lerner gad, Eric Hobsbawm «Tra studiosi...leciti disaccordo e discussione sul numero delle vittime e... il "gas Ziklon B"» (sic)

Published: 2015-03-22

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hobsbawm eric john ernest

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(...) Nella lectio magistralis tenuta lunedì a Torino dove ha ricevuto la laurea honoris causa insieme a Carlo Lizzani e Eugenio Scalfari, Eric J. Hobsbawm si è soffermato sul processo Irving per rivendicare il diritto-dovere dello storico a porsi anche le domande più scabrose, pur di fronte a eventi che ancora turbano le nostre coscienze e stanno alla base dei nostri schieramenti politici.

Tra studiosi, sostiene Hobsbawm, sono leciti il disaccordo e la discussione anche sul numero delle vittime, o sulla natura e l'estensione dell'uso del gas Ziklon B.

Neppure il mancato ritrovamento di un ordine scritto di Hitler a proposito della "soluzione finale" potrà essere liquidato come argomento tabù, benché ad avanzarlo sia uno storico filonazista come David Irving. Guai, anzi, se lasciassimo a personaggi della fatta di Irving il monopolio sulla ricerca intorno agli interrogativi tuttora aperti e controversi: lo studioso deve poter agire liberamente sul delicatissimo crinale che al tempo stesso unisce e separa giudizio politico e giudizio storico.

Del resto, come scrive lo stesso Hobsbawm a pagina 59 nel suo celebre "Il secolo breve" edito da Rizzoli, "forse che l'orrore dell'olocausto si attenuerebbe se gli storici concludessero che furono sterminate non sei milioni di persone (questa è la rozza stima originariaquasi certamente esagerata), ma solo cinque o quattro?". E quanto agli inverosimili dubbi sulle responsabilità del dittatore nazista nella pianificazione del massacro, sempre Hobsbawm ricorda a pagina 52: "Hitler non era uomo da documentare le proprie decisioni".

Insomma, la lezione torinese del grande storico marxista può forse imbarazzarci per la delicatezza dello esempio prescelto, ma non merita assolutamente l'accusa di ambiguità con cui la liquidava sull'Unità di ieri Bruno Gravagnuolo. Al contrario, Hobsbawm ci ha proposto un discrimine prezioso fra la necessaria libertà della ricerca storiografica e la sua ideologizzazione strumentale, oggi per lo più di natura revisionistica. Qui non è in gioco la passione militante nell'interpretazione della storia...Semmai è vero che l'autore del "Secolo breve" attribuisce nel suo monumentale lavoro un rilievo singolarmente ridotto al genocidio nazista, così come è vero che altrove egli ha polemizzato contro l'uso politico dell'olocausto da parte di Israele. Si può dissentire, ma resta la questione posta da Hobsbawm: lo studioso deve indagare oltre la sacralità della memoria.(...) (Fonte lerner gad, La Repubblica del 31 marzo 2000, http://www.repubblica.it/online/mondo/irving/lerner/lerner.html )


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Author(s): Olodogma
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Published: 2015-03-22
First posted on CODOH: Dec. 3, 2018, 5:28 a.m.
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