Auschwitz, 27 Gennaio 1945 – 27 Gennaio 2005: Sessant’anni di propaganda
Genesi, sviluppo e declino della menzogna propagandistica delle camere a gas
1) Le menzogne propagandistiche già cadute nell’oblio
Il 27 gennaio 1945 le avanguardie sovietiche della 100a Divisione di Fanteria, appartenente alla 60a armata del I Fronte Ucraino, giunsero nel complesso Auschwitz-Birkenau, ormai abbandonato dalle SS.
La propaganda sovietica si mise immediatamente all’opera, facendo subito eco, per eccesso di zelo, alle storie più strampalate che circolavano tra i detenuti. Il 2 febbraio la Pravda pubblicò un articolo del suo corrispondente Boris Poljevoi intitolato «Il complesso della morte ad Auschwitz», nel quale, tra l’altro, si legge quanto segue:
«Essi [i Tedeschi] spianarono la collina delle cosiddette “vecchie” fosse nella parte orientale, fecero saltare e distrussero le tracce del nastro trasportatore elettrico (eljektrokonvjeijera) dove erano stati uccisi centinaia di detenuti alla volta con la corrente elettrica (eljektriceskim tokom); i cadaveri venivano messi su un nastro trasportatore che si muoveva lentamente e scorreva fino a un forno a pozzo (sciachtnuju pje), dove i cadaveri bruciavano completamente.»
Fino ad allora la propaganda sovietica non si era minimamente curata di Auschwitz. La Pravda, nei mesi precedenti, vi aveva dedicato soltanto un trafiletto che, per di più, riportava informazioni provenienti da Londra, secondo le quali la «fabbrica della morte» di Auschwitz aveva tre crematori, «equipaggiati con camere a gas», con una capacità di 10.000 cadaveri al giorno!
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