Modesta proposta per prevenire
MODESTA PROPOSTA PER PREVENIRE
di Gianantonio Valli
Al gestore del sito olodogma e agli autori di repliche e commenti ai vari articoli.
"Complici di dio", di Gianantonio Valli
In quanto autore di numerose analisi storiche comparse su olodogma, riprese da alcune delle mie opere sui più vari aspetti della “questione ebraica”, vi indirizzo qualche considerazione sulle recenti vicende concernenti la questione stormfront. Tale sito è stato da me conosciuto nel settembre 2012 durante la mia polemica con l'ebreo signor Stefano Gatti (1), responsabile dell’Osservatorio sull’Antisemitismo del milanese Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Ho seguito, con quella indignazione che dovrebbe provare ogni persona ben nata, le vicende che hanno portato all’oscuramento di stormfront da parte della polizia postale. Tale censura è stata istigata da autovantati esponenti del Popolo Santo.
Dopo tale inaudito provvedimento liberticida sono stati arrestati quattro giovani commentatori del sito, poi condannati, l’8 Aprile, a quasi tre anni di carcere dopo mesi di cella d’isolamento. Nemmeno si fosse trattato di stupratori di bimbi. La risibile accusa primaria è un vero e proprio monstrum giuridico: associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale con ammennicoli vari e altre idiozie previste dal decreto cosiddetto “Mancino” (genuino e vantato autore, il deputato ebreo repubblicano Enrico Modigliani). Una ”associazione” attuata, da autonomi soggetti, mediante la suddetta attività di critica storico-politica via internet. Una "associazione" che certo, se la logica ha ancora un senso nell’attuale pantano e se si troveranno giudici dotati di un minimo di pudore, cadrà nel processo d’appello. D’altra parte, come è stato ben rilevato nell’articolo 0199 di olodogma, la sentenza di condanna poteva essere, ed è stata, prevista con sicurezza, viste le illustri parti “danneggiate”.
Su Saviano, Pasqua, il goy Alemanno e altra camaraderie per ora non mi pronuncio. Da segnalare invece il notorio Riccardo Pacifici, che per mesi ha preteso una pena esemplare, che fosse cioè di monito per ogni altro nonconforme (orribile, nello scorso anno in Italia, la crescita dell’antisemitismo testimoniata dall’ANSA, con “ben” 18 "episodi", non meglio specificati, il cui monitoraggio/discriminazione sono costati ai contribuenti 300.000 euro versati nelle casse del CDEC). Come avevo scritto a suo tempo a “biomirko” consigliandolo di abbassare i toni delle critiche, i nonconformi al Popolo Santo dovrebbero evitare l’uso di espressioni particolarmente urticanti.
A testimoniare l’oscenità intellettuale e morale nonché il cinismo e la protervia del Gran Libro (Bibbia), come della gran parte degli esponenti del Popolo Santo, basterebbe rifarsi, esponendone i passi con pacatezza documentaria, ai volumi stesi dai loro stessi capataz. E di conseguenza rilevare le innumeri assurdità concettuali e i comportamenti ferini in ogni campo dell’umano agire. Mi auguro quindi, anche per evitare che olodogma, oggi unica vera voce di libertà via internet, incappi in qualche scivolone di cui approfitterebbero i Benemeriti, che i commentatori, auspico esenti da eletti provocatori, mantengano nella polemica sempre toni moderati. Suaviter in modo, fortiter in re.
È d’altra parte ben vero che anche l’agnello della esopica favola era a valle del ruscello. Con la massima stima per Lei e solidarietà per i quattro perseguitati.
Note di Olodogma
1.1) 0061) 16-11-2012 Ventesima lettera del dottor Gianantonio Valli al signor Stefano Gatti
_____↓___________Considerazioni sul futuro: 3 ipotesi____________↓_____
CHE FARE
Giunti alla fine del ciclo aperto nel 1870 con tante speranze dalla resurrezione dell'Europa di Mezzo – leggi: Italia e Germania – e mentre ci si prospetta l'apertura di un'epoca in cui tutti i valori in cui abbiamo creduto diverranno strame, ci chiediamo: Che fare? Per incidere sulla realtà, cioè per compiere un atto politico, ci sono oggi tre, e tre sole, possibilità.
● La prima è scendere nel campo della politica comunemente intesa, entrare in una formazione politica esistente. Fondarne una alternativa è infatti, nell'attuale temperie, impossibile, data la repressione democratica che non si fa pensiero di considerare carta straccia i suoi più preziosi papiri e i suoi più sacri dogmi (vedi il caso Fronte Nazionale in Italia, i più diversi gruppi «rechtsradikal» in Germania, brutalmente estromessi dall'agone politico mediante il carcere). Entrato in un partito del Sistema allo scopo di cambiare il Sistema, due sono le eventualità, per un nemico che non voglia comportarsi da opposizione di Sua Maestà:
1. adeguarsi col tempo, prima o poi, al Sistema, sfiniti e allettati da lusinghe, prebende e ricatti di ogni tipo, venendo con ciò risucchiati nel fango dei Regimi di Occupazione Democratica,
2. persistere duri e puri – peraltro, fino alla successiva tornata elettorale, prima di venire infiltrati e messi al bando – e costituire certo una (unica) voce discordante, ma venendo resi comunque impotenti e dando al Sistema l'alibi di magnificarsi: «Vedete che lasciamo parlare anche i nostri nemici più accaniti, radicali, irriducibili! Questa è la democrazia, libertà anche per loro! Viva il migliore dei mondi!».
● La seconda possibilità è quella terroristica, virile, combattiva, cruenta, il terrorismo mirato alla «colpirne uno per educarne cento», non azione indiscriminata sparando nel mucchio o indirizzandosi contro facili bersagli secondari o terziari come fecero i trucidi rossi degli anni Settanta-Ottanta, ma come i giustizieri antidemocratici dei primi anni Venti in Germania. Eliminando cioè i veri o presunti, maggiori o minori «responsabili» del Sistema. Due conseguenze:
1. chiunque venisse abbattuto, fosse pure «il più potente di tutti»... un Obama, un Rockefeller, un Soros, e non parliamo di scartine come un Hollande, un Napolitano od un Draghi..., il Sistema non solo ne verrebbe turbato in misura minima, ma ricompatterebbe al proprio fianco i buoni borghesi e benpensanti e padri di famiglia... le vittime del Sistema stesso,
2. calando poi la mannaia su ogni aspetto culturale e gruppo politico nonconforme. Il singolo guerrigliero ne trarrebbe, indubbiamente, soddisfazione personale anche estrema («prima di scomparire, sentirsi appagato...»). Soddisfazione peraltro momentanea e solo sua. Di fronte alla repressione che ne conseguirebbe per il suo ambiente umano di riferimento, per le sue stesse idee e la sua visione del mondo, il gioco non vale la candela.
● Resta, fiancheggiati dai propri sodali nei loro specifici ambiti operativi, la terza possibilità, quella culturale. Riportare alla luce informazioni celate da decenni, raccogliere documentazione, rettificare interpretazioni filosofiche, storiche e politiche, ordinare un corpus documentale interpretativo del passato e, quindi, utile per il futuro. Certamente, il seme gettato potrebbe cadere su una pietraia e seccare sotto il sole, venire becchettato da qualche uccello, finire sotto le ruote di un carro, venire dilavato da un torrente. Ma potrebbe attecchire, magari non su un terreno favorevole, in un qualche interstizio. D'altra parte, essendo inconcludenti le prime due strategie, resta, per quanto «rinunciataria» e «facile», unicamente la terza.
Oggi ci troviamo in un deserto, siamo ai bordi di un deserto che va attraversato. Non ha senso negare il deserto, credersi in terra grata, fantasticare di poterlo aggirare o sperare che il tempo lo muti in eden. È un deserto. Sappiamo però che il deserto, del quale non vediamo oggi i confini, prima o poi finirà. E se non finisse, avremo almeno dato senso alla vita. Sappiamo che, non ora, ci saranno tempo e modo per ricostruire una città, rifondare una civiltà. Non ora.
Nel deserto non si costruisce. Mancano le condizioni elementari, mancano i materiali, l'acqua, i rifornimenti, il vento ti sferza la faccia, la sabbia ti acceca, i miraggi t'ingannano, imperversano predoni, operano assassini, i tuoi compagni, e tu stesso, sono soggetti ad umani cedimenti. Nel deserto si può solo andare avanti, senza sperare di costruire. Si può solo cercare un riparo quale che sia, perché cala la notte e nell'incerto mattino riprende la marcia. Sempre vigili, in guardia. Ringraziando gli Dei per quelle poche oasi, per quella poca acqua. E magari anche il Sistema, che nella sua infinita bontà non ti ha ancora tolto l'aria per respirare.
Nello zaino c'è quanto hai potuto salvare. C'è quello in cui credi. La tua vita. Che va portata al di là del deserto. Altri uomini, generazioni, individui sconosciuti, gente che mai vedrai, magari neppure i tuoi figli, verranno. La storia lo insegna. Anime simili alla tua, segmenti su una stessa retta, fedeli agli stessi Dei. Ne nasceranno ancora. Ne sono sempre nati. Ciò che è certo, è che l'Estremo Conflitto fu disfatta totale. Totale per la generazione che lo ha combattuto, per i milioni di morti, i milioni di sopravvissuti e avviliti, per la nostra generazione, per quella dopo di noi. Catastrofi seguiranno fra qualche decennio, anarchia e rovine per altri decenni, crollo di ogni istituto civile. Ma qualcuno ci sarà. A raccogliere, ad aprire lo zaino.
01 V 13
Gianantonio Valli
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Author(s): | Olodogma |
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Published: | 2013-04-10 |
First posted on CODOH: | June 12, 2017, 4:23 p.m. |
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