) che fossero destinate, al pari del "BORDELLI" ad una "classe" di internati "privilegiati" (come afferma tale venezia shlomo, nel suo libro Sonderkommando Auschwitz, a p. 52) (fermi restanti quali internati!)
2) che non erano disponibili (pari ai BORDELLI) per gli "ebrei", affermazione supportata, si fa per dire, (ovvio!) da sedicenti "testimoni" e null'altro, quindi di scarso valore probatorio, non essendo verificabile da documenti o risontri obiettivi.
3) che tale piscina (di Auschwitz 1) fosse in realtà un deposito di acqua antincendio "CAMUFFATO da piscina" (solo menti malate di paura di perdere lo stipendio e le milionarie RENDITE possono immaginare simili mentecatte ipotesi)
4) che tali piscina (di Auschwitz 1), fosse in realtà un..."deposito di acqua antincendio", realizzato in "forma di PISCINA"...(come dice la direzione del Museo di Auschwitz 1)... NECESSARIO per la stipula di CONTRATTI di ASSICURAZIONE contro gli incendi , contratti ,si dice, stipulati tra compagnie di assicurazione e il Comando SS.
- Il cartello nei pressi della piscina di Auschwitz che la indica come "fire brigade reservoir", cliccare per ingrandire
Tali "contratti" sarebbero disponibili alla lettura perchè presenti nell'archivio del
Museo...si dimentica (che strano,vero?) di dare i riferimenti d'archivio necessari alla VERIFICA!
Questo lo stato dell'arte (disperazione) della propaganda STERMINAZIONISTA!
A proposito di Lager e Piscine ci viene segnalato da un lettore del blog un preciso riferimento datato 1936, quindi in epoca non sospetta di "linguaggio cifrato" o di "camuffamento", un "rapporto"di un ufficiale della "Pubblica Sicurezza" italiana che riportiamo in testo.
In chiusura di questo "cappello"si può, SOLO, notare che l'idea della piscina all'interno dei luoghi di pena è datato almeno 8 anni prima della realizzazione della piscina di Auschwitz-1.
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di Pan Daemonium
Nella foto la lettera riportata nel libro, pag.553, cliccare per ingrandire
Salve, vorrei informarla che esiste una lettera di Tommaso Petrillo, Commissario Capo di Pubblica Sicurezza del Regime Fascista, del 3 aprile 1936 - anno XIV, rivolta al Capo della Polizia [presuppongo Arturo Bocchini] in cui si parla di una visita del giorno 2 al Konzentrationslager di Dachau.
Il Commissario Capo spiega come ha trovato la situazione riguardo a detenuti e accenna ad una biblioteca e ad una piscina.
La lettera in toto si trova come Documento 15 nel libro "Storia degli ebrei italiani sotto il Fascismo" di Renzo De Felice.
- Scansione della pagina in cui c'è il riferimento al Documento 15, è l'ultima nota in basso. Cliccare per ingrandire
È interessante, perché è una lettera tra Ufficiali Fascisti, di conseguenza scevra da qualsiasi "propaganda" che potrebbe migliorare la vera situazione di Dachau, come potrebbe obiettare uno sterminazionista.
(...)
(testo della lettera)
Milano, lì 3 aprile 1936-XIV
A Sua Eccellenza il Capo della Polizia.
ROMA
Oggetto: Visita al Campo tedesco di Concentramento di Dachau.
Ho l’onore di riferire a V. E. circa la visita fatta al Campo di Concentramento tedesco di Dachau il giorno 2 corrente.
Il Campo trovasi a 18 chilometri da Monaco, in località campestre, pianeggiante, circondato da un alto muro di cinta.
- Parte della lettera, cliccare per ingrandire
Comprende 1800 confinati circa, di cui oltre due terzi politici ed il resto comuni.
Nel Campo sono costruite varie baracche, ad opportuna distanza una dall’altra, adibite ad alloggio dei confinati, i quali sono divisi a seconda della loro qualifica: i politici dai comuni, gli omosessuali dagli altri, e così pure gli ebrei che hanno stuprato ragazze cristiane.
Tale divisione però non può essere completamente assicurata, né i contatti evitati, perché i confinati sono obbligati a lavorare alcune ore del giorno, e, in sede di lavoro vengono convogliati e divisi a seconda delle capacità professionali: falegnami, calzolai, meccanici, muratori, giardinieri. Gli intellettuali vengono adibiti, possibilmente a lavori d’ufficio.
Notevole tra i laboratori esistenti nel Campo, una grandissima e bene attrezzata falegnameria, dove sono state costruite, dai confinati stessi, quasi tutte le porte, gli infissi ed altri accessori della grande e modernissima Caserma recentemente edificata nel Campo stesso, destinata ad alloggio della truppa SS cui è affidata la vigilanza dei confinati.
Alla Caserma si può accedere anche da ingresso diverso da quello del Campo.
I confinati vengono destinati al Campo a tempo indeterminato; vengono liberati dopo un congruo periodo, a seconda della condotta mantenuta, e sentito il parere del comandante il concentramento (un ufficiale superiore delle SS) ed il Capo della Polizia di Monaco.
Non ricevono alcuna paga od assegno dallo Stato, che provvede solo al loro mantenimento, che è abbastanza buono, a giudicare dalla qualità della minestra che veniva distribuita durante la nostra visita (una abbondante scodella di zuppa con patate, pane e carne tagliuzzata), dall’aspetto fisico dei confinati, in buona nutrizione, e dai pochissimi ricoverati all’infermeria, meno di una diecina su 1800 presenti al Campo.
La vigilanza e la disciplina del Campo, come già accennato, viene mantenuta da reparti di truppa delle SS, armati di fucili e fucili-mitragliatrici. In alcune torrette, sopraelevate di qualche metro dal livello del Campo, sono piazzate delle mitragliatrici pronte ad essere azionate dal personale di guardia della torretta stessa, in qualsiasi istante ve ne fosse bisogno. Le armi sono orientate opportunamente in modo da battere con fuoco incrociato ogni punto del Campo e reprimere qualsiasi tentativo di rivolta.
Concorre ad allontanare ogni velleità di diserzione del Campo, nelle ore notturne, un reticolato in filo spinato, che si sviluppa parallelamente al muro di cinta, all’intero, e nel quale viene fatta passare, durante la notte, la corrente elettrica.
È notevole la disciplina che manifestano i confinati, i quali rivelano, anche in questo speciale regime di vita, le caratteristiche ed il temperamento della razza. Vederli marciare, allorché dalle singole baracche si recano al lavoro, o semplicemente alle cucine per ritirare la razione vitto, si direbbe che sono dei reparti di truppa inquadrati.
Da rilevare anche una specie di gerarchia costituita tra i confinati.
Difatti è un confinato preposto all’ordine più immediato della baracca ed è egli stesso che comunica le novità al sottufficiale od ufficiale delle SS che si presenta per la ispezione.
I confinati non possono uscire dal campo per nessun motivo, né possono ricevere visite.
Caratteristiche sono delle strisce rosse a vernice che ogni confinato porta sul tergo della giacca ed ai lati esterni dei pantaloni, all’altezza della coscia: sono evidentemente dei segni per distinguerli a distanza e per non confonderli coi militari adibiti alla vigilanza.
Nel Campo vi è pure uno spaccio viveri, ove i confinati che abbiano mezzi, possono acquistare commestibili, entro limiti ben definiti, che ne fissano il quantitativo.
Vi è pure una biblioteca ove si possono richiedere libri in lettura e qualche giornale consentito.
Vi è infine, nel Campo, una grande piscina, dove, i confinati si bagnano durante l’estate.
In occasione delle elezioni germaniche, che hanno avuto luogo il 29 scorso mese, fu consentito ai confinati politici del Campo di Dachau di esprimere il loro voto: a quelli comuni fu vietato. Su 1300 votanti circa, 1269 risposero sì; quattro schede risultarono nulle, gli altri risposero no.
I dirigenti del Campo hanno sottolineato il particolare dei voti contrari, sia pure in una percentuale trascurabile, affermando che tali votanti dovevano ricercarsi tra l’elemento ebreo: libertà di voto in regime di confino.
Con osservanza
Il Commissario Capo di P.[ubblica] S.[icurezza, ndr]
TOMMASO PETRILLO
Fonte:
ACS, Min. Int., Dir. Gen. di P. S., Segreteria del capo della polizia, fasc. Visita del Capo della Polizia in Germania (1936).
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ACS = Archivio Centrale dello Stato.
Nel testo, infatti, si parla della visita di Bocchini in Germania. La visita e l’incontro con Himmler portò alla stesura di un accordo fra le due forze di Polizia. La lettera su Dachau è presente in questo fascicolo dal titolo Visita del Capo della Polizia in Germania (1936), ma in esso ci sono anche altri documenti riguardanti la visita e gli incontri fra i due Ufficiali.
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Si ringrazia "Pan Daemonium" per la preziosa segnalazione/collaborazione. Olodogma
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Author(s): | Olodogma |
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Published: | 2013-08-09 |
First posted on CODOH: | Oct. 3, 2017, 12:25 p.m. |
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