Mistificazioni sterminazioniste sulla portata dei ventilatori del Leichenkeller 1

Published: 2016-03-19

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Presentazione
Articolo N°8 de I Carolingi, praticamente una appendice dell'art-7 che è consultabile qui. Nel post che segue viene messo in evidenza il tentativo dello sterminazionismo d'alto bordo di spacciare per un dato di fatto il "cambiamento" di portata dei ventilatori di aerazione e disaerazione  della camera mortuaria, la pretesa "camera a gas", dei crematori IIe III di Auschwitz-Birkenau. Mal gliene incolse! Olodogma

Mistificazioni sterminazioniste
sulla portata dei ventilatori del Leichenkeller 1

 

 

 

 

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Immagine-1, FT. Copertine del libro di Carlo Mattogno the end of a legend, fine di una leggenda. Click...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Robert Jan van Pelt, il nuovo astro auschwitziano del firmamento sterminazionista, fu chiamato da Deborah Lipstadt e lo staff di Penguin Books come consulente al processo che lo storico inglese David Irving intentò per diffamazione contro di loro e che si svolse all'inizio del 2000. Van Pelt presentò una perizia su Auschwitz che fu da lui successivamente rielaborata e pubblicata come “The Case for Auschwitz. Evidence from the Irving Trial” (Indiana University Press, 2002).
In questo libro egli si addentra nel tema della ventilazione delle “camere a gas”:

«Richard Green e Jamie McCarthy hanno comunque mostrato che il sistema di ventilazione dei crematori poteva eliminare rapidamente il gas. Le camere a gas dei crematori 2 e 3 erano lunghe 30 metri, larghe 7 e alte 2,4, da cui risulta un volume di 504 mc. Erano equipaggiate entrambe con un sistema di ventilazione con ventilatori aspiranti e prementi capaci di movimentare 8000 mc [di aria] all'ora attraverso il locale» (p. 365).

 Ma da che cosa risulta questa presunta portata di 8000 mc/h?
Nella relativa nota (129 a p. 532), van Pelt fa riferimento a «Pressc with van Pelt, “The Machinery of Mass Murder at Auschwitz,” 210».
Questo saggio è contenuto nell'opera di autori vari “Anatomy of the Auschwitz Death Camp” (Indiana University Press, 1994). A p. 210 leggiamo queste frasi:

«A metà marzo [1942], Bischoff ricevette nuovi calcoli da Schultze. Dopo aver riveduto i numeri originari, egli aveva deciso che fosse meglio accrescere la capacità totale del sistema di ventilazione del nuovo crematorio, che ora doveva essere costruito a Birkenau, da 32000 a 45000 mc all'ora. Il locale più interessato da ciò era il B.Keller, che doveva ricevere un sistema capace di aerare e disaerare 8000 mc/h invece di 4800, un incremento del 66%. Bischoff accettò la nuova proposta di Schultze il 2 aprile».

La nota successiva (n. 70) non dà però conto del preteso incremento di portata, ma riguarda esclusivamente la lettera che il capo della Zentralbauleitung, Bischoff, scrisse alla Topf il 2 aprile. In questo documento non è affatto questione di portata; Bischoff vi allegò una serie di piante modificate del crematorio, precisando:

«Nelle piante è disegnato l'andamento [da Voi] desiderato dei canali di aerazione e disaerazione. Si prega, in caso di rielaborazione o modifica del Vostro progetto secondo il disegno D 59366, di adattarlo per quanto possibile all'andamento dei canali disegnati nelle nostre piante. L'aerazione e disaerazione dev'essere portata oltre il tetto in forma di camini in muratura».

 

 

 

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Immagine-2,FT. SS-Sturmbannfuehrer Karl Bischoff. Click...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Questa lettera riconferma il fatto, da noi più volte evidenziato, che Schultze il 10 marzo 1942, quando elaborò il progetto del sistema di ventilazione del nuovo crematorio, non disponeva di elementi concreti per dimensionare la potenza dei motori, non conoscendo né l'andamento, né la lunghezza, né la sezione dei canali di ventilazione, né la struttura dei camini.

(Aggiornamento del 31.03.16) La pianta del 10 marzo 1942 era un disegno della ditta Topf elaborato sulla base delle piante della Bauleitung n. 932, 933, 936, 1173, 1174, che furono redatte tra il 15 e il 28 gennaio 1942 (Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, New York 1989, pp. 268-285). All'epoca il nuovo crematorio, quantunque fosse previsto per il campo di Birkenau, che avrebbe dovuto alloggiare, secondo i progetti delle SS, 120000 prigionieri di guerra sovietici, doveva sorgere nel campo principale, in prossimità del vecchio crematorio (il crematorio I). In base a questo progetto, le camere mortuarie sarebbero state completamente interrate. Solo il 27 febbraio 1942 fu ratificata la decisione di collocare il nuovo crematorio a Birkenau (dove, a causa dell'alta falda freatica, le camere mortuarie furono solo parzialmente interrate).

Va da sé che il 4 novembre 1941, quando Schultze elaborò il preventivo di costo degli impianti di ventilazione del crematorio, questi disegni ancora non esistevano, di conseguenza egli non conosceva sezione, lunghezza e andamento dei condotti di ventilazione e non poteva dimensionare correttamente la potenza dei motori di tutti i ventilatori.

Non sarà inutile ripetere che la fantasiosa spiegazione alla quale gli Holocaust Cretins si sono pervicacemente aggrappati, che cioè l'aumento della potenza di tutti i ventilatori corrispondeva ad una precisa richiesta del capo della Zentralbauleitung, Bischoff, in funzione criminale (perché voleva trasformare il crematorio in uno strumento di sterminio munito di una “camera a gas”) è platealmente contraddetta dai due cardini occidentali della storiografia sterminazionistica su Auschwitz. Pressac ha scritto che Himmler aveva comunicato al comandante Höss la scelta di rendere Auschwitz «un centro per l'annientamento di massa degli ebrei» all'inizio del giugno 1942 (“Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945”. Feltrinelli 1994, p. 51). Van Pelt afferma che ciò avvenne nel luglio 1942, quando «Himmler visitò Auschwitz e ordinò che il campo divenisse un importante anello nella cosiddetta Soluzione Finale della Questione Ebraica» (The Case for Auschwitz, p. 352).

Per Pressac e van Pelt nel marzo 1942 né Bischoff, né Höss, né Himmler pensavano a uno sterminio in massa di Ebrei ad Auschwitz, quindi la pianta del 10 marzo 1942 del nuovo crematorio non poteva avere alcuna finalità criminale. (Fine aggiornamento del 31.03.16)

Dando ad intendere che la portata di 8000 mc/h sia attestata da un qualche documento, van Pelt e Pressac commettono una palese e deprecabile mistificazione.

Essi non si chiedono neppure perché la portata degli impianti di ventilazione sarebbe stata accresciuta e il fatto curioso è che ciò, nel loro orizzonte argomentativo, sarebbe comunque al di fuori di qualunque logica di sterminio. Scrivono infatti (una ulteriore mazzata alle fisime dell'HolocaustCretin) che

«alla fine di ottobre 1942, la Zentralbauleitung cominciò a considerare di trasferire le gassazioni dai bunker 1 e 2 a un locale in un crematorio. Essa chiese urgentemente alla Topf di spedire tutte le piante dei sistemi di ventilazione progettati» (p. 223).

Un'altra patetica mistificazione! Il documento da essi citato (Oswiecim, BW 30/34, 96 /p. 244, nota 104) è una lettera della Topf alla Zentralbauleitung datata 28 ottobre 1942 alla quale la Topf allegò:

1) il disegno D 59394 concernente i forni (sic) II e III di Birkenau,

2) il disegno D 58052 «riguardante l'impianto di disaerazione che dev'essere ancora montato da noi per l'impianto di forni da noi già consegnato nel vecchio crematorio I KL» (la frase in corsivo è scritta a penna).

Dunque l'unico impianto di ventilazione menzionato concerneva il crematorio I!

È chiaro che van Pelt e Pressac giocano sugli equivoci, dando ad intendere che la Zentralbauleitung avesse chiesto i disegni degli impianti di ventilazione del Leichenkeller 1 in vista della sua trasformazione in “camera a gas”. Il rimando all' “urgenza” è oltremodo risibile, perché la richiesta della Zentralbauleitung, che non si è conservata, ma la cui data è menzionata nella risposta, risale al 22 ottobre e la Topf rispose il 28, quasi una settimana dopo!

In “Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945” (Feltrinelli 1994) Pressac ha elargito altri particolari su questo argomento:

«A fine ottobre 1942 si impose l'idea, tutto sommato evidente, di trasferire l'attività “col gas” dei Bunker 1 e 2 in un locale di crematorio, dotato di una ventilazione artificiale, come si era praticato nel dicembre 1941 nell'obitorio del crematorio I. La Bauleitung chiese allora alla Topf di inviarle d'urgenza [!], di nuovo, tutti i progetti delle ventilazioni che doveva installare, progetti che la Bauleitung possedeva già nei suoi archivi. Una settimana dopo arrivava il piano d'insieme per l'installazione di aerazione e disaerazione del crematorio II, valido anche per il III, e il progetto definitivo del crematorio I, materiale ricevuto in aprile e mai montato» (p. 70).

In questa citazione, Pressac prende dalla lettera succitata del 28 ottobre 1942 la data della richiesta della Zentralabuleitung (22 ottobre), poi invoca surrettiziamente e senza riferimento questa stessa lettera per “documentare” la presunta spedizione da parte della Topf una settimana dopo (recte: sei giorni dopo) del «piano d'insieme per l'installazione di aerazione e disaerazione del crematorio II»!

Questo “piano d'insieme” è di conseguenza pura fantasia!

Riprendiamo la narrazione di van Pelt nel suo The Case for Auschwitz.

«In altre parole, il sistema era capace di produrre 8000 : 504 = 15,8 ricambi d'aria all'ora». Egli si chiede poi se questa portata sarebbe stata sufficiente a rinnovare l'aria delle “camere a gas” in tempi rapidi senza che vi fossero rischi di intossicazione per il personale e fa ricorso a una formula tratta da un sito web, grazie alla quale effettua dei calcoli che poi espone in due tabelle. La formula serve a calcolare la concentrazione residua di HCN (acido cianidrico), in funzione della concentrazione iniziale, del tempo di ventilazione e del numero orario dei ricambi d'aria.

La prima tabella presuppone una concentrazione iniziale di 1000 ppm (parti per milione), la seconda di 10000 ppm. Van Pelt conclude:

«naturalmente le SS non si curavano delle norme di sicurezza, perché non si curavano della salute dei lavoratori schiavi [ma essi erano sorvegliati a vista da SS!]. Ma anche in tale evenienza, è chiaro che con una concentrazione iniziale di HCN di 1000 ppm sarebbe stato sicuro entrare nella camera a gas dopo 30 minuti di ventilazione e, con una concentrazione di 10000 ppm, si sarebbero dovuti attendere altri 10 minuti» (p. 366 e 367).

I calcoli di van Pelt sono completamente sballati, perché hanno a fondamento il presupposto fittizio che la portata del ventilatore aspirante fosse di 8000 mc/h invece di 4800.

1 ppm equivale a 0,0012 g/mc, 10000 ppm corrispondono a 12 g/mc; se ci si attiene alle testimonianze (e non si può fare diversamente), è quest'ultima che va considerata la concentrazione più vicina a quella “normale”; Pressac stesso ha sempre parlato di 4 barattoli di Zyklon B da 1,5 kg (Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, New York 1989, p. 22); in Le macchine dello sterminio ha anche esplicitamente affermato che un simile quantitativo rappresentava «una concentrazione di circa 20 g di acido cianidrico per m3» (p. 84 e 134)

Sul tema della ventilazione delle “camere a gas” dei crematori II e III di Birkenau gli storici sterminazionisti hanno dunque propalato solamente vuote ciance e mistificazioni.

Nessuno ha dimostrato documentariamente la fola dell'aumento della portata dei ventilatori da 4800 a 8000 mc/h e nessuno ha tentato di giustificarla in qualche modo. Si tratta di una pura e semplice affermazione dogmatica.

Ad ulteriore conferma di quanto sopra, riportiamo un brano della risposta di Carlo Mattogno a Francesco Rotondi che rivela altre mistificazioni sterminazioniste su questo argomento.

La discussione comincia dall'articolo di Richard Green e Jamie McCarthy menzionato da van Pelt all'inizio del suo testo che abbiamo citato sopra: Chemistry is not the science; all'epoca quest'articolo, ora inaccessibile, si trovava nel sito Holocaust-History.

Tralasciamo le note, che, chi è interessato, può trovare qui.

(…) <<Il copyright è del 1999, ma l’ultima revisione dell’articolo risale al 28 luglio 2000. [...]. I due autori scrivono a proposito dei crematori II e III di Birkenau:

«Le camere a gas erano lunghe 30 metri e larghe 7: 210 metri quadrati. Esse erano alte m 2,40, per un volume di 504 metri cubi. Queste stesse camere avevano un sistema di ventilazione con ventilatori aspiranti e prementi, capaci di ricircolare 8.000 metri cubi [d’aria] all’ora nel locale. A ciò ci si riferisce normalmente come 8.000 : 504 = 15,8 “ricambi d’aria all’ora”.
Si noti che il negazionista Carlo Mattogno ha travisato [misrepresented] queste cifre nel suo studio Auschwitz: The End of a Legend» [Versione americana di Auschwitz. Fine di una leggenda.1994].

Nella nota 41 i due autori aggiungono:

«Mattogno, Carlo, Auschwitz: The End of a Legend, Newport Beach: IHR, 1994, pp. 60-62. Disponibile in traduzione tedesca col titolo Auschwitz: das Ende einer Legendehttp://www.codoh. com/inter/intnackt/intnackausch3.html.

Mattogno travisa [misrepresents] la capacità di ventilazione progettata che a un certo punto fu progettata, come se fosse vera:

“Di conseguenza, per la presunta camera a gas omicida le SS avevano previsto (4.800 : 506 =) 9,48 ricambi d’aria all’ora, mentre per il presunto spogliatoio (10.000 : 902,7 =) 11 ricambi d’aria all’ora: dunque la camera a gas era meno ventilata dello spogliatoio!”.

Tuttavia egli è almeno abbastanza onesto [troppa grazia!] da precisare (due pagine prima) che si sarebbe finito con l’adottare una capacità più grande:

“J.C. Pressac afferma che il Leichenkeller 1 dei crematori II e III fu effettivamente equipaggiato con ventilatori con portata di 8.000 m3/h d’aria (p. 74 e 118) e menziona perfino la fattura dell’impianto di ventilazione per il crematorio III: fattura n. 729 del 27 maggio 1943 (p. 105, nota 184)”».

Dunque io sarei un imbecille almeno quanto gli ingegneri e gli architetti della Zentralbauleitung e mi sarei contraddetto così stupidamente! Il fatto è invece che i due autori sono “abbastanza disonesti” da far finta di non capire che io ho semplicemente citato i dati riportati da Pressac a p. 30 del suo libro [versione originale in francese]. Nella pagina seguente ho infatti esposto i dati reali risultanti dai documenti:

«Lo studio degli impianti di ventilazione dei crematori II e III fornisce effettivamente una prova definitiva, la prova che il Leichenkeller non fu trasformato in una camera a gas omicida. Anzitutto, la fattura della Topf n. 729 del 27 maggio 1943 citata da J.C. Pressac prevede per il “B-Raum”, la presunta camera a gas omicida, un ventilatore con portata di 4.800 m3/h, per il “L-Raum”, il presunto spogliatoio, un ventilatore con portata di 10.000 m3/h. Le stesse portate sono indicate nella fattura 171 del 22 febbraio 1943 per il crematorio II».

Se si considera che nell’appendice documentaria del mio libro in questione, anche nell’edizione americana, ho riprodotto in fotocopia il testo completo delle due fatture summenzionate, la n. 729 del 27 maggio e la n. 171 del 22 febbraio 1943, è evidente che Green e McCarthy hanno mentito sapendo di mentire.

 

 

 

 

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Immagine-3, FT. Auschwitz-Birkenau, crematorio III- Topf, fattura n. 171 del 22 febbraio 1943. Click...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ma non basta ancora. Essi aggiungono perfino un piccolo trucco, scrivendo che io menziono «perfino» la fattura n. 729 del 27 maggio 1943 come se da essa risultasse una capacità del ventilatore di 8.000 m3/h!

 

 

 

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Immagine-4, FT. Auschwitz-Birkenau, crematorio III- Topf, fattura n. 729 del 27 maggio 1943. Click...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Non c’è bisogno di spiegare che le due fatture descrivono i macchinari effettivamente forniti dalla ditta Topf, sicché l’obiezione degli autori, oltre che falsa, è anche puerile: la capacità dei ventilatori del Leichenkeller 1 che ho addotto – 4.800 m3/h – è infatti proprio quella finale e reale, risultante da queste due fatture, per ciascuna delle quali la Zentralbauleitung dovette pagare 7.820 RM.

Come ho già accennato, nel suo rapporto elaborato nel 2001 come perizia per il processo di appello Irving-Lipstadt, Richard Green è ritornato sulla questione, scrivendo:

«Il negazionista Carlo Mattogno afferma nel suo studio Auschwitz: The End of a Legend che la capacità di ventilazione è di 4.800 : 506 = 9,48 ricambi d’aria all’ora basandosi su ciò che le SS avevano progettato di adottare all’inizio. Pressac dichiara che, sebbene le SS avessero progettato solo 4.800 m3/h, alla fine installarono una ventilazione con capacità di 8.000 m3/h. John Zimmerman ha recentemente [recently] trovato [riferimento d’archivio] 502-1-327 una fattura della Topf datata 27 maggio 1943 che può [may] riferirsi al crematorio II (tuttavia la prima pagina della sua copia manca, perciò non si può essere sicuri); essa può [may] indicare che 4.800 m3/h è corretto». [Report of Richard J. Green, PHD, all'epoca nel sito Holocaust-History, ora parimenti inaccessibile]

 

 

 

Immagine-6, FT. Auschwitz-Birkenau, crematorio III- Topf, fattura n. 729 del 27 maggio 1943. Click...
Immagine-6, FT. Report of Richard J. Green, PHD, dal sito Holocaust-History, ora inaccessibile portata 8000mc-h. Click...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

L’impudenza di questa gente è veramente illimitata!

Green insiste nella menzogna secondo la quale il mio dato di 4.800 m3/h sarebbe basato «su ciò che le SS avevano progettato di adottare all’inizio», ma introduce un fatto nuovo che dimostra una volta di più la totale malafede di questi olo-propagandisti.

Zimmerman avrebbe trovato «recentemente» (cioè, presumibilmente, dopo il 28 luglio 2000, data dell’ultima revisione dell’articolo menzionato sopra) una sola pagina della fattura n. 729 del 27 maggio 1943 di cui io avevo riprodotto in fotocopia il testo completo nel 1994! Quale abile “ricercatore”!

Aggiungo che il documento in questione, conservato all’Archivio russo di Stato della guerra di Mosca col riferimento 502-1-327, pp. 16 e 16a, consta solo di due pagine, ma la data del 27 maggio 1943 appare soltanto nella prima pagina; perciò se nella copia di Zimmerman manca la prima pagina, come può Green affermare che la fattura è «datata 27 maggio 1943»?

La sua ipotesi che la fattura possa «riferirsi al crematorio II» è volutamente errata, perché essa riguarda in realtà il crematorio III, come del resto avevo scritto chiaramente nel libro summenzionato.

Se è vero che Zimmerman ha trovato questa pagina, Green sarebbe risalito immediatamente alla data semplicemente confrontandola con il documento originale pubblicato da me nel 1994. Ma come avrebbe potuto sbagliare il mio chiaro riferimento al crematorio III?

Queste stranezze, create ad arte per ingarbugliare la questione, portano ad una sola conclusione: il documento «trovato» da Zimmerman non è affatto incompleto. La storia della pagina mancante (con il riferimento al crematorio volutamente errato come alibi), serve evidentemente a mitigare in qualche modo l’ingloriosa marcia indietro del nostro “perito”, spostando il discorso dal piano della certezza a quello della mera probabilità: il documento non “indica” 4.800 m3/h, ma “può” indicare questa capacità! Perciò Mattogno non “ha”, ma “può” avere ragione!

E questi miserabili rappresentano la punta di diamante della critica “scientifica” anti-“negazionista”!>>(...)

Nota di Olodogma
Questo articolo è da considerare parte delle argomentazioni revisioniste sui sistemi di aerazione e disaerazione delle camere mortuarie dei crematori di Auschwitz-Birkenau, pretesamente trasformate in "camere a gas" omicide tramite il preteso primo indizio di incrementazione, mai documentata, della portata dei ventilatori, argomentazioni sviluppate da I Carolingi e da noi pubblicate e raccolte in un apposito archivio, cliccare qui per accedervi.
L'articolo è stato modificato il 31-03-16, dove indicato.

 


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Author(s): Olodogma
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Published: 2016-03-19
First posted on CODOH: Sept. 22, 2019, 1:07 p.m.
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