Clima da rissa alla comunità ebraica di Roma, intolleranza e squadrismo scissione in vista?
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La decisione di postare questo trittico di articoli è dovuta alla presenza di questa frase..."non c’erano oratori neonazisti, negazionisti o rappresentanti di altre idee aberranti, la cui presenza sarebbe stata giustamente vista come una provocazione inaccettabile"... resta incomprensibile ciò che avrebbe spinto un revisionista a partecipare ad un dibattito su un tema come "Sinistra e Israele. La frontiera morale dell’Occidente"! ...
Per noi la "sinistra" resta esattamente definita dall'ebreo atzmon gilad ... "Auschwitz è l’ultima barricata della sinistra (parlamentare)…dal momento che essa è politicamente dipendente dall’immagine dell’ebreo come vittima innocente, la politica dominante della sinistra europea non potrà mai sostenere pienamente la causa palestinese.
Auschwitz è diventato il simbolo del legame tra la sinistra parlamentare europea e la destra espansionista americana”…Olodogma
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Clima da rissa alla Comunità ebraica di Roma, scissione in vista?
Scritto da Andrea Mollica , mercoledì, 15 gennaio 2014
La Comunità ebraica di Roma ha organizzato ieri sera un dibattito sul libro “La Sinistra ed Israele”, moderato da Lucia Annunziata, a cui hanno partecipato Emanuele Fiano, deputato del Pd, e il direttore di “Limes” Lucio Caracciolo. La serata è stata caratterizzata dalla forte contestazione di alcuni esponenti della Comunità ebraica, sostenitori del presidente Pacifici. Alcuni testimoni lamentano episodi al limite dell’aggressione fisica, portati nei confronti di chi esponeva una tesi diversa rispetto alla loro, prevalente all’interno della stessa Comunità Ebraica. Uno dei storici leader dell’anima progressista dell’ebraismo romano, Giorgio Gomel, non ha potuto neppure parlare. In sala è comparso uno striscione, “Torna a Gaza, Giorgio”, che ha cristallizzato il clima minaccioso dell’intera serata.
Anche il giovane rappresentante del Partito Democratico di Roma, Tobia Zevi, non ha potuto intervenire, in seguito alle contestazioni subite da alcuni presenti in sala. Gomel e lo stesso Zevi sono dovuti uscire dalla sala sotto la protezione della polizia, intervenuta per calmare una situazione degenerata sin dall’inizio. Il clima di accesa contrapposizione, da alcuni testimoni lamentato come violento, è stato tale che lo stesso Lucio Caracciolo non ha potuto concludere il suo intervento. La moderatrice Lucia Annunziata ha preferito chiudere il dibattito dopo che la tensione è esplosa in sala. Alcuni esponenti della Comunità ebraica di Roma danno la responsabilità di quanto accaduto al presidente Riccardo Pacifici, che avrebbe fomentato il clima di contrapposizione. Così cita la testimonianza di uno dei presenti all’incontro di ieri sera: “ I suoi fedelissimi non hanno fatto che interpretare nel modo previsto e voluto il suo ipocrita “appello alla non-violenza” in cui sottolineava: “Voglio continuare a detestare sia Tobia che Gomel forte delle nostre idee e delle nostre ragioni, che storicamente siamo sempre stati più bravi di loro ad esporre in ogni sede” e prevedeva (meglio: suggeriva):“Sono certo che ci saranno contestazioni”.
Lo scontro aperto, neanche troppo letterale, svoltosi ieri potrebbe segnare l’inizio di una scissione all’interno della Comunità ebraica della capitale, la più grande del nostro paese. L’anima progressista dell’ebraismo romano, vista l’intolleranza subita a più riprese, potrebbe formare una nuova Beit Hillel, una Keillah per ora piccola, ma plurale, che ha un lato religioso – un rabbino, regolare funzioni – con il proposito di organizzare anche attività culturali. Una nuova struttura che però potrà nascere solo dopo un atto di dissociazione collettivo rispetto all’attuale organizzazione dell’ebraismo di Roma. (Fonte: http://www.gadlerner.it/2014/01/15/clima-da-rissa-alla-comunita-ebraica-di-roma-scissione-in-vista)
__________________L'intervento di lerner gad__________________
Intolleranza e squadrismo che deturpano i valori dell’ebraismo
scritto da Gad ,mercoledì, 15 gennaio 2014

Sono passate ormai quasi 24 ore dal grave episodio di intolleranza e squadrismo che ha funestato ieri sera un incontro pubblico di presentazione di un libro in una sede della Comunità ebraica romana e non mi risulta che in merito sia giunta una netta condanna nè dal suo presidente Riccardo Pacifici nè dal presidente nazionale dell’Ucei, Renzo Gattegna. Mi auguro che essi vogliano colmare al più presto questa lacuna rendendosi conto del pericolo incombente. Chi si accanisce contro il portavoce dell’associazione europea JCall, Giorgio Gomel, così come in passato su Moni Ovadia, giungendo a togliergli la parola e a minacciarlo fisicamente, deturpa i valori fondamentali dell’ebraismo. Troppo a lungo sono stati tollerati, se non incoraggiati. La reticenza, quando non la complicità dei rappresentanti delle istituzioni comunitarie, ha finito per incoraggiare chi rifiuta il confronto. Personalmente tale incapacità di svolgere la propria missione di testimonianza mi aveva già indotto alla dolorosa decisione di uscire silenziosamente dalla Comunità ebraica di Milano cui ero iscritto da oltre mezzo secolo. Lo stesso ha fatto di recente una figura autorevole della cultura ebraica italiana come Moni Ovadia.
- Futuro "terrorista" palestiinese al fosforo bianco, ricetta sionista. Gaza 2009
Per fortuna resto iscritto alla piccola, ma vivace e tollerante Comunità di Casale Monferrato, mantenendo così un legame con un ambiente in cui troppi si ergono a buttafuori. So che ora Pacifici minaccia querele perchè non era presente all’incontro, organizzato dalla associazione Hans Jonas e da JCall. Ulteriore precisazione: il povero Gomel è stato portato in salvo da militanti del servizio d’ordine della Comunità ebraica, e non da agenti di polizia che pure erano presenti e sono intervenuti a tutela di Lucio Caracciolo. Ma queste sono quisquilie, al cospetto della gravità di quanto accaduto.
Temo che se i rappresentanti delle istituzioni non interverranno per tempo, altri saranno indotti ad andarsene. E sarà una sconfitta per tutti. (Fonte http://www.gadlerner.it/2014/01/15/intolleranza-e-squadrismo-che-deturpano-i-valori-dellebraismo )
_____________dice pacifici riccardo_____________
Diffido Lerner, non devo giustificare nulla
Mercoledì, 15 Gennaio 2014 17:30
Adnkronos
- Forze dell'ordine ebraico-sionista in Palestina.Gaza 2009
Roma, 15 gen. - (Adnkronos) - "Dica a Gad Lerner che si andasse a vedere i miei appelli sulla serata. Non devo giustificare nulla. Lo diffido, perche' non puo' mentire sapendo di mentire: sa bene qual era la mia posizione sulla serata, se lo facesse dire anche da Tobia Zevi. Forse le responsabilita' sono di altri". Cosi' all'Adnkronos il presidente della Comunita' ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, commenta il post pubblicato sul blog di Gad Lerner dal titolo 'Clima da rissa alla Comunita' ebraica di Roma, scissione in vista?'.
"Non fornisco la mia versione dei fatti, perche' non ero presente alla serata", chiarisce Pacifici, che però alla ricostruzione di Lerner non ci sta.(http://www.notiziarioitaliano.it/index.php/367118-ebrei-pacifici-clima-da-rissa-diffido-lerner-non-devo-giustificare-nulla)
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No, il dibattito no!
15 gennaio 2014 | redazione di Adriano Gizzi e Daniela Mazzarella
- Click per ingrandire
Il 14 gennaio scorso, presso il Jewish Community Center di via Balbo a Roma, si sarebbe dovuto tenere un dibattito in occasione della presentazione del libro di Fabio Nicolucci Sinistra e Israele. La frontiera morale dell’Occidente. Come si leggeva chiaramente nella locandina che pubblicizzava l’incontro (che anche Confronti ha contribuito a diffondere) erano previsti gli interventi di Lucio Caracciolo (direttore di Limes), Emanuele Fiano (deputato del Pd e segretario di Sinistra per Israele), Lucia Annunziata (direttrice Huffington Post Italia), Tobia Zevi (dell’associazione di cultura ebraica Hans Jonas), Giorgio Gomel (rappresentante di JCall Italia, il gruppo italiano del movimento «European jewish call for reason», nonché collaboratore del nostro mensile) e naturalmente dell’autore del libro. Abbiamo scritto «si sarebbe dovuto», perché in realtà un vero dibattito non c’è stato. La sala era strapiena e almeno 150 persone erano lì per ascoltare civilmente e democraticamente le opinioni di tutti i relatori, ma un gruppo organizzato (una trentina di persone) ha deciso che non potessero prendere la parola né Gomel né Zevi, che tra l’altro erano proprio gli organizzatori della presentazione. Fin dall’inizio, si è avvertito un clima di forte tensione che è andato via via crescendo durante tutta la serata, con interruzioni continue e aggressioni verbali. Nel corso della presentazione, ma anche nella mezz’ora successiva, si è sfiorata più volte la rissa. Alcune aggressioni fisiche pesanti sono state fortunatamente soffocate sul nascere o prima che degenerassero, ma non sono mancati spintoni, strattonamenti e anche qualcosa di peggio. Il gruppo che contestava con maggiore energia ha anche srotolato uno striscione con su scritto «Torna a Gaza, Giorgio» (corredato dalla foto di un cane «Lassie»).
- La foto simbolo della "insurrezione".A fianco le vittime trasformatesi in carnefici
L’accusa – non nuova – nei confronti di Gomel è di «stare dalla parte del nemico», di non difendere il popolo ebraico che vive in Israele e nei Territori occupati. Va dato atto a Lucia Annunziata, che aveva il compito di moderare la serata, di aver fatto il possibile per calmare gli animi, usando una certa dose di «diplomazia». Lascia perplessi, però, la scelta di proseguire comunque la presentazione tra le contestazioni e gli urli quasi continui, accettando come fatto ineluttabile l’esclusione di due oratori. Forse è stato saggio non insistere affinché parlassero a tutti i costi, perché altrimenti questo avrebbe potuto provocare uno scontro fisico ancora più grave. Però magari ci si poteva aspettare, da parte degli altri oratori, una maggiore solidarietà nei confronti dei loro «colleghi». Forse qualcuno avrebbe potuto dire:
«Se impedite di parlare a questi due oratori, allora il dibattito non è più democratico e quindi anche io mi rifiuto di parlare». Ma nessuno lo ha detto. Nessuno ha pensato di dire, per esempio, «o parlano tutti liberamente o non parla nessuno». A un certo punto Lucia Annunziata ha fatto capire di non essere più disposta a sopportare quel clima e sembrava stesse per andarsene, ma invece poi ha continuato a moderare fino alla fine. Naturalmente, hanno potuto parlare (come è giusto che sia) anche alcuni contestatori, esponendo le loro legittime critiche. A differenza di Gomel e Zevi, Caracciolo bene o male è riuscito a parlare, ma venendo interrotto spesso da contestazioni molto dure e decisamente intimidatorie. Senza voler entrare nel merito delle questioni di cui si «dibatteva», pensiamo che sia inaccettabile che venga tolta la parola in modo violento a due persone che erano lì per esporre le proprie tesi in modo civile e pacifico. Non è tollerabile, poi, che passi sotto silenzio un episodio di questa gravità. La stragrande maggioranza del pubblico era costituita da persone appartenenti alla comunità ebraica romana, venute lì per assistere civilmente a uno scambio di opinioni tutte ampiamente all’interno del «recinto» delle idee accettabili: non c’erano oratori neonazisti, negazionisti o rappresentanti di altre idee aberranti, la cui presenza sarebbe stata giustamente vista come una provocazione inaccettabile. Gli oratori a cui è stato impedito di parlare appartengono entrambi alla comunità ebraica e non sono certamente fra coloro che vogliono mettere in pericolo la sicurezza di Israele. Le contestazioni pacifiche sono accettabili, togliere la parola con le minacce non lo è. (Fonte originale confronti.net, copia da http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?ID=2014011517183481)
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Author(s): | Olodogma |
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Published: | 2014-01-16 |
First posted on CODOH: | Feb. 16, 2018, 3:37 p.m. |
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