Nei processi ai Tedeschi del IIIRech la falsa testimonianza non venne mai punita!

Published: 2014-10-24

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Presentiamo un brevissimo esempio di quanto fosse nullo il pericolo di conseguenze penali in seguito a falsa testimonianza resa in un qualsiasi pubblico processo intentato contro Tedeschi, che avevano servito il loro Stato come militari o dirigenti pubblici, nel periodo post bellico. Qualsiasi bugia, invenzione, qualunque accusa di qualunque genere era tollerata e mai punita. Lo scopo di infangare il nemico sconfitto militarmente e la necessità, urgenza, di ri-costruirsi una verginità compromessa da atti infamanti realmente perpetrati dagli "alleati", come quelli attribuiti dai "giusti" ai Tedeschi,  erano prevalenti sulle più elementari regole di normali processi di provincia. L'ambita. indispensabile, "missione" di gendarme della democrazia (del sistema dell'usura bancaria apolide, in effetti)  faceva il resto! Vediamo 2 casi lampanti...

(...) Tra le migliaia di testimoni che deposero in decine di processi, non risulta infatti che uno solo sia stato incriminato per falsa testimonianza, sebbene molti avessero fatto dichiarazioni palesemente false e assurde. Anzi, accadde anche di peggio, come è illustrato da due aneddoti relativi ai cosiddetti processi di Dachau, celebrati dagli Americani. Entrambi hanno come protagonista Josef Kirschbaum, investigatore ed esaminatore civile degli Stati Uniti.

«In un caso famoso, Kirschbaum presentò un certo Einstein per dimostrare che l'imputato Menzel aveva ucciso il fratello di Einstein, ma il prigioniero indicò il suddetto fratello che sedeva sul banco dei testimoni. Kirschbaum, profondamente imbarazzato, si rivolse ad Einstein e sibilò:  “Come possiamo mandare questo porco alla forca se siete tanto stupido da portare vostro fratello in aula?”»145.

In un'altra occasione, Kirschbaum fece schierare una decina di detenuti e ne mise uno al centro, indi uscì dall'aula per chiamare due testimoni polacchi dell'accusa. Nel frattempo i detenuti si mescolarono, scambiandosi le posizioni.

«Quando i due polacchi entrarono, si gettarono sul prigioniero che stava al centro e gridarono: “Oh, lo conosciamo bene, ha ucciso molte persone”. Ora Kirschbaum si accorse dell'errore, mandò via gridando i due Polacchi e rimise al centro quello che voleva. Poi chiamò di nuovo i due Polacchi, che si gettarono di nuovo sulla vittima e dichiararono con lo stesso tono:  “Oh, lo conosciamo bene, ha ucciso molte persone”»146.

145 Freda Utley, The High Cost of Vengeance. Henry Regnery Company, Chicago, 1949, p. 195.
146 Rudolf Aschenauer, Macht gegen Recht. Unbekanntes Material aus der amerikanischen und britischen Kriegsverbrecher-Praxis. Arbeitsgemeinschaft für Recht und Wirtschaft, Monaco, 1952, p. 22.(...)

(Fonte: Carlo Mattogno ,Thomas Kues e Jürgen Graf,I “campi di sterminio” dell'”Azione Reinhardt”, Vol.I, pag. 44-45, dell'edizione on-line.

Note

[1] ..."Josef Kirschbaum, incaricato degli interrogatori a Dachau, fu uno dei più violenti torturatori e fabbricatori di «prove» mediante Berufszeugen, testimoni di professione"...G. Valli, I complici di dio, pag 872, ed.dig.

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Published: 2014-10-24
First posted on CODOH: Sept. 1, 2018, 7:41 a.m.
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